Angola: il partito al potere vince le elezioni e l’opposizione accusa di brogli e non accetta il risultato

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
30 agosto 2022

La lunga attesa è finita. Ieri sera la Commissione Elettorale Nazionale (CNE) ha dichiarato Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola (MPLA), partito al potere dall’indipendenza dal Portogallo nel 1975, vincitore della tornata elettorale che si è svolta che si è svolta il 24 agosto 2022 .

João Lourenço, presidente dell’Angola al suo secondo mandato

Secondo i dati ufficiali rilasciati dal CNE, il MPLA si è aggiudicato il 51,17 delle preferenze, mentre il maggior partito all’opposizione, Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola (UNITA), guidato dal carismatico Adalberto Costa Júnior, si è fermato al 43,95 per cento.

Meno della metà degli angolani aventi diritto al voto si sono presentati ai seggi. Comunque l’opposizione avanza. Nel 2017 il partito al potere aveva vinto con il 61 per cento dei voti e nel 2012 aveva ottenuto il 71,84 per cento.

E, subito dopo l’annuncio dei dati definitivi, il presidente del CNE, Manuel Pereira da Silva, ha proclamato Joao Manuel Gonçalves Lourenço, presidente dell’Angola al suo secondo mandato. Quattro dei sedici membri del CNE non hanno firmato il risultato finale, hanno espresso dubbi sul processo elettorale.

Nel Paese non esistono le presidenziali: il capo della lista del partito vincitore delle elezioni legislative è automaticamente investito della carica di Capo di Stato.

MPLA, pur mantenendo 124 seggi su 220 in parlamento, perde la maggioranza dei due terzi, ciò che permette al partito al potere di far passare le leggi senza il sostegno di un altro partito.

Il leader dell’UNITA, Adalberto Costa Junior, ha contestato l’esito del voto ancor prima che fossero pubblicati i risultati definitivi e ha indicato discrepanze tra il conteggio della commissione e quello della principale coalizione di opposizione.

Adalberto Costa Junior, leader dell’UNITA

UNITA sostiene di non essere stato informato della decisione della commissione di ratificare i risultati e di non aver ricevuto una copia del verbale del conteggio. Costa Junior ha chiesto ai suoi sostenitori a mantenere la calma.

Ora i candidati hanno 72 ore di tempo dopo l’annuncio dei risultati per presentare ricorso alla Corte costituzionale.

Molti giovani hanno votato per il cambiamento proposto dal leader di UNITA, come lotta alla povertà, alla corruzione e altro ancora. La generazione nata dopo la guerra civile, terminata nel 2002 (520 mila morti in 27 anni), non ha più gli stessi legami con MPLA come coloro che hanno vissuto la tragedia del conflitto interno.

Il capo della missione di osservatori elettorali della Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP), Jorge Carlos Fonseca, ex presidente di Capo Verde, ha dichiarato alla CNN Portogallo che la valutazione iniziale della delegazione non afferma che il voto è stato equo e libero.

Fonseca ha sottolineato che nelle liste elettorali sono state inserite anche 2,7 milioni di persone ormai decedute, inoltre, i delegati dei partiti non avrebbero avuto accesso alle liste nei seggi.

Un portavoce dell’Unione Europea ha dichiarato che le elezioni si sono svolte in modo pacifico, ma di essere a conoscenza di lamentele espresse dall’opposizione e dalla società civile a proposito di alcune carenze che si sono presentate durante il processo elettorale.

Il giorno prima dell’annuncio definitivo dei risultati elettorali si sono svolti i funerali dello storico leader del Paese, Edoardo dos Santos. Non si era ripresentato alle elezioni del 2017, passando così lo scettro al suo delfino, un ex generale e suo ministro alla Difesa.

Angola: funerali di Stato di Edoardo dos Santos

Il vecchio leader è uscito definitivamente dalla scena politica della ex colonia lusitana l’anno seguente, quando gli è stata tolta la leadership del partito, incarico conferito a Lourenço, il nuovo presidente del Paese.

Nell’ottobre del 2018, di fronte a una platea di oltre 300 delegati del partito, ha salutato i presenti con un lungo discorso e “Solo sbagliando si impara”, ha detto tra l’altro l’ex dittatore, ammettendo così pubblicamente di aver commesso “errori” durante i quasi quarant’anni alla guida del suo Paese.

Grazie alle leggi approvate prima di lasciare la presidenza, che gli hanno conferito un’ampia immunità giudiziaria, dos Santos non è mai stato perseguito penalmente, malgrado si sia appropriato dei proventi del petrolio per il suo clan prima di essere costretto all’esilio.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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