Africa futuro hub mondiale per l’idrogeno verde: progetto da mille miliardi

La produzione africana di idrogeno verde, può arrivare 50 milioni di tonnellate annue entro il 2035

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
6 gennaio 2023

L’idrogeno verde diventerà il combustibile del futuro e il suo produttore principale sarà il continente africano. È quando svela con una certa sicurezza uno studio di Banca europea per gli investimenti (EIB), International Solar Alliance (ISA) e Unione africana (AU) sul potenziale energetico dell’Africa.

Lo “straordinario potenziale africano”

Il rapporto si chiama “Africa’s Extraordinary Green Hydrogen Potential” e individua tre hub africani: Mauritania-Marocco, Africa meridionale ed Egitto. Ne dà conferma la Banca europea per gli investimenti nel suo sito. Lo studio, presentato al COP27, è stato formalmente consegnato ai partner il 20 dicembre scorso.

Africa hub idrogeno verde
Africa hub per l’idrogeno verde (Courtesy EIB)

L’idrogeno verde africano a costi competitivi

La produzione africana di H2 verde, può arrivare 50 milioni di tonnellate annue entro il 2035. Ma la domanda è: conviene produrre H2 verde? Il rapporto dice che ai punti di consegna costerebbe 1,55-1,90 euro/kg. Il prezzo equivale a 79-96 euro per barile di petrolio Brent, cui si aggiunge la CO2 per produzione.

La collaborazione con i partner africani

“L’Africa possiede la migliore energia solare del mondo – ha dichiarato Abdessalam Ould Mohamed Salah, ministro dell’Energia della Mauritania -. La trasformazione dell’energia solare in idrogeno verde può rafforzare la sicurezza energetica, ridurre le emissioni e l’inquinamento e decarbonizzare l’industria e i trasporti. La EIB sta collaborando con partner africani di tutto il mondo per sfruttare questo potenziale. L’energia rinnovabile dell’Africa può produrre idrogeno verde a basso costo su vasta scala”.

Un progetto da mille miliardi

L’investimento è di mille miliardi e, secondo le previsioni, l’idrogeno verde fornirebbe in terzo del consumo dell’energia attualmente utilizzzata in Africa. Ma il rapportano si sbilancia sui tempi di realizzazione del progetto.

La produzione di H2 contribuirebbe all’aumento di posti di lavoro, all’aumento del PIL, all’approvvigionamento di acqua pulita, alla diminuzione dell’inquinamento e a dare potere alle comunità. Un vero miracolo che va molto oltre la vaga proposta del “Piano Marshal per l’Africa”.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

Twitter:
@sand_pin
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4 COMMENTS

  1. Potere alle comunità, un sogno bello davvero. Vedere il Marocco rappresentato unito col Sahara occidentale mi fa sperare poco in partenza.

    • Grazie Joseph per il commento.
      Se si sono mossi Banca europea per gli investimenti, International Solar Alliance e Unione africana significa che il progetto potrebbe realizzarsi.
      Parte dei mille miliardi di investimento andrebbero sia al Marocco e che al Sahara Occidentale, un buon motivo per cooperare. Almeno si spera.

  2. Bellissima idea! Finalmemte qualcuno è arrivato a immaginare che i pannelli solari rendono di piú neo deserti del nord-Africa che nel nord Europa. Altra idea potrebbe essere quella di combinare l’idrogeno con la CO2 per produrre metano. Di CO2 ce n’è anche troppa e il metano prodotto potrebbe essere distribuito utilizzando i metanodotti già esistenti tra Africa e Europa. In Svizzera sono già esistenti impianti che producono metano a partire dall’idrogeno e dalla CO2 estratta dall’aria.

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