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Lampedusa, il freddo cinismo della politica che non ha mai ascoltato le invocazioni di chi chiedeva aiuto

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NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE
Cornelia I. Toelgyes
10 ottobre 2013
Trecentodue (302, è bene ripeterlo) sono i corpi finora recuperati dal fondo del mare, dall’interno del relitto inabissatosi a 47 metri, in prossimità dell’Isola dei Conigli. Tra loro anche alcuni giovani eritrei minori non accompagnati tra 14-17 anni , scappati dal loro paese per sottrarsi al terribile servizio militare che il dittatore impone a tutti i giovani senza distinzione di sesso.

La fusione in Somalia tra Al Qaeda e Shebab

Massimo Alberizzi FrancobolloDAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 9 ottobre 2013

La rivista di intelligence Indian Ocean Newsletter pubblica un articolo in cui spiega il suo punto di vista sull’attentato di sabato 21 settembre al Westgate di Nairobi. “A differenza dell’attacco islamista contro l’ambasciata americana a Nairobi dell’agosto 1998 – scrive la rivista -, l’assalto al centro commerciale Westgate, organizzato dagli shebab somali, avrà ripercussioni più prolungate sull’ex colonia britannica. A parte il duro colpo all’immagine del Paese, con conseguenze durature, sul turismo, la violenza dell’assalto (almeno 200 morti e feriti) e la sua durata hanno mostrato come le unità antiterrorismo keniote siano state mal preparate sia nella prevenzione che nella repressione dell’attentato”.

Indian Ocean Newletter, com’è sua abitudine, non rivela le fonti che ha consultato, ma scrive, come anche Africa-ExPress ha potuto constatare a Nairobi, che “nessun assalitore è stato catturato con le armi in mano e diverse persone fra i 15 arrestati sono stati bloccati all’aeroporto Jomo Kenyatta di Nairobi, mentre stavano per lasciare il paese”. Non solo, aggiungiamo noi, non è stato ancora recuperato nessuno dei cadaveri dei cinque terroristi che, secondo le fonti ufficiali, sono morti nell’attentato.

Ci saranno contraccolpi anche sulla comunità musulmana in Kenya, e in particolare su quella somala che già si sentiva trascurata. Il somali kenioti non vedranno un miglioramento della loro situazione ma, esattamente – appare assai probabile – accadrà il contrario.shebab

Secondo l’analista di Indian Ocean Newsletter, Al Qaeda ha assorbito Al Shebab. “L’attacco a Nairobi – scrive infatti – sottolinea la sempre maggiore somiglianza tra l’agenda degli islamisti somali e quella di Al Qaeda, così come mette in luce la vittoria, all’interno degli Shebab dell’ala più radicale, guidata da Ahmed Abdi Aw Godane , alias Mukhtar Abu Zubair, un membro della cabila Issaq Habar Yonis in Somaliland, e del portavoce del gruppo, Sheikh Ali Mohamud Rage, alias Ali Dheere, della tribù murursade.

I due hanno legami di lunga data con Al Qaeda: hanno giurato fedeltà all’internazionale del terrore già nel 2008. Al tempo rappresentavano solo una fazione del variegato mondo shebab in contrasto con le posizioni nazionaliste di Muktar Robow, alias Abu Mansour, un dighil mirifle/lysan, la cui fazione è passata in minoranza già a partire dall’agosto 2011 quando gli islamici, che controllavano gran parte di Mogadiscio, furono cacciati dalla città.shek Hassan Daher Aweis

Da allora gli shebab hanno perso terreno in Somalia. Al contrario hanno accresciuto enormemente la loro capacità – grazie all’aiuto di Al Qaeda – di compiere attacchi terroristici a Mogadiscio e nei paesi della regione. Infatti, poco dopo la perdita della capitale e l’intervento militare del Kenya in Somalia alla fine del 2011, il sostegno di Al Qaeda agli shebab è cresciuto.

Un emissario dei gruppi qaedisti, lo yemenita (alcuni dicono saudita) Abu Abdalla al Muhaajir ha visitato le zone controllate dagli islamisti somali. Da quel momento sono arrivate dall’estero parecchie reclute straniere.

Ma all’interno degli shebab non è filato tutto liscio: ci sono stati violenti scontri tra le due correnti quella nazionalista, con legami meno forti con Al Qaeda guidata da Sheck Hassan Daher Aweis e Omar Shafik Hammami (più conosciuto come Abu Mansoor Al-Amriki) e i duri e puri internazionalisti, guidati da Godane. Quest’ultimo è risultato il vincitore. E’ così stata sancita la fusione tra gli shebab e Al Qaeda che sono quini adesso praticamente la stessa cosa

Tra l’altro Sheck Hassan Daher Aweis, scappando dal quartier generale a Brava, è stato arrestato (o si è consegnato) dal governo ed ora è in prigione, mentre Al Ameriki è stato ucciso durante una delle battaglie tra fazioni, intorno a Bardere.

