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giovedì, Dicembre 18, 2025

Il Cremlino non demorde: continua l’arruolamento di giovani africani per combattere in Ucraina

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 18 dicembre...

Namibia, anche cambiando nome Adolf Hitler vince le elezioni per la quinta volta



Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus 17 dicembre 2025 Adolf...

Bombardata dai ribelli base ONU in Sudan: uccisi 6 caschi blu

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 15 dicembre...
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Eritrea, lo stato che ricatta i suoi cittadini all’estero

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Il governo eritreo impone arbitrariamente agli emigrati nel nostro e in altri Paesi un tributo del 2 per cento sui redditi. A chi non paga non vengono rinnovati i documenti, viene impedito di compiere atti giuridici in patria ed è proibito inviare aiuti alla famiglia. Una situazione che nasconde interessi poco chiari, tollerata dalle autorità italiane.
di Enrico Casale

Aiuti arrivati in ritardo: uccisi dalla fame in meno di due anni 260 mila somali (la metà bambini)

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Africa ExPress
2 maggio 2013

Quasi 260 mila somali sono morti di fame durante la crisi umanitaria che ha sconvolto l’ex colonia italiana dall’ottobre 2010 all’aprile 2012. La metà delle vittime, 133 mila, erano bambini sotto l’età dei 5 anni. Le cifre sono così alte – rivela un rapporto delle Nazioni Unite – perché la comunità internazionale ha tardato a intervenire.

Due giorni di violenti scontri in Nigeria, l’esercito devasta una città roccaforte di Boko Haram

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Il 16 e 17 aprile scorsi sono stati giorni di devastazione e morte per gli abitanti di Baga, centro del Borno State, all’estremo nord della Nigeria sulle rive del Lago Ciad. I miliziani dell’organizzazione radicale islamica Boko Haram hanno attaccato una pattuglia militare e ucciso un soldato. La reazione dell’esercito non si è fatta attendere. Gruppi armati sono entrati casa per casa ammazzando, saccheggiando, distruggendo.

Ghana, i leader tradizionali vietano gli omicidi rituali di bambini disabili

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Massimo A. Alberizzi
30 aprile 2014
I leader locali nel nord del Ghana hanno annunciato l’abolizione degli omicidi rituali di bambini innocenti nati con disabilità fisiche. Secondo le superstizioni si crede che i bimbi nati con qualche handicap siano posseduti da spiriti maligni. I “figli spirituali”, come vengono chiamati, sono considerati come portatori di sventura e magari pronti a far bere a genitori e parenti pozioni velenose per ucciderli.

A Niamey non c’è lavoro ma il 1° maggio si festeggia ugualmente

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Ci sarà il corteo del primo maggio e la sfilata di quanto rimane dei lavoratori di Niamey. Invece i sindacati sono tanti e troppi per essere credibili. Piccole industrie e qualche tentativo di laboratorio nella zona industrriale sulla strada di Saga colpita dall’inondazione. Ci sono gli impiegati dei ministeri e le migliaia di insegnanti dai contratti precari. Le ONG che rappresentano la società civile  infiltrata e pagata dal potere. Sono due anni che è iniziato il ‘Rinascimento’ del Niger. Non è invece rinato il modo di interpretare la politica. Il Niger si è offerto di occupare l’ultimo posto della lista dei paesi nell’indice di sviluppo umano.Il corteo del primo maggio è uno dei riti della repubblica.

Uomini armati bloccano il ministero degli Esteri a Tripoli

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Almeno duecento uomini armati, a bordo di 20 camionette armate con cannoncini antiaerei e mitragliatrici pesanti, hanno circondato il ministero degli esteri a Tripoli. Hanno chiesto che chi lavorava per il regime del deposto dittatore Muammar Gheddafi fosse allontanato dal posto di lavoro. Loro compagni armi in pugno si sono posizionati all’entrata della strada che conduce al ministero e hanno dirottato il traffico per tenere isolato il palazzo. Altri hanno picchettato l’edificio e impedito l’entrata di chi ci lavora.

I ribelli sudanesi occupano una città a 500 chilometri da Khartoum

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Dopo mesi di stasi, scaramucce assalti, imboscate o scontri veloci, riprende alla grande la guerra in Sudan, per il controllo del Darfur, del Sud Kordofan e del Blue Nile. . Gli uomini del JEM (Justice and Equality Movement) si stanno avvicinando a Khartum e ieri hanno conquistato la città di Um Rawaba, nel Nord Kordofan, a est di El Obeid e a 500 chilometri dalla capitale. I portavoce del JEM hanno confermato la notizia negando violenze sulla popolazione civile e saccheggi. Al contrario lo stringer di Africa ExPress da Khartum ha invece confermato che secondo informazioni raccolte via telefono, i ribelli quando sono entrati a Um Rawaba hanno razziato il mercato e alcune banche.

Guinea, all’assalto dei giacimenti di ferro con tangenti milionarie

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Beny Steinmetz, il magnate minerario israeliano che ha investimenti massicci in Congo-Kinshasa e in Guinea, ha citato in giudizio la società di pubbliche relazioni FTI Consulting e il suo presidente per l’Europa, Lord Mark Malloch-Brown. Secondo la rivista specializzata Africa Confidential, Nel maggio 2009 Steinmetz aveva nominato la FTI come consulente per se stesso e per la sua ditta Beny Steinmetz Group Resources (BSGR). Ora l’ha portata in tribunale, chiedendo i danni: sostiene che nel novembre scorso la FTI ha rotto i  rapporti con la BSGR perché Malloch-Brown ha ceduto alle pressioni del miliardario filantropo George Soros.

