Italia presente ai mondiali di calcio in Qatar: al posto degli atleti ci saranno 560 militari

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Speciale per Africa ExPress
Luciano Bertozzi
9 settembre 2022

Le Forze Armate italiane saranno presenti in Qatar per proteggere i mondiali di calcio, che si svolgeranno nel periodo 21 novembre – 18 dicembre di quest’anno. Si tratta di una novità contenuta nel provvedimento emanato dal Governo Draghi che autorizza le missioni militari all’estero.

Mondiali di calcio 2022 in Qatar

 

Nel Paese arabo saranno inviati 560 soldati, con 46 mezzi terrestri, un mezzo navale e 2 aerei, l’onere è pari a quasi 11 milioni di euro, di cui 3,5 relativi al 2023. Del resto la spedizione, come si legge nel Documento governativo, non ha un termine di scadenza. L’evento sportivo avrà una visibilità enorme a livello mondiale.

Il torneo “potrebbe potenzialmente essere oggetto di attività ostili di natura militare o terroristica – afferma il provvedimento governativo – condotte da Stati terzi, attori non statuali, organizzazioni terroristiche transnazionali o singoli individui”.

I vertici qatarioti hanno, pertanto, espresso l’auspicio che l’Italia – insieme a un gruppo ristretto di altri Paesi, segnatamente Francia, Regno Unito, USA e Turchia – possa contribuire a garantirne la protezione”.

L’Emirato, quindi, ha costituito una task force, composta da 5.000 militari, a cui si aggiungono i contingenti internazionali. Il contributo italiano consiste, in una fase di pianificazione congiunta, per la stesura del piano di difesa, svolta nel Paese arabo.

Inoltre, sono forniti corsi e moduli formativi, da svolgere sia in Italia sia in Qatar. Durante la fase operativa saranno schierati nel Paese del Golfo  e nelle acque internazionali prospicienti, un dispositivo nazionale interforze, costituito da assetti CBRN (Chemical, biological, radiological and nuclear), Counter-IED (Counter Improvised Explosive Device), Counter-UAS (Counter Unmanned Aerial Systems), cinofili, una unità navale con elicotteri imbarcati e un radar di scoperta contro minaccia aerea. Per garantire il coordinamento delle attività operative

Il comandante del nostro contingente sarà ospitato presso l’autorità militare qatariote.

Militari italiani saranno presenti durante i mondiali di calcio in Qatar

La richiesta di supporto alle attività di difesa per i mondiali “si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni nel settore della Difesa.”

Riserve di Amnesty

Ma non tutti giudicano la cosa positivamente: “Amnesty International Italia ritiene inaccettabile il supporto militare offerto dall’Italia a un Paese colpevole di sfruttare fino allo stremo centinaia di migliaia di lavoratori migranti dal 2010, quando gli venne assegnata la Coppa del mondo del 2022.

Nel rapporto di maggio 2022 dal titolo “Prevenibile e prevedibile: perché Fifa e Qatar dovrebbero rimediare agli abusi dietro la Coppa del Mondo del 2022”, Amnesty International aveva dichiarato che la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) avrebbe dovuto mettere a disposizione almeno 440 milioni di dollari per risarcire centinaia di migliaia di lavoratori migranti vittime di sfruttamento.

Sebbene vi sia stato qualche progresso – afferma Amnesty – grazie alle iniziative del Comitato supremo per la consegna e il patrimonio (il Comitato organizzatore dei mondiali di calcio) e alle riforme promosse dalle autorità qatariote, la limitata portata e la scarsa applicazione delle une e delle altre hanno fatto sì che le violazioni proseguissero e che i lavoratori migranti avessero scarso accesso alle forme di riparazione.”

L’associazione ha chiesto al governo quale posizione intenda assumere per il  rischio di possibili violazioni dei diritti umani da parte delle autorità locali, nei confronti della comunità LGBTQIA+ o di iniziative di protesta pacifica.

La ONG ha anche chiesto al parlamento di rivedere l’autorizzazione alla missione nell’ottica del rispetto dei diritti umani e non degli interessi economici. La risposta è stata, come previsto, un silenzio assordante.

Le vendite di armi

Del resto i rapporti in ballo sono enormi. Il Paese arabo è stato nel 2021, nel 2018 e nel 2019 il principale cliente dell’industria della Difesa italiana, con circa 7,5 miliardi di euro di autorizzazioni all’esportazione, concesse nel quinquennio 2016-21. Leonardo e Fincantieri, entrambe controllate dal ministero dell’Economia hanno fatto affari d’oro con Doha.

La prima ha venduto con una commessa miliardaria 24 caccia Eurofighter e quest’anno sei aerei addestratori M-346, velivoli che possono anche essere armati con missili o bombe.

Tale contratto rientra nell’accordo di cooperazione italo-qatariota del 2020 che include anche la formazione dei piloti in Italia, in particolare presso l’International Flight Training School di Galatina (Lecce).

Sempre Leonardo ha fornito, pochi mesi fa, due elicotteri per operazioni navali NFH. Tali velivoli sono parte della maxicommessa da 3 miliardi di euro siglata nel 2018 da NH Industries, di cui Leonardo possiede il 32 per cento.

Anche in questo caso la formazione degli elicotteristi avviene in Italia. Fincantieri è impegnata a fornire diverse navi per un valore di 4 miliardi comprendenti due pattugliatori, quattro corvette e una unità anfibia.

Il nostro ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha incontrato a La Spezia con il vice primo ministro e ministro di Stato per gli affari della Difesa del Qatar, Khalid bin Mohamed Al Attyiah, per la consegna del pattugliatore d’altura “Sheraouh”, prodotto da Fincantieri.

Guerini ha così definito i rapporti bilaterali tra i due Paesi:  “La cooperazione tra Italia e Qatar con l’intesa nel settore Difesa, coprono numerose attività di spiccato valore strategico”

Gli interessi nelle energie fossili

La grande rilevanza del Qatar interessa anche il settore energetico divenuto fondamentale alla luce della necessità di diversificare le forniture.

A giugno Eni e Qatar Energy hanno firmato un’intesa che consente al Cane a sei zampe di entrare nel più grande progetto mondiale per l’estrazione di gas naturale liquefatto.

Questi ingenti investimenti nelle energie fossili rischiano, tuttavia, di vanificare la lotta al cambiamento climatico e gli obiettivi fissati a livello internazionale in tal senso

Luciano Bertozzi
luciano.bertozzi@tiscali.it
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