Israele mitraglia a sangue freddo la folla in cerca di cibo nei centri di distribuzione americani: centinaia di morti

Le cosiddette fondazioni umanitarie sono in realtà varie società di mercenari. Sospetti su compagnie neonaziste rumene

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Speciale Per Africa ExPress
Alessandra Fava
19 giugno 2025

Vaid Pillay, presidente della Commissione Internazionale di Inchiesta delle Nazioni Unite (creata già nel 2021 per le violazioni di Israele nei territori palestinesi occupati) ieri ha detto a Ginevra di ritenere “scandaloso” l’appoggio statunitense alla Fondazione umanitaria di Gaza (GHF) criticata da tempo dall’ONU per i suoi metodi.

“Succede, come constatiamo tutti i giorni – ha spiegato Pullay – che la gente che va nei centri di distribuzione, viene uccisa mentre cerca del cibo”. Dall’apertura di 4 dei 5 siti di GHF previsti a Gaza si verificano quasi quotidianamente mattanze. Pur sostenendo di aver distribuito quasi 28 milioni di pasti, anche oggi nella Striscia, secondo il governo di Hamas, sono stati ammazzati 47 palestinesi.

In rosso i centri di attività di Gaza Humanitarian Foundation (GHF)

L’esercito israeliano e i contractor assoldati nella cosiddetta operazione umanitaria sparano tutti i giorni sulla folla che accorre in cerca di alimenti. Non sembrano operazioni volte alla distribuzione degli aiuti come si cerca di far credere all’opinione pubblica.

Da fonti di Africa ExPress ci sono anche contractor italiani impegnati con la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) con sede a Delaware negli USA, l’azienda che Israele ha imposto a Gaza dopo aver delegittimato UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente). Quindi – come si può facilmente dedurre non vengono assunti operatori umanitari ma cecchini.

Quattro centri

Ogni giorni si registrano morti nelle quattro sedi di distribuzione di GHF, un fatto anomalo che conferma l’intento genocidario in corso, per fame e per armi. Ieri sono state uccise almeno 61 persone a Khan Younis: cercavano da mangiare. Altri 397 sono state ferite.

I testimoni oculari presenti due giorni fa sulla scena, sono stati sentiti da Al Jazeera, hanno dichiarato di aver visto carri armati sparare da terra mentre altre bombe cadevano da droni, senza alcun avvertimento. Sempre lo stesso giorno un altro palestinese è morto, mentre altri sei hanno riportato lesioni nei pressi di un altro centro gestito da GHF, vicino al corridoio di Netzarim, a sud di Gaza City.

A Gaza si muore durante la distribuzione di generi alimentari

In tre settimane di attività della Fondazione sono state uccise quindi almeno 300 persone. GHF ovviamente rivendica, invece, di aver distribuito migliaia di pasti e IDF (esercito israeliano) dice di esser dispiaciuto per gli incidenti e di aver aperto varie indagini.

Altre due compagnie

La presenza dei cosiddetti operatori umanitari di due compagnie sconosciute in supporto dell’americana Gaza Humanitarian Foundation ha destato perplessità già a metà maggio sul giornale israeliano Haaretz. Si tratta di due società pressoché sconosciute: Safe Reach Solutions e UG Solutions.

Si internet si trovano alcune informazioni sulle due società, investigate dai giornali americani: per la SRS si può leggere qui: https://thegrayzone.com/2025/01/24/gaza-checkpoint-contractor-wealth-management-firm/ .
Per la UG soluzions si può leggere qualcosa qui: https://eu.citizen-times.com/story/news/2025/01/31/north-carolina-security-firm-sending-armed-contractors-to-gaza-checkpoint/78049385007/

E’ sconosciuta la reale sede legale di entrambi, si sa solamente che è negli USA. Per la prima, da un sito molto scarno, si apprende che sta cercando personale tecnico, specialisti in operazioni umanitarie, un capo staff. Viene precisato che il personale deve “essere disposto a lavorare in regioni di conflitto e instabilità, in aree con infrastrutture limitate ed elevati rischi”.

Scheda precompilata

Si possono inviate i curricula su una scheda precompilata. Neppure sulle informative privacy c’è una sede, né un responsabile per il trattamento dei dati, per eventuali controversie con cittadini UE è stata scelta l’Authority della Romania, a metà classifica sui Paesi UE per numero di provvedimenti in materia.