Malloch-Brown, un ex funzionario delle Nazioni Unite, Vice Segretario Generale e ex ministro britannico dello Sviluppo, ha ereditato la Steinmetz, un cliente controverso, quando è arrivato alla FTI. Steinmetz sostiene che il dovere di Malloch-Brown a rappresentarlo si scontrava con il rapporto di amicizia e fiducia che questi aveva con Soros. Insomma si sarebbe trattato di una violazione del rapporto fiduciario tra la BSGR e la FTI. Steinmetz, inoltre, sostiene di essere stato diffamato.Mark Malloch-Brown

Soros e Steinmetz hanno interessi comuni, anche se divergenti, in Guinea. Il nuovo presidente del Paese, Alpha Condé, eletto nel novembre 2010, ha chiamato Soros come suo consigliere particolare per introdurre un nuovo codice di comportamento da applicare alle concessioni minerarie e elaborare nuovi standard di correttezza e trasparenza. Le organizzazioni non governative coinvolte da Condé sostengono questa iniziativa di moralizzazione.

Nel frattempo, il governo di Conakry accusa Steinmetz di aver corrotto il governo del defunto Lansana Conté, predecessore di Alpha Condé, che ha permesso al magnate israeliano di strappare alla multinazionale anglo-australiana Rio Tinto i diritti di sfruttamento del gigantesco giacimento di ferro che si trova nelle colline Simandou. Steinmetz, nega con forza gli addebiti e le accuse secondo cui avrebbe pagato i permessi di sfruttamento un quarto del loro valore: 500 milioni di dollari invece di 2 miliardi.

Mappa Simandou

Nel 2008 il governo della Guinea, allora guidato da Lansana Conté ordinò alla Rio Tinto di restituire i blocchi 1 e 2, con la scusa che non erano iniziate le operazioni di sfruttamento. Poco dopo quei blocchi furono assegnati senza nessuna gara alla BSGR. Nel marzo 2010 la Rio Tinto e il suo azionista più importante la Chinalco, firmarono un accordo preliminare per sviluppare il progetto di sfruttamento dei blocchi 3 e 4.

La Beny Steinmetz Group Resources sostiene che la FTI ha utilizzato informazioni sensibili di cui era a conoscenza, protette dalle leggi sulla privacy e di aver sottratto registrazioni elettroniche. Inoltre la società dice di possedere e-mail interne, nelle quale Malloch-Brown denigra Steinmetz. All’interno dalla FTI, per altro, è scoppiata una lotta tra chi voleva mantenere nel portafoglio un cliente ricco come la BAGR e chi voleva sbarazzarsene conoscendo la spregiudicatezza dei comportamenti. Montagne Simandou

Ma la denuncia di Steinmetz contro la FTI nasconde una guerra senza esclusione di colpi per il controllo dei monti Simandou, nelle cui viscere si nasconde uno dei giacimenti di ferro più grandi del mondo. Basta pensare che il progetto della Rio Tinto per i blocchi 3 e 4, il cui sfruttamento dovrebbe cominciare nel 2015, prevede la costruzione di 650 chilometri di ferrovie per trasportare il minerale di ferro dalle miniere a Matakong, sulla costa, dove è prevista la costruzione di un porto per trasferirlo sulle navi la cui destinazione primaria sarà la Cina.

La guerra di Simandou vede impegnata anche l’FBI. Domenica 14 aprile il francese  Frederic Cilins, il rappresentante di Beny Steinmetz, a Conackry, è stato arrestato (non è ben chiaro se a Jacksonville, in Florida, o a New York) in accordo con il Foreign Corrupt Practices Act, che permette alla giustizia americana di perseguire casi di corruzione anche fuori dal territorio statunitense. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: tentativo di subornare un testimone, ostruzione della giustizia, tentata distruzione di documenti richiesti da una corte federale.

L’inchiesta del Federal  Bureau of Investigation è cominciata nel gennaio scorso e mira a stabilire se ci sono stati pagamenti illegali (ma i giudici ne sono convinti) per acquisire le concessioni sui preziosi giacimenti di ferro in Guinea.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

Nelle foto Mark Malloch-Brown, le montagne Simandou. In alto la mappa di dove si trova l’immenso giacimento

Londra apre l’ambasciata a Mogadiscio. Brutta figura dell’Italia

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Sei container, adibiti a ufficio. Così la Gran Bretagna ha aperto a Mogadiscio la prima ambasciata dell’Unione Europea battendo l’Italia, nonostante il nostro ambasciatore Andrea Mazzella, sostenuto dal sottosegretario Staffan De Mistura, ma non dal governo e non dal parlamento, abbia tentato da mesi in tutti i modi di organizzare un ufficio. E così l’Italia perde la leadership in quella che era una delle sue colonie, nonostante l’impegno dei diplomatici che si sono succeduti a gestire i rapporti con la Somalia e le promesse dei vari ministri degli esteri che si sono succeduti alla Farnesina.

Sudan, ucciso in Darfur un capo ribelle accusato dal tribunale internazionale di crimini di guerra

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Un capo ribelle sudanese, Saleh Mohammed Jerbo Jamus, più conosciuto semplicemente come Salah Jerbo, accusato dal tribunale penale internazionale di crimini di guerra, è stato ucciso in combattimento in Darfur. Lo hanno comunicato gli avvocati che lo difendono a L’Aja, secondo cui il leader sarebbe morto venerdì scorso in combattimento in Nord Darfur.