La rivista, solitamente ben informata, a metà dell’articolo indica Mombasa come prossimo obbiettivo. Il governo keniota ha intensificato la sorveglianza dei siti turistici più frequentati i parchi e le spiagge e le agenzie di intelligence del Paese . che per altro non hanno dato gran prova di sé – come abbiamo già sottolineato – temono che i terroristi islamici possano organizzare qualcosa a Mombasa, il più importante porto del Kenya, al centro di una regione musulmana dove operano alcuni imam radicali, com’era Sheikh Aboud Rogo, ucciso nel 2012.ali dehere

Da Mombasa – ha potuto constatare Africa ExPress dopo una visita a Eastleigh, il quartiere somalo di Nairobi – è arrivato a guidare la filiale keniota degli shebab, Ahmed Ali Iman, dichiarato emiro dal Muslim Youth Center, organizzazione giovanile con sede nella capitale. Ahmed Ali Iman si dice seguace e delfino di Fazul Harun l’uomo che nell’agosto 1998 organizzò l’attentato contro l’ambasciata americana, che andò distrutta. Fazul Harun nel giugno del 2011 a Mogadiscio, di notte, sbagliò strada, incappò in un posto di blocco di soldati governativi e, nello scontro a fuoco che ne seguì, fu ucciso.

Gli agenti della polizia anti terrorismo hanno indagato (e stanno indagando) sui rapporti tra i radicali somali e il Mombasa Republican Council. Cercano poi di tenere sotto controllo i movimenti dei musulmani (anche occidentali, ma non solo) appena convertiti all’islam, ritenuti potenzialmente i più fanatici e pericolosi.

Uno degli obbiettivi sensibili sono gli studi di Radio Salaam, stazione che trasmette in somalo e appartiene all’ex ministro della Difesa keniota di origine somala, Mohamed Yusuf Haji. La stazione è considerata sostenitrice del governo federale al potere nell’ex colonia italiana, odiato dagli shebab.. Ma non solo. Il figlio del proprietario della stazione, Noordin Yusuf Haji , è un ufficiale del servizio di sicurezza, il National Security Intelligence Service (NSIS). I suoi giornalisti vivono nel terrore di essere attaccati.lapidato a merca

Le autorità keniote sapevano bene che il loro intervento militare in Somalia, cominciato nel novembre 2011 avrebbe potuto scatenare la reazione dei terroristi islamici Le minacce erano cominciate, violente, subito e il Kenya aveva cercato si parare il pericolo chiedendo l’assistenza di Israele.

L’allora primo ministro Raila Odinga era volato a Gerusalemme immediatamente dopo l’ingresso del corpo di spedizione keniota in Somalia. L’anno successivo a Tel Aviv si era recato l’allora ministro della Difesa , Mohamed Yusuf Haji. Aveva acquistato attrezzature elettroniche per monitorare i confini, specie quelli di regioni remote e disabitate.Al Ameriki giovaneA

Nonostante ciò e nonostante i rapporti privilegiati che i servizi di sicurezza kenioti hanno con l’FBI americano, l’MI6 britannico e il Mossad israeliano, il NSIS National Security Intelligence Service) e APTU (Anti-Terrorism Police Unit) sono stati colti di sorpresa dall’attacco al Westgate. Un’emergenza che i kenioti, commettendo un grave errore, hanno voluto gestire da soli, con le gravi conseguenze finali.

Perfino fonti di intelligence israeliane sono infastidite – come ha potuto constatare Africa ExPress – dal comportamento delle autorità di qui: “Hanno deciso tutto la soli, non hanno ascoltato i nostri consigli”. Solo alla fine hanno accettato l’invito rivolto a un gruppo di ufficiali di andare in Israele per un corso di addestramento e formazione e acconsentito che anche uomini dell’Interpol, giunti a Nairobi la settimana scorsa, partecipassero alle indagini.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

Nelle foto dall’alto: shabab in somalia con le loro bandiere; poi in azione; Sheck Hassan Daher Aweis; Ali Deere, portavoce degli shebab,  un uomo lapidato a Merca e infine Al Ameriki, com’era quando viveva in America e dopo da capo shebab. 

Somalia, gli shebab passano da Al Qaeda all’ISIS

Scarcerati in Marocco i due ragazzini che si son baciati su Facebook. Ma saranno processati

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
Olga Piscitelli
Marrakech, 8 ottobre 2013
Sono stati liberati lunedì mattina i due adolescenti finiti in carcere per aver pubblicato su Facebook la foto di un bacio. Il provvedimento di scarcerazione “provvisoria” riguarda anche il terzo adolescente, autore materiale dello scatto. Venerdì 11 ottobre dovranno presentarsi davanti al giudice per i minori, per rispondere dell’accusa di oltraggio alla pubblica morale.

