Libia: l’Italia finanzia i centri dei migranti: Amnesty denuncia violenze “agghiaccianti”

0
2496
Un centro di detenzione per migranti in Libia

Speciale per Africa ExPress
Luciano Bertozzi
Febbraio 2022

“Rimango gravemente preoccupato per le continue violazioni dei diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Libia”, ha dichiarato il Segretario Generale ONU, Antonio Guterres in un rapporto per il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e reso noto dall’Associated Press.

Migranti e rifugiati – sempre secondo Guterres –ย  donne e uomini hanno continuato a far fronte a crescenti rischi di stupro, molestie sessuali e tratta da parte di gruppi armati, traffico transnazionale e trafficanti, nonchรฉ funzionari della direzione per la lotta all’immigrazione illegale, che opera sotto il ministero dell’Interno”. Il numero 1 dell’organizzazione internazionale ha anche quantificato in oltre 12.000 gli ufficialmente detenuti in 27 carceri e strutture penali in tutta la Libia. Altre migliaia sono trattenute illegalmente e spesso in โ€œcondizioni disumane in prigioni controllate da gruppi armati o addirittura segrete”.

Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU

Guterres ha anche sottolineato la detenzione arbitrariaย  di migranti e rifugiatiย  intercettati dalla Guardia costiera libica, mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Si tratta, secondo i dati ONU al 14 dicembre 2021, di ben 30.900 persone, โ€œquasi tre volte il numero totale di persone rimpatriate nel 2020 (12.000 persone)โ€.

Il viaggio compiuto con imbarcazioni fatiscenti ha comportato un pesante tributo di vite umane: oltre 1.300 persone sono morte o scomparse durante il viaggio. Il capo del Palazzo di Vetro ha espresso seria preoccupazione anche per le persone che sono rimaste senza casa da ottobre in poi, in seguito alle diffuse operazioni di sicurezza compiute dalle autoritร  libiche. Durante quei rastrellamenti ย “รจ stata usata una forza eccessiva e sproporzionata”.

Ma queste precise accuse lanciate da un protagonista della diplomazia internazionale non hanno avuto alcun esito. Le cancellerie dei Paesi europei ed il governo italiano, in particolare, continuano la politica di sostegno incondizionata alla Libia, finanziandone l’apparato repressivo con decine di milioni di euro l’anno e fornendo i mezzi navali per respingere i migranti. In questi giorni ricorre il quinto anniversario del Memorandum dโ€™intesa bilaterale, firmato da Italia e Libia il 2 febbraio 2017 ed in questo lasso di tempo – secondo Amnesty Internationaloltre 82.000 persone intercettate in mare sono state riportate in Libia.

Le cose, purtroppo, non stanno cambiando, un esempio in tal senso โ€“ secondo Amnesty – รจ la recente nomina alla guida del Dipartimento per il contrasto dellโ€™immigrazione illegale di Mohamed al-Khoja, che in precedenza controllava il centro di detenzione di Tariq al-Sikka, al cui interno erano state documentate diffuse violenze. “Italia, Malta e Unione Europea hanno contribuito โ€“ secondo Matteo de Bellis, ricercatore di Amnesty International su migrazione e asilo – alla cattura in mare di decine di migliaia di donne, uomini e bambini, finiti in gran parte in centri di detenzione agghiaccianti, dove la tortura รจ allโ€™ordine del giorno. Innumerevoli altre persone sono state vittime di sparizione forzataโ€.

In base agli Accordi internazionali รจ consentito alle autoritร  libiche di poter riportare nel Paese le persone intercettate in mare, nonostante sia vietato trasferire le stesse in un luogo nel quale rischiano di subire gravi violazioni dei diritti umani.

Un centro di detenzione per migranti in Libia

In questo contesto, nei giorni scorsi, secondo il giornale libico Al wasat il nostro Paese ha fornito mezzi per il contrasto all’immigrazione clandestina per un ammontare di 42 milioni di euro. Tali attrezzature comprendono unโ€™officina mobile per la manutenzione, pezzi di ricambio per imbarcazioni, uffici amministrativi mobili e supporto logistico per le attivitร  di soccorso nel contesto delle missioni di ricerca in mare. Ultimamente,ย  inoltre, il sottosegretario del ministero degli Esteri libico per la Cooperazione e le Organizzazioni Internazionali, Omar Keti, ha chiesto all’ambasciatore italiano a Tripoli di riprendere i progetti sospesi, per assistere la Libia nella lotta allโ€™immigrazione illegale.

Tuttavia c’รจ chi non si arrende e questa perdita di umanitร : le ONG, che fra mille difficoltร  cercano di salvare chi scappa dall’inferno libico. Alcune sentenze hanno sancito la piena legalitร  della loro opera di salvataggio, archiviando le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, come nel casoย  del comandante e del capomissione della nave Mediterranea, per non aver consegnato i migranti alla guardia costiera libica. La Libia non puรฒ essere considerata un luogo sicuro, .

E’ ora di porre termine, quindi, a questa collaborazione pericolosa fra Italia e Libia, che produce solo tante sofferenze e ripristinare attivitร  finalizzate al soccorso in mare di chi cerca solo una vita piรน dignitosa in Europa, scappando dai Paesi della guerra e della fame

Luciano Bertozzi
luciano.bertozzi@tiscali.it
ยฉ RIPRODUZIONE RISERVATA

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here