Difesa dei cristiani o mani sulle risorse? Cosa ha spinto Trump a bombardare la Nigeria

Lo Stato africano nega motivazioni religiose e parla di attacco contro banditi. Le miniere di litio e terre rare fanno gola agli americani. Molti dettagli degli attacchi restano poco chiari

0
243

Speciale per Africa ExPress
Massimo A. Alberizzi
28 dicembre 2025

Il giorno di Natale gli americani hanno bombardato alcune zone nord occidentali e centrali della Nigeria. Il presidente Trump, si legge nei resoconti, ha voluto colpire basi di terroristi rei di aver massacrato comunità cristiane. Se non Trump, i suoi consiglieri dovrebbero sapere benissimo che in Nigeria i terroristi ammazzano sì i cristiani ma anche, e in quantità superiore, i musulmani.

Il 14 aprile 2014 a Chibok i terroristi islamici di Boko Haram rapirono 276 studentesse di una scuola femminile. Erano tutte musulmane. A oltre 10 anni di distanza di 98 di loro non si sa nulla.

Il bombardamento natalizio in Nigeria non è ancora stato chiarito completamente. Anzi, cosa sia realmente accaduto è piuttosto confuso. Washington e Abuja hanno fornito versioni piuttosto diverse.

Foto diffusa dal ministero della Guerra americano, in cui si vede il lancio di un missile

C’è qualcosa che mira a confondere l’opinione pubblica perché gli obiettivi dell’attacco americano non sono affatto chiari.

Innanzitutto la scelta di colpire il nord ovest è piuttosto controversa poiché i jihadisti nigeriani sono concentrati principalmente nel nord-est del Paese. E allora perché è stato scelto il nord ovest?

Piccolo gruppo

Qualcuno in Nigeria ha recentemente ipotizzato che l’obiettivo fosse il gruppo armato, piccolo e semi sconosciuto, Lakurawa – la principale formazione jihadista situata nello Stato settentrionale di Sokoto legata, sembra, però non è certo, alla Provincia del Sahel dello Stato Islamico (ISSP) – ma  fonti diplomatiche contattate da Africa ExPress hanno respinto questa ipotesi.

Tra l’altro si stima che Lakurawa disponga di una forza di soli 200 uomini.

Questi i resti di una bomba o di un missile caduto nel sokolo State

Peraltro all’inizio di dicembre l’affermazione di Trump secondo cui la violenza nel Paese è dovuta a una “persecuzione” contro i cristiani, un’interpretazione utilizzata da tempo dalla destra religiosa statunitense, ha provocato la reazione del governo nigeriano e degli osservatori indipendenti che hanno respinto l’accusa.

“La descrizione della violenza in Nigeria come “religiosa”, la mancanza di chiarezza sugli obiettivi e il fatto che gli attacchi siano stati rinviati fino a Natale – spiega Blessing Akele, la corrispondente di Africa ExPress dalla Nigeria – alimentano le preoccupazioni dei critici secondo cui l’attacco è stato più simbolico che concreto”.

Qui e nelle seguenti foto i danni causati dal bombardamento americano

Blessing conferma che le mire degli Stati Uniti sulla Nigeria non riguardano solamente la tutela degli interessi petroliferi delle compagnie americane, ma anche e risorse minerarie che recentemente sono state valutate come “ingenti”. 

Giacimenti di litio, oro e di altre terre rare sono state individuati in 10 Stati nigeriani, tra cui il Kwara, confinante con il Sokolo colpiti entrambi dalle bombe americane.

Ma i dettagli degli attacchi non sono stati rivelati, anche se occorre rilevare alcune curiosità che che lasciano perplessi. Due giorni dopo l’attacco, il 27 dicembre, il governatore di Sokoto State, Ahmad Aliyu, nel presentare le nuove iniziative per combattere il banditismo ha ringraziato le forze di sicurezza militari e della polizia senza fare alcun accenno all’attacco USA.

Celebrazioni natalizie

Nello stesso giorno, per le celebrazioni natalizie, il generale Waidi Shaibu, capo di Stato maggiore in visita alle troppe di stanza nel Sokolo per ringraziare e lodare gli sforzi dei soldati nella riduzione delle attività terroristiche nel territorio, ha assicurato maggiori sostegni logistici.

Ma anche lui non ha fatto menzione dell’intervento militare missilistico e di droni USA e non ha assolutamente citato il movente religioso. Ha invece ringraziato per aver attaccato “i banditi”.

