Mondlane, candidato di Podemos alla presidenza del Mozambico: “Hanno tentato di assassinarmi”

Secondo il Centro per la democrazia e diritti umani (CDD) gli attacchi delle forze dell’ordine durante le manifestazioni indette dell’opposizione hanno causato 34 morti. I feriti sono decine e centinaia gli arresti

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
11 novembre 2024

Venancio Mondlane, candidato alla presidenza del Partito Ottimista per lo Sviluppo del Mozambico (PODEMOS), ha raccontato di essere sfuggito a un attentato in Sudafrica.

L’attentato mancato

Il candidato presidente ha denunciato l’agguato in un video su Facebook postato lo scorso 4 novembre. Il contenuto del filmato è stato riportato dai media internazionali ma Africa ExPress non ne ha trovato traccia sulla pagina Fb di Mondlane.

Secondo quando scritto dalla BBC, Mondlane è dovuto scappare con la famiglia dal retro dalla sua abitazione a Sandton, ricco quartiere di Johannesburg.  Ha raccontato che alcuni assassini si erano recati a casa sua per cercare di ucciderlo. Il candidato presidente, dopo essersi rifugiato in un salone di parrucchiere, è riuscito a trovare un luogo per sfuggire ai killer. “Ero con mia moglie e mia figlia e correvo da un posto all’altro”, scrive la BBC.

Dopo l’assassinio – il 19 ottobre – di Elvino Dias, legale di PODEMOS,  e di Paulo Guambe, agente elettorale dello stesso partito, Mondlane si era rifugiato in Sudafrica. “C’era un piano studiato al millimetro dagli squadroni della morte per togliere la vita a Venancio Mondlane e a me”, aveva scritto Dias nell’aprile 2024. Il ministero degli Esteri sudafricano ha affermato all’AFP di non essere a conoscenza della presenza di Mondlane nel Paese.

Il funerale, a Maputo, di Elvino Dias e Paulo Guambe

Il successo delle proteste

La settimana di sciopero indetta da Venancio Mondlane dal 1° al 7 novembre, dopo l’omicidio di Dias e Guambe, ha sicuramente avuto successo. Le manifestazioni, con le parole d’ordine “Povo no poder” e “O Pais è nosso”, ci sono state in tutto il Paese e  hanno portato il Mozambico sotto riflettori di livello internazionale.

La polizia ha impiegato una forza eccessiva contro le manifestazioni pacifiche di protesta per i brogli elettorali, sparando lacrimogeni e proiettili veri ad altezza d’uomo. I manifestanti hanno reagito con pietre e incendiando pneumatici e auto per fare barricate.

La reazione della polizia è stata violentissima. Secondo il Centro per la democrazia e diritti umani (CDD) gli attacchi delle forze dell’ordine hanno causato 34 morti. I feriti sono decine e centinaia gli arresti.

“La polizia impedisce il diritto di manifestare e utilizza mezzi che dovrebbero essere per proteggere il popolo. Ma li usa per ammazzare lo stesso popolo che ha giurato di proteggere”, si legge sul Bollettino del CDD -.

La società civile in piazza

Centinaia di medici sono scesi in piazza. Sono loro che hanno visto i morti e curato i feriti nelle manifestazioni contro i brogli elettorali. La parola d’ordine era “Basta morti per le pallottole”.

Mondlane Manifestazione dei medici
Maputo, manifestazione dei medici mozambicani

Le femministe e artiste mozambicane hanno invece scritto un decalogo intitolato “Lascia passare il mio popolo”. Chiedono un’indagine indipendente sulle elezioni; una riforma elettorale; protezione delle libertà civili; responsabilità per gli attacchi alle manifestazioni e ai giornalisti; dialogo e riconciliazione.

Anche l’Associazione degli scrittori mozambicani (AEMO) vuole il dialogo tra le parti. Chiede un incontro urgente tra Venâncio Mondlane, e il candidato alla presidenza del FRELIMO, Daniel Chapo, per trovare una soluzione e porre fine ai conflitti nel Paese. “Mondlane e Chapo, si incontrino per porre fine all’attuale clima di instabilità e violenza, per evitare ulteriori perdite di vite umane e distruzione di infrastrutture. Si facciano concessioni reciproche senza essere guidati da arroganza o posizioni radicali”.

Il “messia” Mondlane

Il candidato alla presidenza di PODEMOS si presenta sui social anche come un religioso ispirato da poteri celesti. “Io so che Dio ha messo le sue ali sul Mozambico. Sta preparando una grande luce affinché il Mozambico possa vibrare e brillare per essere una grande Nazione nel futuro”. Tra due bandiere nazionali Mondlane, con gli occhi chiusi e le mani giunte, inizia i suoi appelli al Popolo (au Povo) sui social.

Il settimo giorno

Per l’ultimo giorno di sciopero generale, Venanzio Mondlane ha chiesto al popolo mozambicano di convogliare pacificamente nel centro di Maputo. Lì si trova Ponta Vermelha, sede della presidenza della Repubblica. Nell’ultimo appello ha invitato i mozambicani a rimanere in piazza finché non sarà ristabilito il “diritto del popolo” a governare per aver vinto le elezioni. E cita Samora Machel, primo presidente del Mozambico: “Povo no poder” (Potere al popolo).

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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@sand_pin
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