Congo-K: “No a fondi europei al Ruanda per operazione anti jihadisti in Mozambico”

HRW: “L’Unione Europea dovrebbe garantire che la sua recente assistenza alla missione militare ruandese in Mozambico sia adeguatamente monitorata"...

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
28 marzo 2024

Kinshasa si oppone agli aiuti dell’Unione Europea alle Forze armate ruandesi (RDF) che combattono contro i jihadisti nel nord del Mozambico.

Area di TotalEnergies in sicurezza

Circa 2.000 militari ruandesi, in Mozambico, hanno bonificato l’area di Palma, a Cabo Delgado, estremo nord del Paese. Hanno messo in sicurezza i cantieri di TotalEnergies. La multinazionale francese è in attesa di riprendere ufficialmente le sue attività su un mega-progetto di gas naturale liquefatto. Un progetto sospeso nel 2021 a causa di attacchi jihadisti nel quale ha investito 20 miliardi di euro.

È la seconda volta che la Repubblica Democratica del Congo (Congo-K) si mette di traverso sugli aiuti delle alle truppe ruandesi di stanza in Mozambico. Nel 2022 l’UE aveva deciso aiuti per 20 milioni di euro al Ruanda per combattere contro Isis-Mozambico (già Al Sunnah wa-Jammà).

Congo-K mappa area azione M23
Congo-K mappa area di azione M23 in Nord Kivu (Courtesy GoogleMaps)

Accuse al Ruanda e a M23

Secondo il governo congolese, Kigali è responsabile della rinascita del movimento M23, ribelli di etnia tutsi che combattono contro le Forze armate congolesi (FARDC).

La motivazione è che i fondi UE verrebbero sviati verso i militari RDF che aiutano i ribelli M23 nel Nord Kivu, provincia orientale del Congo-K. Concedere nuovi finanziamenti al Ruanda viene considerato un sostegno chi è accusato di essere coinvolto nel conflitto in Nord Kivu.

Un rapporto ONU conferma che il Ruanda ha creato, e anche comandato, la milizia M23. Ma le pressioni internazionali hanno costretto il Kigali a cessare il sostegno ai ribelli.

Proteste dell’eurodeputata in sessione plenaria UE

Africa ExPress ha già scritto sull’argomento anche grazie alle accuse portate avanti dall’europarlamentare belga, Maria Arena, contro l’intervento del RDF in appoggio al M23.

In un intervento in sessione plenaria del Parlamento UE (24 febbraio scorso) ha accusato il Ruanda del saccheggio di metalli strategici. Ha anche accusato l’esercito ruandese di appoggiare le peggiori violazioni dei diritti umani nella regione.

Congo-K miliziani M23 in Nord Kivu
Congo-K, miliziani M23 in villaggio del Nord Kivu

La linea rossa

“Questo nuovo aiuto rappresenterebbe ‘linea rossa’ ” – scrive Radio France International. “Il mese scorso, la firma di un accordo di cooperazione tra Unione Europea e Ruanda sui minerali strategici aveva già suscitato la rabbia del Congo-K, che accusa il suo vicino di aver saccheggiato il suo sottosuolo”.

Kigali è accusata di rubare questi minerali strategici nel Nord Kivu e venderli all’estero. Ue inclusa. Secondo fonti vicine alla presidenza congolese “l’accordo UE-Ruanda è un ulteriore segno della connivenza di Bruxelles con Kigali”.

HRW: crimini contro l’umanità

Oltre alla denuncia dell’eurodeputata Maria Arena c’è anche quella dell’Osservatorio per i diritti umani Human Right Watch (HRW) soprattutto contro M23 accusati di crimini contro l’umanità. HRW ha documentato stupri di donne davanti ai figli e mariti, uccisioni sommarie, attacchi con armi esplosive in aree popolate della provincia del Nord Kivu.

I miliziani di M23 hanno ucciso e ferito civili, danneggiato infrastrutture e aggravato una crisi umanitaria già grave. Dal 2022 ad oggi la crisi del Nord Kivu ha causato oltre un milione di sfollati. Molti di questi vivono in campi improvvisati senza latrine, senza ripari, senza acqua e senza assistenza sanitaria.

Congo-K sfollati in campo profughi improvvisato nel Nord Kivu
Congo-K, sfollati in campo profughi improvvisato nel Nord Kivu

“L’Unione Europea dovrebbe garantire che la sua recente assistenza alla missione della RDF nel nord del Mozambico sia adeguatamente monitorata – dichiara HRW -. Questo per evitare che l’UE contribuisca indirettamente a operazioni militari abusive nel Congo orientale”.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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@sand_pin
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