Quando la propaganda ammazza l’informazione

Mistificatrici e subdole le tecniche della diffusione di menzogne che ti ammaliano, affascinano e ti conducono dalla parte sbagliata della storia

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Speciale Per Africa ExPress
Livia Bidioli
20 giugno 2025

Propaganda come Liberazione. Le guerre permanenti. Il mio titolo è fuorviante, lo so, allo stesso modo del messaggio orwelliano, tipicamente da 1984, che chiama “Rivoluzione” la nascita dello stato totalitario di 1984 immaginato da Erich Arthur Blair, in arte, George Orwell.

Questo perchè la prima cosa che farà la Propaganda, volutamente scritta con la lettera maiuscola, sarà “ammaliarti”, ovvero affascinarti, condurti seco, dalla sua parte. Come si fa? Convincendoti che sta facendo il tuo bene e difendendoti dai tuoi nemici.

Massacro di operai

Uno dei massimi esperti, è stato Joseph Goebbels (Paul Joseph Goebbels: Rheydt, 29 ottobre 1897 – Berlino, 1º maggio 1945; Ministro della Propaganda e dell’Istruzione del Terzo Reich) istruito da “Poison” Ivy Lee – che ha ripulito Rockfeller dall’onta del massacro dei suoi operai a Ludow nel 1921, mentre erano in sciopero – che a sua volta è stato a lezione da Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, che ha formato il Creel Committee (CPI; Committee on Public Information) nel 1917 insieme a Walter Lippmann, per convincere gli Americani che il nemico era la Germania ed era giusto entrarci in guerra.

Giusto o sbagliato che sia, il punto è che, come ha scritto lo stesso Lippmann in “Public Opinion” (1922), chiamandolo “The manifacture of consent” (la fabbricazione del consenso), l’opinione pubblica crede a quello che le viene servito su un piatto d’argento e ripetuto da mane a sera, una sorta di refrain ipnotico che produce il “convincimento” che l’opinione o la “convinzione”, che si è creata, sia sua e non prodotta in outbound dalla Propaganda.

A tergo consiglio il libro di Noam Chomsky e Lee Herman intitolato, proprio in riferimento a Lippmann, “Manifacturing Consent”(1988) per approfondire.

Nemico Unico

Ritorniamo a Joseph Goebbels, che ha molto da insegnare in questo senso e va preso alla lettera per capire come si sono succedute svariate tecniche, strategiche e tattiche per obbligare ad un pensiero comune e non critico. La prima regola della Propaganda è il Principio della Semplificazione e del Nemico Unico: prendiamo la situazione odierna, per esempio, al posto della Germania della prima guerra mondiale, mettiamo la Russia in Europa e l’Iran in Medio Oriente.

La Russia viene declinata come stato totalitario e aggressore dell’Ucraina. Si sorvola però su un punto fondamentale, che non viene mai citato: il tradimento dei due Trattati internazionali, sotto egida OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) di Minsk (2014-2015), che volevano la fine del conflitto a fuoco iniziata il 20 febbraio 2014, dopo la caduta dell’ultimo governo filorusso di Janukovich e l’inizio delle proteste ribattezzate Euromaidan.

Un altro aspetto sul quale si sorvola sono gli 800.000 profughi del Donbass fuggiti in Russia per scampare allo sterminio in atto dal 2014 e gli oltre 15000 morti tra separatisti, ucraini e civili. Questo prima del 22 febbraio 2022.

Mire espansionistiche

I negoziati per porre fine alla guerra russo-ucraina sono stati rifiutati fin dall’inizio, anzi, ora ci viene raccontato che la Russia ha mire espansionistiche in Europa e la Comunità Europea giustifica così REARM Europe, in primis la Germania.

Medio Oriente: Israele ha il diritto di difendersi da Hamas però l’Iran non da Israele. I cattivi sono solo questi ultimi, quindi il regime va spodestato con ogni mezzo e Merz, alla guida della Germania asserisce: “Dobbiamo ringraziare Israele perché sta facendo il lavoro sporco per noi.”

Inteso: eliminare i capi militari e di Stato iraniani, questo in quanto si tratta di una nazione antidemocratica che, si sa, non ha diritto all’esistenza. Però la Corea del Nord, in quanto ha l’atomica già a disposizione, invece, può continuare ad esistere con a capo Kim.

Tour turistici

Da notare che fra tutti i Paesi del Medio Oriente, il più democratico rimane sempre Israele, nonostante lo sterminio di oltre 50.000 civili nella striscia di Gaza, per la  maggior parte bambini e donne. Questi ultimi hanno vinto anche un superbonus: vengono usati come protagonisti-vittime di “tour turistici” (fonte: Cartabianca di Bianca Berlinguer), financo quando vengono colpiti dalle pallottole avvicinandosi alle rare razioni di cibo ed acqua che Israele, stato democratico, fornisce attraverso il GHF che ha sostituito il “terrorista”, secondo lui, UNRWA, inviato dall’ONU, le Nazioni Unite.

La Liberazione di Gaza, come dell’Iran, come dell’Ucraina, finisce col coincidere con la guerra permanente: War is Peace. titolava uno dei tre slogan di 1984, la guerra è pace e la proseguono per liberarci dal Nemico. Hamas, Russia e Iran sono il nostro nemico.

D’altronde, gli Stati Uniti sono gli Amici, da sempre considerati democratici, anche qualora buttassero un’altra atomica; l’Iran, l’atomica non ce l’ha, come l’Iraq non aveva il gas nervino, però, essendo non democratico, ha tutta la necessità di essere abbattuto. A quale prezzo?

Livia Bidioli

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