Pista rumena

La Romania è già stata al centro di indagini giornalistiche e non. Anche noi di Africa ExPress abbiamo pubblica to una serie di articoli riguardanti Horatiu Potra e il suo gruppo di mercenari in diversi contesti africani, l’ultima volta in Congo K. Nel Paese prosperano società di sicurezza legate a gruppi dichiaratamente fascisti.

Non solo russi: anche mercenari rumeni, bulgari e georgiani all’assalto delle ricchezze del Congo-K

Oltre all’inchiesta della BBC che abbiamo pubblicato, anche media statunitensi si sono insospettiti su queste fantomatiche aziende incaricate della distribuzione degli aiuti, una foglia di fico che nasconde contractor pronti ad uccidere.

La BBC alla ricerca di risposte sull’agenzia fantasma di aiuti umanitari sostenuta dagli USA a Gaza

Un’inchiesta di CBN ha messo in luce che GHF avrebbe assoldato 300 contractor, vale a dire mercenari impiegati in guerre sporche, non in operazioni umanitarie. GHF avrebbe anche cercato di aprire una sorta di filiale in Svizzera. Ma nel mese di maggio sono emerse delle irregolarità sulla registrazione di questo ufficio secondario di GHF.

Misteriosamente la società che ha la sede principale a Delaware (una sede fantasma come assodato dalla BBC) avrebbe deciso di aprire un’attività, una sorta di filiale in Svizzera, per raccogliere donazioni di soggetti che non “desiderano” fare versamenti negli Usa.

Vaso di Pandora

Ad aprire il vaso di Pandora, è stata Trial International, una ong elvetica che si occupa di illeciti societari https://trialinternational.org/. Trial il 23 maggio ha fatto due ricorsi, uno alla Supervisory Authority sulle Foundazioni (ASF) e l’altro al Dipartimento Federale sugli Affari esteri (FDFA) della Confederazione.

I due appelli sono relativi proprio alle “attività di GHF in Svizzera”, anche alla luce anche del fatto che il paese elvetico è depositario della Convenzione di Ginevra. Trial chiede in particolare di indagare sui servizi delle compagnie di “private security” e di valutare i rischi della militarizzazione degli aiuti a Gaza.

Il comunicato di Trial sull’inchiesta sulla filiale svizzera di Gaza Humanitarian Foundation

Secondo quanto poi pubblicato da CBN, la registrazione della società in Svizzera risale a gennaio e febbraio di quest’anno. Ma la ‘filiale’ non risponde alle norme legali vigenti (“vari obblighi di natura legale”, si legge in un documento). Ad esempio non ha tre membri del Cda residenti in Svizzera, non ha un conto bancario e un indirizzo.

https://www.cbsnews.com/news/gaza-humanitarian-foundation-ghf-breaching-rules-switzerland-authorities-say/

Tutto questo avviene a Gaza, mentre infuria la guerra contro l’Iran che “tra un anno avrebbe potuto avere l’atomica”, secondo informazioni tutte da verificare. C’è una volontà evidente di Israele di distogliere l’attenzione da Gaza; i continui omicidi della popolazione di Gaza preludono a una Soluzione finale perché non si possono tollerare decine di morti al giorno nella Striscia; di fatto è impossibile la verifica diretta degli eventi a Gaza da parte della stampa internazionale e arriva notizia anche continui black-out sulla rete internet proprio per evitare che i palestinesi sopravvissuti a quasi tre anni di guerra mandino segnali e testimonianze fuori.

Vittime complessive

Intanto il numero ufficiale dei morti complessivi di Gaza potrebbe essere sbagliato, molto molto sbagliato per difetto: uno studio di Harvard sull’elaborazione di immagini satellitari stima che siano ancora vivi 1 milione e 850 mila persone quindi mancano all’appello 450 mila palestinesi, che includono i morti e chi è riuscito a scappare. Ne ha parlato solo Pressenza in Italia.

Potete leggere il testo per intero qui: Garb, Yaakov, 2025, “The Israeli/American/GHF “aid distribution” compounds in Gaza: Dataset and initial analysis of location, context, and internal structure”, https://doi.org/10.7910/DVN/QB75LB, Harvard Dataverse, V1

Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

Gaza: attivisti sulla nave con gli aiuti, tra cui francese europarlamentare, sequestrati e ancora detenuti in Israele

 

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