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giovedì, Dicembre 18, 2025

Il Cremlino non demorde: continua l’arruolamento di giovani africani per combattere in Ucraina

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 18 dicembre...

Namibia, anche cambiando nome Adolf Hitler vince le elezioni per la quinta volta



Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus 17 dicembre 2025 Adolf...

Bombardata dai ribelli base ONU in Sudan: uccisi 6 caschi blu

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Nigeria dichiarato lo stato d’emergenza nel nord est del Paese

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Dopo uno stillicidio continuo di attacchi da parte degli integralisti di Boko Haram, il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan ha dichiarato lo stato di emergenza in tre Stati, Borno, Adamawa e Yobe. “I militari – ha spiegato con grande enfasi il leader nigeriano in un intervento alla televisione – prenderanno tutte le iniziative necessarie a mettere fine all’impunità di cui godono i terroristi”. Jonathan ha annunciato poi l’invio di nuove truppe nel nord est del Paese, cioè in quegli stati dove è più intensa l’attività degli insorti islamici.

Dal Centrafrica scappano in Niger, ma sono solo lacrime

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Era il suo complenno e non sapeva nemmeno a chi dirlo. Meno male che Pelagie l’ha accolta a casa sua. Tra una figlia e l’altra solo perché scappano dallo stesso paese e soprattutto dalla stessa guerra. 
Il Centrafrica è reso povero dalle sue ricchezze e ricco della sua povertà. Una serie di presidenti criminali e le consuete complicità internazionali per rubarne le risorse. Miscele pericolose che hanno fatto sì che Jennifer trovasse suo marito e suo padre uccisi dai liberatori del Seleka. Alcuni anni fa era accaduto lo stesso al marito di Pelagie. Ucciso sotto i suoi occhi di sposa.  Hanno preso Bangui, la capitale del Centrafrica e regolato conti lasciati in sospeso.

All’assemblea Eni, per la prima volta interviene Amnesty e parla di Nigeria

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Per la prima volta Amnesty International Italia è intervenuta all’interno dell’Assemblea generale degli azionisti di Eni, svoltasi il 10 maggio a Roma. La direttrice generale Carlotta Sami – spiega un comunicato dell’organizzazione – ha rinnovato all’azienda le raccomandazioni dell’organizzazione sul rispetto dei diritti umani della popolazione del delta del fiume Niger, in Nigeria. “L’inquinamento causato dalle aziende petrolifere presenti sul territorio – tra cui Shell, Total e la stessa Eni – ha contaminato il suolo, l’acqua e l’aria del delta del Niger contribuendo alla violazione del diritto alla salute e a un ambiente sano, del diritto a condizioni di vita dignitose, inclusi il diritto al cibo e all’acqua, nonché del diritto a guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro – ha dichiarato Carlotta Sami -. Le persone colpite sono centinaia di migliaia, in particolare i più poveri e coloro che dipendono dai mezzi di sussistenza tradizionali, come pesca e agricoltura”. 

Kenya: Amref non solo Flying Doctors. Ora anche insegna

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Paola Ferrara, direttore
 comunicazione
di AMREF Italia,
 ha inviato questa nota
ad Africa ExPress

Era il 1957 quando il dottor Wood, che sapeva non solo pilotare un aereo ma anche manovrare bene tra le parti del corpo umano, pensò di fare la somma delle sue competenze e… scoprì di essere un Flying Doctor, cioè un medico che per raggiungere in tempo utile le vite da salvare nei villaggi remoti del continente in cui si trovava, l’Africa, doveva volare rispondendo ad un SOS giunto via radio.

Setta satanico esoterica massacra una cinquantina di poliziotti in Nigeria

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Ogni giorno un massacro in Nigeria. Questa volta sotto accusa un gruppo religioso, satanico e esoterico, Ombatse, conosciuto da anni ma dai contorni non troppo definiti. Gli agenti  stavano cercando di arrestare i suoi leader, sospettati di omicidi rituali, rapimenti, stupri e di conversioni forzate, quando sono caduti in un’imboscata. Almeno 46 sono stati uccisi e i loro corpi sono stati bruciati,   ma il bilancio potrebbe aumentare dato l’alto numero di feriti alcuni gravi.

Attacco di Boko Haram in Nigeria: decine di morti

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Violento attacco dei terroristi nigeriani di Boko Haram, alcuni dei quali con uniformi da poliziotto, nella città nord-orientale di Bama. All’alba i commando islamici hanno assaltato il carcere e liberato un centinaio di detenuti. I morti, durante la battaglia con la polizia e le guardie carcerarie, durata cinque ore, sono almeno 55. Gli oltre duecento guerriglieri, ha spiegato alla Reuters uno dei portavoce militari, Sagir Musa, sono arrivati in autobus e camionette. Prima hanno attaccato la caserma e la stazione di polizia e solo dopo si sono rivolti al carcere.

Youssou N’Dour premiato in Svezia con il Nobel della musica

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Il cantante senegalese Youssou N’Dour e la compositrice finlandese Kaija Saariaho sono i vincitori quest’anno del Polar Music Prize, la più alta onorificenza musicale della Svezia , che viene assegnata ogni anno a un performer pop e artista classico. La coppia riceverà un milione di corone a testa (più o meno 117mila euro) dalla Accademia Reale Svedese della Musica. Re Carlo Gustavo XVI consegnerà i premi durante una solenne cerimonia  a Stoccolma il 27 agosto.

Manifestazioni nel Sahara Occidentale: “Vogliamo l’indipendenza”

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Centinaia di manifestanti indipendentisti sahrawi  hanno marciato per le strade di El Ayoune, la più grande città del Sahara occidentale, durante il fine settimana. Secondo i media marocchini si tratta della più grande protesta nella regione da diversi decenni. Circa 500 persone, dicono le fonti ufficiali, hanno marciato pacificamente nel tardo pomeriggio di sabato. La sera ci sono stati diversi scontri tra dimostranti e polizia: 21 agenti sono rimasti feriti. Secondo, Hamoud Iguilid, rappresentante locale della Associazione marocchina per i diritti umani, intervistato dalla France Press, sono rimasti feriti anche diversi attivisti.

Eritrea, la lunga mano della dittatura che torchia i suoi cittadini anche all’estero

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Si conclude con questa terza puntata l’inchiesta di Enrico Casale sui ricatti e taglieggiamenti subiti dai cittadini eritrei da parte della loro ambasciata, Africa ExPress ha pubblicato gli articoli per gentile concessione della rivista Popoli.

La minaccia di arresto in ambasciata è abbastanza comune. “Una mia amica eritrea – racconta Yoannes – si è recata al consolato per rinnovare il passaporto. Qui le hanno detto che per avere il nuovo documento doveva presentare anche la carta d’identità eritrea”.

Eritrea, i ricatti e le minacce a chi, residente all’estero, non paga la tassa del 2 per cento

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Per gentile concessione della rivista Popoli, pubblichiamo la seconda puntata dell’inchiesta di Enrico Casale sul balzello del 2 per cento che i cittadini eritrei all’estero sono costretti a pagare alle loro ambasciate o ai loro consolati, altrimenti gli viene negato il diritto ad avere i documenti o a spedire pacchio o corrispondenza ai loro cari in patria. La cosa più odiosa è che senza documenti dell’ambasciata, gli eritrei hanno anche difficltà ad ottenere documenti dalle autorità italiane.