Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
15 luglio 2025
“RANDSOMWARE ATTACK, i tuoi file sono stati criptati. Hai 3 giorni per pagare o i tuoi documenti andranno persi”. Quando sul monitor del computer aziendale appare la schermata con questo testo e un teschio subentra il panico e poi la rabbia e l’impotenza.
In Africa, purtroppo, succede sempre più spesso. Lo documenta il 4° report di Interpol “Africa Cyber Threat Assessment Report 2025” che evidenzia i dati del 2024. Si basa su dati raccolti da 53 paesi membri africani.
Il ransomware è sono uno dei molteplici strumenti utilizzati dalla cybercriminalità. Secondo i report regionali sulla sicurezza informatica, ci sono anche altre minacce significative. Tra queste: malware, truffe online, compromissione delle email aziendali (BEC) e sextortion digitale.

Malware
Il Global Cyberthreat Index dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) ha confermato che questi programmi malevoli che danneggiano il sistema operativo sono molto utilizzati. I Paesi maggiormente colpiti nel 2024 sono stati Etiopia, Zimbabwe, Angola, Uganda, Nigeria, Kenya, Ghana e Mozambico.
Ransomware e LockBit
I Paesi con più attacchi da ransomware nel 2024 sono stati Sudafrica ed Egitto. Sono seguiti da Nigeria, Kenya, Gambia, Tunisia e Marocco che hanno, anche questi, economie altamente digitalizzate.
LockBit è una gang di cybercriminali filorussi conosciuta per i suoi metodi aggressivi a doppia estorsione. Criptano le reti delle vittime mentre minacciano di pubblicare i dati rubati. Nel febbraio 2024 ha rivendicato la responsabilità di un attacco al Fondo pensioni sudafricano degli impiegati (GEPF).
LockBit ha colpito oltre 2.000 aziende e ha estorto più di 120 milioni di dollari. È responsabile anche di attacchi informatici in Italia.
Sextortion
Oltre al ransomware i cybercriminali utilizzano anche sempre più la sextortion digitale, il ricatto sessuale con foto esplicite compromettenti. La minaccia è danneggiare la reputazione della vittima: “paghi o le pubblichiamo”. Sono immagini rubate dai PC o dagli smartphone delle vittime.
Il 60 per cento dei Paesi africani ha segnalato un aumento della sextorsion digitale, spesso facilitata dall’uso di immagini generate con intelligenza digitale per ricattare capitani d’industria.
La sextortion colpisce anche privati cittadini, soprattutto donne e adolescenti. In Egitto, nel 2024, una piattaforma di supporto digitale ha ricevuto oltre 250mila richieste di risarcimento legate questa terribile estorsione. Sono state principalmente richieste che provenivano da donne e ragazze.
I dati dei paesi africani membri dell’INTERPOL mostrano un notevole aumento delle segnalazioni di sextortion digitale: oltre il 60 per cento. Ma la vergogna nel denunciare nasconde una percentuale molto più alta. Il ricatto sessuale online viene perpetrato attraverso email, i social e soprattutto con la messaggeria istantanea.
Black Axe e la BEC
La BEC è la “compromissione delle email aziendali”. È diventata un business multimilionario gestito dalla criminalità organizzata. La maggiore concentrazione di attività BEC è in Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio e Sudafrica.
Le reti criminali, visto il vuoto legislativo e la lentezza della burocrazia dei Paesi africani, si sono evolute in imprese milionarie altamente organizzate. Tra queste c’è Black Axe che, in tutto il pianeta, conta migliaia di membri. La mutinazionale del cybercrimine è responsabile di truffe finanziarie su larga scala che hanno generato miliardi di euro.

Scam
La criminalità informatica rappresenta oltre il 30 per cento di tutti i crimini denunciati sia nell’Africa occidentale che in quella orientale. Le truffe online (scam) in alcune economie africane hanno avuto crescite elevatissime.
In Zambia in dodici mesi, rispetto al 2023, la scam è cresciuta quasi del 3.000 per cento (+2.930); in Marocco +826 per cento. L’Egitto ha visto un aumento del 476 per cento; l’Angola +349; il Benin +242; l’Algeria +232; l’Uganda +204 e il Kenya +214.
Ingegneria sociale e IA
I Paesi africani membri di INTERPOL, confermano che i criminali informatici stanno costantemente affinando le loro tattiche. Oggi lanciano attacchi sempre più sofisticati utilizzando ingegneria sociale (per rubare con l’inganno informazioni personali) e intelligenza artificiale.
“Nessuna agenzia o Paese può affrontare queste sfide da solo” – ha affermato Neal Jetton, direttore dell’Unità criminalità informatica di INTERPOL.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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