Il terrorista che gli americani volevano catturare sabato a a Brava, oltre al Westgate aveva pianificato obbiettivi in tutta Nairobi

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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi, 7 ottobre 2013
L’uomo che gli americani hanno tentato di assassinare o catturare con il blitz del Navy Seals a Brava in Somalia, sabato scorso, é un keniota di origine somala che, oltre all’attacco al Westgate, aveva pianificato altri attentati contro il Parlamento e contro il quartier generale delle Nazioni Unite a Nairobi. Lo ha rivelato all’Associated Press una fonte del Pentagono che ha voluto restare anonima. L’uomo ricercato si chiana Abdulkadir Mohamed Abdulkadir, detto Ikrima, ed è una new entry del terrorismo, almeno per quanto riguarda i media.

Ecco i nomi (e il video) di quattro terroristi che hanno assalito il Westgate

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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi, 6 ottobre 2013
Quattro dei terroristi che hanno assalito il centro commerciale Westgate a Nairobi il 21 settembre scorso sono stati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso. Il ministero della difesa keniota ha rilasciato un filmato in cui si vedono i quattro che si muovono in una stanza. Sembrano calmi e a loro agio. Assieme al video, sono stati rivelati i nomi degli assalitori: Abu Baara al-Sudani, Omar Nabhan, Khattab al-Kene e (di questo è stato fornito solo il nome) Umayr. Tutti, ha riferito la fonte, sono stati ammazzati.

Catturato un leader di Al Qaeda in Libia, fallita un’operazione gemella in Somalia

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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi, 6 ottobre 2013
Due blitz americani a distanza di poche ore. Il primo, fallito, in Somalia, il secondo conclusosi con successo, in Libia. A Tripoli, è stato catturato uno dei leader di Al Qaeda, Anas Al Liby, il terrorista che nel 1998 ha partecipato agli attentati contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar Es Salaam (224 morti). A Brava, 150 chilometri a sud di Mogadiscio è sfuggito al commendo Usa un capo degli shebab, una delle menti dell’attentato del 21 settembre scorso contro il centro commerciale Westgate nella capitale keniota (oltre 200 i morti).

Libia Somalia: due operazioni contro Al Qaeda (con il video commento)

DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi, 6 ottobre 2013
Un successo e un fallimento. Mentre in Libia è andata a buon fine l’operazione per catturare Anas al-Liby, a Brava, in Somalia, i Navy Seals hanno dovuto battere in ritirata per il muro di fuoco degli shebab a difesa del loro leader di cui nessuno, né gli integralisti né gli americani, ha voluto rivelare il nome. Si sa solo che l’obbiettivo era uno degli organizzatori dell’attacco al centro commerciale Westgate di Nairobi del 21 settembre che ha provocato almeno 200 morti.

Marocco, il bacio di una coppietta postato su Facebook porta due ragazzini in carcere

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
Marrakech, 5 OTTOBRE 2013
Sono accusati di “attentato alla pubblica decenza”. E venerdì 11 ottobre dovranno presentarsi davanti a un giudice minorile. Fino ad allora resteranno in una struttura protetta, per minori. Una coppia di adolescenti, 14 anni lei, 15 lui, e un loro coetaneo, sono finiti in carcere per aver messo su Facebook una foto della giovanissima coppia mentre si scambia un bacio. È accaduto a Nador, piccolo centro del Rif, a nord-est del Marocco. Il caso è stato sollevato dal responsabile di una Ong, Chakib Al Khayari, presidente dell’Associazione Rif per i diritti umani che ha la sua sede a Nador, nella cittadina dello scandalo. “Sono stati arrestati giovedì – ha detto Al Khayar ai quotidiani marocchini – e sono ancora detenuti, per attentato alla pubblica decenza. La prossima settimana ci sarà l’udienza”.

Blitz americano in Somalia alla ricerca di un capo di Al Qaeda/Shebab

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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi, 5 ottobre 2013
Blitz americano all’alba contro una base degli shebab a Brava, una città a 120 chilometri a sud di Mogadiscio. I dettagli non sono ancora ben chiari, secondo le prime informazioni obbiettivo dell’attacco, la cattura di uno dei leader non somalo di Al Qaeda o forse addirittura il capo degli shebab, Ahmed Abdi Godane. Gli shebab, parola che in arabo significa gioventù, hanno rivendicato l’assalto del 21 settembre scorso contro il centro commerciale Westgate di Nairobi che ha provocato oltre un centinaio di morti.

Nel parcheggio del Westgate crollato, dove è cominciato l’eccidio

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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi 4 ottobre 2013

Affacciarsi sul burrone del garage del Westgate collassato è scioccante. Le carcasse delle auto precipitate sulle macerie sono lì, come se fossero state lanciate da una mano gigantesca. Alcune sono calcinate. Una è rimasta in bilico: a metà tra il pavimento che ha resistito e il vuoto della zona crollata. E poi sul fondo le macerie. E non puoi non pensare a cosa c’è la sotto, a chi è stato travolto e ucciso dai massi.