Secondo il quotidiano nigeriano The Guardian a complicare le cose sta il fatto che gli attacchi sono stati ritardati dal presidente americano Donald Trump, probabilmente per dare all’azione un significato simbolico: colpire il giorno di Natale. Sono poi volate accuse secondo cui Washington non avrebbe voluto rilasciare una dichiarazione congiunta con i nigeriani.

Nessuna informazione

“Né la Nigeria né i suoi amici internazionali hanno ancora fornito informazioni chiare e verificabili su ciò che è stato effettivamente colpito”, ha spiegato Blessing Akele. 

Secondo The Guardian, Mohammed Idris, ministro dell’informazione del Paese, ha dichiarato venerdì sera che gli attacchi “hanno preso di mira elementi dell’ISIS che tentavano di penetrare in Nigeria dal corridoio del Sahel”.

Però in un’intervista a Sky News, Daniel Bwala, consigliere del presidente nigeriano Bola Tinubu, ha indicato come obbiettivo i campi di addestramento del gruppo Lakurawa, chiamandoli “banditi” e non terroristi.

Gli analisti e il partito di opposizione People’s Democratic Party hanno criticato aspramente il governo per aver permesso alle “potenze straniere” di “dare la notizia delle operazioni di sicurezza nel nostro Paese prima del nostro governo”.

Trump si auto attribuisce il merito

Infatti sui social media la notte dell’attacco, Trump è stato il primo ad attribuirsi il merito degli attacchi e così ha suscitato la preoccupazione dei nigeriani che la loro sovranità fosse stata violata.

Il presidente americano ha anche dichiarato al quotidiano statunitense Politico che le azioni erano state programmate prima di giovedì. “Ma io – ha sostenuto orgogliosamente – ho insistito perché l’attacco fosse portato il giorno di Natale. ‘Facciamogli un bel regalo’, ho detto”.

La mattina seguente all’attacco, il ministro degli Esteri nigeriano Yusuf Tuggar, ha insistito sul fatto che si era trattato di un’operazione congiunta, con Tinubu, che alla fine ha dato il via libera, e la Nigeria, che ha fornito le informazioni di intelligence per gli attacchi.

In seguito Tuggar ha dichiarato all’emittente Arise News che, al telefono con il segretario di Stato americano Marco Rubio prima degli attacchi, aveva concordato che Stati Uniti e Nigeria avrebbero  rilasciato una dichiarazione congiunta. Ma Washington, violando l’accordo ha diffuso la propria.

Corridoio del Sahel

Mohammed Idris, ministro dell’informazione nigeriano, ha dichiarato venerdì sera che gli attacchi “hanno preso di mira elementi dell’ISIS che tentavano di penetrare in Nigeria dal corridoio del Sahel.  Sono state colpite due importanti enclavi terroristiche nel distretto di Tangaza, nello Stato di Sokoto”.

Altri villaggi sono stati bersagliati da quelli che il ministro dell’Informazione ha definito “schegge”, residui cioè degli attacchi.

Le immagini di un fotografo della France Presse a Offa, nel vicino stato di Kwara (dove ci sono le miniere di Litio, ndr), mostravano edifici crollati, con effetti personali sparsi tra le macerie.

Le esplosioni nella città di Jabo, nello stato di Sokoto, apparentemente causate dalle schegge hanno scosso la comunità e “ci hanno sorpreso perché questa zona non è mai stata” una roccaforte dei gruppi armati, ha detto alla France Presse Haruna Kallah, residente locale. Non sono state segnalate vittime civili.

Tipo di proiettili

Divergenze anche su tipo di proiettili utilizzati. I racconti divergono. L’esercito statunitense ha diffuso un video che mostra una nave della marina militare che lancia quelli che sembrano essere missili.

Idris ha affermato invece che “gli attacchi sono stati lanciati da piattaforme marittime con base nel Golfo di Guinea”. Ha anche detto che “sono state utilizzate in totale 16 bombe di precisione guidate da GPS con droni MQ-9 Reaper”.

Comunque, entrambi i Paesi hanno dichiarato che sono in programma ulteriori attacchi.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
X malberizzi©
RIPRODUZIONE RISERVATA

Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero
+39 345 211 73 43 

Ci si può abbonare gratuitamente ad Africa Express sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress
e sul canale Whatsapp https://whatsapp.com/channel/0029VagSMO8Id7nLfglkas1R

Minacce americane alla Nigeria: “Se gli islamisti non smettono di uccidere i cristiani interveniamo”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here