Il presidente del Mozambico corteggia la Total: “Area dei giacimenti gas è sicura. Tornate”

Per il momento nessuna risposta da TotalEnergies e nel sito rimane il messaggio sullo stato del progetto

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 21 settembre 2022

“I terroristi sono in fuga e le Forze di Difesa e Sicurezza (FDS) stanno stabilizzando tutti i distretti colpiti. Il successo nella lotta ai terroristi sull’asse Mocimboa da Praia-Palma che comprende le strade e l’accesso al porto dà una situazione di maggiore stabilità. Tornate”.

È l’appello del presidente mozambicano, Filipe Nyusi, in un incontro sul gas che si è tenuto la settimana scorsa a Maputo. Invito rivolto soprattutto alla multinazionale francese TotalEnergies a riprendere i lavori nei giacimenti di gas a Cabo Delgado interrotti a marzo 2021.

Il megaprogetto bloccato da venti miliardi di dollari

Si tratta di un megaprogetto da 20 mld di dollari interrotto più volte a causa degli attacchi jihadisti di Al Sunnah wa-Jammà, gruppo affiliato all’ISIS. Dopo l’attacco di Capodanno 2021 ai cantieri TotalEnergies, nel marzo 2021 i terroristi hanno occupato la città di Palma per una settimana.

È stato il più violento attacco jihadista. Ha distrutto la città e lasciato decine di morti nelle strade. Per la prima volta anche bianchi. L’assalto ha fatto decidere alla multinazionale francese la chiusura dei cantieri a tempo indeterminato. Ora il capo dello Stato mozambicano garantisce la sicurezza dell’area e chiede agli investitori di riprendere i lavori.

Progetto dell'area degli impianti Total di Afungi
Progetto dell’area degli impianti Total di Afungi (Courtesy: Total)

Nyusi ha scelto un buon momento, visto il nuovo contesto internazionale, con l’interruzione delle forniture di gas dalla Russia verso l’Europa. “L’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche sembra favorevole alla redditività degli investimenti” – ha affermato il presidente mozambicano -. La situazione permette al Mozambico di andare oltre i volumi di produzione di gas stimati dagli studi iniziali dei progetti”.

L’offerta di Nyusi potrebbe essere allettante sia per Total che per l’Europa. Se la sicurezza dell’area è realmente garantita.

Da Total ancora nessuna risposta

Al momento in cui scriviamo nessuna risposta da TotalEnergies e nel sito rimane il messaggio sulla stato del progetto. “Considerando l’evoluzione della situazione della sicurezza nel nord di Cabo Delgado, TotalEnergies conferma il ritiro di tutto il personale del progetto Mozambico LNG da Afungi. Questa situazione porta TotalEnergies, in qualità di operatore a dichiarare la forza maggiore” – si legge nella pagina -. TotalEnergies “…si augura che le azioni condotte dal governo del Mozambico e dai suoi partner regionali e internazionali consentano di ripristinare in modo duraturo la sicurezza e la stabilità nella provincia di Cabo Delgado”.

Total homepage sito web
Homepage del sito di TotalEnergies indica la chiusura del progetto (Courtesy TotalEnergies)

I tremila militari stranieri contro i jihadisti

Per il momento, a Cabo Delgado, continua l’intervento militare di un migliaio di soldati ruandesi presenti in Mozambico da maggio 2021. Oltre ai militari del Ruanda sono operativi, da giugno 2021, anche 1.800 soldati della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC) con la Missione SAMIM. Gli attacchi jihadisti sono diminuiti a Cabo Delgado ma ad ovest, nel vicino Niassa, ci sono stati vari assalti. Da qualche settimana è sotto attacco jihadista anche la provincia di Nampula a sud di Cabo Delgado. Lo scorso 6 settembre è stata assaltata una missione cattolica comboniana a Chipene.

Con un colpo alla testa è stata ammazzata suor Maria De Coppi di 84 anni, e la missione è stata messa a ferro e fuoco. Nei giorni successivi è stato confermato che i terroristi hanno decapitato almeno sette persone.

Dall’inizio del terrorismo islamista nell’ottobre 2017 continua ad aumentare il bilancio dei morti. Secondo l’ong Cabo Ligado, fino all’11 settembre 2022, si contano 4.233 morti dei quali 1.858 civili molti dei quali decapitati e con i corpi tagliati a pezzi. Secondo le Nazioni Unite i profughi sono oltre gli 800 mila.

sandro.p@catpress.com
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@sand_pin
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