Burkina Faso: jihadisti in azione dopo la visita del presidente a Mosca

Pesanti accuse di HRW: esercito e ausiliari hanno massacrato civili di etnia fulani

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
22 maggio 2025

Il capo della giunta militare di transizione del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, anno 1988, il più giovane dei golpisti del Sahel, è volato a Mosca lo scorso 10 maggio per partecipare alla commemorazione della vittoria sui nazisti. A latere della cerimonia è stato ricevuto dal suo omologo, Vladimir Putin.

Ibrahim Traoré, presidente di fatto del Burkina Faso con il suo omologo russo, Vladimir Putin

Traoré è molto stimato da Putin, come del resto da altri personaggi di spicco. Ha il suo fascino con indosso la tuta mimetica griffata, è giovane, insomma è un putschista che ha voltato le spalle all’Occidente. Il golpista è amico della Russia e, ovviamente, ciò non dispiace affatto allo “zar”.

Durante l’ultimo colloquio i due presidenti hanno parlato soprattutto della questione sicurezza e il leader della giunta militare di transizione burkinabé ha chiesto maggiore cooperazione militare e scambio di competenze. “Il mio Paese ha bisogno di un esercito forte per poter voltare pagina e potersi finalmente dedicare allo sviluppo”.

Esclusi Stati AES

Intanto ieri a Bruxelles si è svolto un meeting tra i ministri degli Esteri dell’Unione Africana e i loro omologhi dell’Unione Europea, una riunione volta alla preparazione del prossimo vertice Europa-Africa che si svolgerà nei prossimi mesi nel continente “dimenticato”. All’incontro di ieri non hanno partecipato i rappresentanti dei Paesi dell’AES (Alléance des Pays du Sahel), cioè Burkina Faso, Mali e Niger, perché non invitati dall’UA.

Va ricordato che Ouagadougou, Bamako e Niamey sono usciti definitivamente da ECOWAS (Comunità Economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest) alla fine di gennaio 2025.

Thomas Sankara, ex presidente del Burkina Faso, assassinato nell’ottobre 1987

Nei giorni scorsi è stato inaugurato a Ouagadougou il mausoleo in memoria di Thomas Sankara, il visionario della rivoluzione burkinabé, assassinato nel 1987. Molte le personalità presenti anche dei Paesi limitrofi. Il grande assente, invece è stato proprio il “de facto presidente” del Burkina Faso. Traoré ha inviato un messaggio, letto dal primo ministro, Rimtalba Jean Emmanuel. Nel breve comunicato il leader della giunta militare di transizione ha evocato, tra l’altro, il sacrificio di Sankara e dei combattenti per la libertà, morti insieme a lui. “Il 17 maggio è un simbolo: un rifiuto della dominazione imperialista, del neocolonialismo e dei loro avatar”, ha poi sottolineato alla fine della sua nota scritta.

Traoré vorrebbe assomigliare a Sankara, che era molto amato dal suo popolo. Ma questo non è il caso del leader attuale.

Terroristi in azione

Molte aree del Paese non sono ancora sotto il controllo del governo centrale e gli attacchi dei jihadisti si intensificano di giorno in giorno, malgrado lo spiegamento dell’esercito e i giovani appartenenti al gruppo “Volontari per la Patria” (VDP, ausiliari civili delle truppe di Ouagadougou).

Subito dopo la visita di Traoré a Mosca, le aggressioni si sono moltiplicate e i terroristi hanno attaccato Diapaga, città in prossimità dei confini con il Niger e il Benin. Lo stesso centro ha già subito un assalto alla fine di marzo, durante il quale sono morti una cinquantina tra soldati e VDP.

A Djibo, invece, i sanguinari miliziani hanno assaltato una base militare, una stazione di polizia e un mercato. Tra i morti non solo soldati e ausiliari dell’esercito, ma anche parecchi civili.

Anche Sollé – comune situato tra  Djibo e Ouahigouya – nel nord del Paese, è stato preso di mira dai terroristi. Durante i combattimenti sono stati ammazzati parecchi lealisti. Anche Sangha, comune nella regione del Centro-Est, non è fuggito alla furia dei jihadisti.

Ammazzati oltre 100 civili

Intanto il 12 maggio scorso Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato un rapporto accusando l’esercito e VDP di atrocità commesse a Solenzo nella regione di Boucle du Mouhon lo scorso mese di marzo.

HRW accusa l’esercito e VDP di massaco etnico

Secondo la ONG, durante l’operazione Tourbillon Vert 2 delle forze speciali burkinabé, durata diverse settimane, sarebbero stati massacrati 130 civili, per lo più di etnia fulani.

HRW, che ha sentito oltre 20 testimoni e ha preso visione di diversi video, ha fatto sapere che, secondo le autorità del Burkina Faso, esercito e VDP “hanno respinto un attacco terroristico e ucciso un centinaio di assalitori per poi inseguire quelli che erano fuggitivi”.

Rappresaglia di JNIM

L’operazione militare Tourbillon Vert 2 è proseguita anche nella provincia di Sourou. Sempre in base al rapporto della ONG, nella stessa zona anche i miliziani di JNIM (Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani, affiliato a al-Qaeda), hanno poi sferrato un sanguinoso attacco contro i residenti. Gli islamisti hanno rigurgitato la loro furia assassina soprattutto verso gli abitanti sospettatati di collaborazionismo con le truppe governative.

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
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Su Youtube appaiono le prime crepe di Traoré, presidente golpista del Burkina Faso

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