Respingimenti migranti in Mauritania: “Non siamo la guardia di frontiera dell’UE”

Nouakchott difende la propria politica sui flussi migratori. Situazione disperata dei subsahariani a Rosso

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 maggio 2025

Secondo una stima dell’Associazione Mauritana per i Diritti Umani (AMDH), solo a marzo sono state respinte 1.200 persone, tra loro molti in possesso di permesso di soggiorno. L’ex colonia francese è un punto di transito e di partenza per i migranti che dall’Africa occidentale cercano di raggiungere le Isole Canarie e quindi l’Europa via mare.

Per questo motivo, all’inizio dello scorso anno, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, erano volati a NouakchottNell’occasione, per arginare il flusso migratorio, è stato siglato un accordo di un finanziamento di 210milioni entro la fine del 2024. Quest’anno Bruxelles ha promesso altri 4 milioni di euro per fornire cibo, assistenza medica ai migranti.

Rotta atlantica verso l’Europa

Subito dopo le prime espulsioni di massa, il Mali aveva espresso indignazione per i respingimenti repressivi e disumani di Nouakchott. E in aprile, in occasione di colloqui a Bamako tra Mohamed Salem Ould Merzoug, ministro degli Esteri mauritano e Assimi Goïta, leader golpista del Mali, le parti si erano accordate per una migliore cooperazione per quanto riguarda i flussi migratori verso la Mauritania. Entrambi i governi avevano promesso maggiori controlli, specie sui social network per stanare i trafficanti di esseri umani e i falsari di passaporti. Molti migranti in possesso di documenti di viaggio maliani erano poi risultati essere originari di altri Paesi subsahariani.

Respingimenti xenofobi

Anche Dakar ha protestato per il trattamento dei migranti in Mauritania. Un membro dell’Assemblea nazionale senegalese ha persino apostrofato le deportazioni come “respingimenti xenofobi” e ha chiesto al suo governo di avviare un’indagine.

Qualche settimana fa il ministro degli Esteri mauritano ha sottolineato che il suo Paese non è la “guardia di frontiera dell’Europa”. Ha poi difeso la politica del suo governo: “La Mauritania è crocevia tra l’Africa subsahariana, il Maghreb e l’Europa ed è dunque al centro delle dinamiche migratorie del continente. La nostra situazione geografica ci espone, ma ci conferisce di gestire questi movimenti in modo ordinato e legale, nel rispetto dei diritti fondamentali”.

La Mauritania non ha preso solo di mira i migranti che intendono imbarcarsi verso le Canarie. Ora sono soggetti alla deportazione forzata anche coloro che risiedono nel Paese da anni per motivi di lavoro e con tutti documenti in regola.

Gli stranieri provenienti da altri Paesi subsahariani rischiano di essere arrestati dalla polizia e deportati a Rosso. La città mauritana, capoluogo della regione di Trarza è situata sulla sponda destra del fiume Senegal che segna il confine tra il Paese vicini. In seguito vengono imbarcati su un traghetto e trasportati alla parte senegalese di Rosso, dove ora sono confinate persone di diverse nazionalità.

Derubati di cellulari, soldi

Un giovane nigeriano che porta segni di bastonate e altre ferite sul corpo, ha raccontato ai reporter di AFP di essere stato arrestato insieme a altri subsahariani. “Ci hanno fermato e picchiato senza dire nemmeno una parola. Poi ci hanno portato via tutto: cellulari, soldi, orologi. Siamo stati ammanettati e buttati su bus carichi fino all’inverosimile alla volta di Rosso.

Rosso: confine tra Mauritania e Senegal: situazione disperata dei migranti espulsi

Un operatore umanitario ha poi raccontato le difficolta di chi cerca di assistere le persone a Rosso; purtroppo gli aiuti non bastano per tutti. Mancano acqua, cibo e tende/ripari.

Diversi analisti, anche a Bruxelles, ritengono che l’ondata di migranti verso la Mauritania sia dovuta anche alla grave crisi che sta attraversando il Sahel. Per esempio in Mali comunità locali vengono attaccate sia da gruppi terroristi, sia dalle forze governative e/o dai loro partner (Africa Force, ex Wagner). In molti hanno cercato protezione nel Paese limitrofo per fuggire a aggressioni e violenze.

Anche mauritani neri temono deportazione

Persino alcuni mauritani neri temono di essere inclusi in queste deportazioni. Va ricordato che la società mauritana è ancora suddivisa in caste. I “mauri” bianchi o “beydens”, di origini arabe-berbere, costituiscono la classe dominante, mentre gli haratines e gli afro-mauritani appartengono alla “classe inferiore” e non hanno quasi mai potuto occupare posti di prestigio nella società. E lo status di schiavo viene ancor oggi tramandato da madre in figlio.

Sulla carta tale asservimento è stato ufficialmente abolito nel 1981, e poi nuovamente il 12 agosto 2015. Ora la nuova legge lo considera come un reato contro l’umanità. Ma nella realtà la schiavitù in questo angolo di mondo esiste ancora.

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes

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