Dal Nostro Corrispondente
Michael Backbone
Nairobi, 26 giugno 2025
Il Kenya ieri ha celebrato il primo anniversario delle manifestazioni di piazza organizzate per contrastare la legge finanziaria poi annullata dal presidente, William Ruto, per evitare ulteriori rivolte. E mercoledì migliaia di giovani sono scesi nelle strade e nelle piazze di Nairobi, Mombasa e altre città della ex colonia britannica per ricordare la carneficina di allora e la brutalità della polizia che non cessa di versarsi su coloro che manifestano il proprio malcontento contro il governo.
Ieri a Nairobi le forze dell’ordine hanno bloccato con filo spinato le strade di accesso che portano al parlamento e verso altri i punti nevralgici del potere e degli affari.

All’inizio della giornata i manifestanti hanno sfilato in modo pacifico, sventolando la bandiera del Paese, con rose e cartelli con i nomi delle persone ammazzate dalla polizia lo scorso anno, gridando però a gran voce: “Ruto must go” (Ruto, il presidente kenyano, deve andarsene, ndr).
Anche ieri, come un anno fa, la polizia ha caricato i dimostranti che hanno protestato in diverse città del Kenya.
La volpe perde il pelo ma non il vizio
Secondo Amnesty Kenya sono morte almeno 16 persone, per lo più ammazzate dagli agenti di sicurezza; i feriti sarebbero oltre 400, tra dimostranti, agenti di polizia e giornalisti.
Mentre Independent Policing Oversight Authority, un ente finanziato dallo Stato, ha dichiarato che almeno 61 persone sono state arrestate durante le proteste di mercoledì scorso.
Nulla di nuovo all’orizzonte. La volpe perde il pelo, ma non il vizio: Amnesty e Kenya National Commission for Human Rights (KNCHR) hanno rilevato un forte dispiegamento di forze di polizia e hanno accusato un uso eccessivo della forza, compresi proiettili di gomma, munizioni vere e cannoni ad acqua, che hanno provocato numerosi feriti.
No comment della polizia
Il portavoce della polizia keniota, Muchiri Nyaga, non ha voluto commentare le dichiarazioni di Amnesty Kenya o del KNCHR.

Il governo aveva vietato la copertura radiotelevisiva in diretta delle proteste, ma il decreto è stato poi annullato dall’Alta Corte di Nairobi.
I giovani delle proteste odierne hanno tentato di raggiungere la residenza ufficiale di Nairobi del presidente, ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine. E Ruto ha chiesto con insistenza ai manifestanti di non minacciare la pace e la stabilità del Paese.
Ma oggi il ministro Kipchumba Murkomen ha accusato i manifestanti di aver tentato di rovesciare il governo durante la giornata di manifestazioni, osservazioni che secondo i leader della protesta erano un tentativo di sviare l’attenzione dalle loro richieste.
Silenzio del governo
Il silenzio del governo, la censura che aleggia, sono indizi preoccupante di una svolta autoritaria che speriamo non porti a una deriva, soprattutto in un momento in cui Nairobi si appresta a presentare la nuova legge finanziaria. Quest’ultima comprende anche punti di compromesso sociale, ma permane tuttavia punitiva perché costretta a colmare il deficit dovuto all’indebitamento dissennato cui varie presidenze hanno attinto a piene mani oggi come nel passato.
Michael Backbone
michael.backbone@gmail.com
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