Sudafrica: sotto la superficie, tra oro, silenzi e infanzia violata

Circa 6000 miniere dismesse sono attualmente occupate da attività estrattive illegali, sono controllate da reti criminali transfrontaliere, attirano lavoratori migranti, principalmente da Mozambico, Zimbabwe e Lesotho, con la promessa di guadagni facili

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Speciale per Africa ExPress
Elena Gazzano
26 Maggio 2025

Le miniere abbandonate del Sudafrica, un tempo simbolo della prosperità economica, sono oggi teatro di una crisi umanitaria e criminale di vasta portata. Recenti indagini hanno rivelato un sistema di sfruttamento che coinvolge migliaia di lavoratori clandestini, noti come zama zama (espressione in isiZulu che significa “tentare la fortuna”), molti dei quali sono minori vittime di traffico e abusi sessuali.

Miniere dismesse

Secondo stime ufficiali, circa 6000 miniere dismesse sono attualmente occupate da attività estrattive illegali, causando una perdita economica annua di oltre 3 miliardi di euro per il Paese. Queste miniere, spesso controllate da reti criminali transfrontaliere, attirano lavoratori migranti, principalmente da Mozambico, Zimbabwe e Lesotho, con la promessa di guadagni facili.

Intrappolati

Una volta entrati nel sistema, molti si trovano intrappolati in condizioni disumane. “È comune che i passaporti vengano sequestrati una volta entrati in Sudafrica – ha spiegato il ricercatore Mahotla Sefuli -. Questi ragazzi non hanno modo di uscire dal sistema.”.

Il fenomeno ha attirato l’attenzione internazionale dopo la tragedia avvenuta nella miniera di Stilfontein, dove oltre 200 minatori sono rimasti intrappolati sottoterra a causa di un’operazione di polizia volta a bloccare l’accesso alla miniera. Le autorità hanno limitato deliberatamente l’invio di viveri, causando la morte di almeno 87 persone per fame e disidratazione. Tra i sopravvissuti, 31 erano minori, tutti di origine mozambicana.

Sudafrica: miniera dismessa a Stilfontein

Volontari locali, tra cui Mzwandile Mkwayi, si sono calati nei pozzi per aiutare a recuperare i corpi e salvare i superstiti. “Quando siamo scesi, l’odore era terribile. Alcuni mi hanno detto che per sopravvivere hanno mangiato carne umana”, ha raccontato Mkwayi. Il trauma vissuto da chi è sopravvissuto resta inciso nella memoria dei soccorritori: corpi emaciati, fame estrema, degrado.

Testimonianze di ONG

Le testimonianze raccolte da media e ONG raccontano anche un’altra verità. I bambini e gli adolescenti, attratti o costretti nei tunnel, diventano bersagli di sfruttamento sessuale. Alcuni cercano protezione da squadre di minatori adulti ma si trovano costretti ad accettare certe condizioni.

“Il sesso è usato anche come punizione“, ha riferito un testimone. Save the Children Sudafrica ha confermato ripetuti casi di abusi sistematici e grooming. I giovani soccorsi mostrano segnali di trauma profondo, diffidenza e isolamento.

Jonathan, un ex minatore , ha raccontato: “I ragazzi si avvicinavano a gruppi di adulti cercando protezione, ma quella protezione ha un prezzo”. Il ricercatore Makhotla Sefuli ha spiegato che i bambini vengono spesso trafficati dai Paesi vicini e privati dei documenti una volta giunti in Sudafrica, rendendo impossibile ogni fuga.

Risposta delle autorità e critiche internazionali

In risposta alla crescente crisi, il governo sudafricano ha lanciato l’operazione “Vala Umgodi” (“Chiudi il buco”), mirata a ostacolare l’accesso alle miniere illegali e a reprimere le attività dei zama zama.

Tuttavia, le tattiche adottate, come il blocco delle forniture di cibo e acqua, hanno suscitato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani, che le considerano violazioni dei diritti fondamentali. “È falso che quei minatori non volessero uscire. Erano troppo deboli. Stavano morendo”, ha dichiarato ancora Mkwayi.

La mancanza di un’azione efficace contro i responsabili degli abusi e la lentezza nelle operazioni di soccorso hanno ulteriormente alimentato le polemiche.

Evoluzione della crisi

Ad oggi, nessuno è stato incriminato per gli abusi sessuali documentati nelle miniere illegali. La polizia e il Dipartimento per lo Sviluppo Sociale non hanno risposto alle richieste di chiarimento sullo stato delle indagini. E secondo alcune fonti, molti minori non vogliono testimoniare per timore di ritorsioni.

Mentre le autorità proseguono nella sigillatura delle miniere dismesse e nelle operazioni di polizia, il fenomeno delle estrazioni illegali continua. E le condizioni che spingono migliaia di persone a entrare nei tunnel, disoccupazione, povertà, marginalizzazione, restano in gran parte irrisolte.

La presenza minorile, il traffico di esseri umani e gli abusi sono emergenze aperte, con poche garanzie per le vittime e nessun colpevole assicurato alla giustizia.

Nascosta sotto terra, un’intera economia parallela continua a sbattere contro le pareti della legalità. Mentre l’oro scorre fuori dai confini ufficiali, infanzie, corpi e voci restano intrappolati in gallerie troppo profonde per essere ignorate.

Elena Gazzano
elenagazzano6@gmail.com
https://www.instagram.com/elena.gazzano/
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