Gli affari nascosti fra Trump e la Nigeria che hanno provocato le bombe americane

La corruzione imperante nel Paese africano foraggia una classe politica che pensa solo a se stessa. Non solo petrolio, gas e terre rare: c'è anche una fornitura d'armi milionaria di cui hanno beneficiato i leader

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Dalla Nostra Corrispondente
Blessing Akele
Benin City (Nigeria), 30 dicembre 2025

Certo, leggere la mattina del 26 dicembre scorso che, gli americani hanno colpito la Nigeria con missili e droni, e precisamente lo Stato settentrionale di Sokoto, ha destato uno stupore carico di perché.

E questo nonostante Trump avesse preannunciato a novembre un possibile intervento militare contro l’ISIS, uno dei gruppi terroristici islamici operanti nel Paese, colpevole – secondo il presidente Usa – di massacri indiscriminati dei cristiani.

Nigeria, Sokoto State, bombardato da USA

L’attacco militare sul suolo nigeriano é davvero un fatto anomalo: da un lato ha violato la sovranità aerea e territoriale della Repubblica Federale Nigeriana, dall’altro perché è illegittimo, in mancanza dell’autorizzazione sia dell’organo del Paese africano, sia del Congresso Americano.

Quest’intervento militare in Nigeria, organizzato ed eseguito in fretta e furia, in spregio a tutte le norme civili, democratiche ed internazionali é un unicum preoccupante.

Genocidio cristiani

La motivazione americana del genocidio di cristiani da parte di ISIS in Nigeria, poi, non è plausibile ed in contraddizione con la giustificazione addotta dal governo nigeriano che, invece, sostiene la tesi dell’intervento militare congiunto contro gli estremisti islamici che uccidono e rapiscono i cittadini indipendentemente dalla religione professata.

Non solo. I due Paesi si contraddicono anche sulla formazione terroristica attaccata e annientata. Secondo il ministro degli Esteri nigeriano, Yusuf Tuggar, il gruppo di “banditi” (non “terroristi”) eliminati è il Lakurawa. Mentre per l’amministrazione americana di Donald Trump, è l’ISIS West Africa.

Ora, ci si chiede quale possa essere l’interesse celato dietro l’attacco missilistico di Trump, motivato con l’inconsistente genocidio di cristiani Nigeriani.

Ricchezze del sottosuolo

L’ipotesi che di primo acchito viene in mente è quella del controllo del greggio, del gas naturale, dell’oro e del litio, definito l’oro bianco di cui la Nigeria dispone quantità ingenti, distribuite in immensi giacimenti sparsi in 10 Stati dei 37 della Federazione.

Intanto, a cosa serve il litio? Il metallo costituisce un componente primario delle batterie dei veicoli elettrici. Il suo mercato vale per l’economia nigeriana decine di miliardi di dollari. E’ lecito supporre che l’America di Donald Trump e Elon Musk abbiano un preciso interesse a prendere il controllo del settore. Ma il mercato nigeriano del litio è già dominato dalla Cina.

Oppure il motivo è legato al petrolio. Il settore già vede la presenza americana e di tutte le società multinazionali petrolifere dell’occidente da oltre 50 anni.

Contratto Chevron-Total-NNPC

A novembre, quando Trump ha manifestato l’intenzione di portare l’attacco militare, la Total Energies Francese, equivalente all’ENI italiana, la multinazionale petrolifera americana Chevron e Abuja, attraverso la NNPC (Nigerian National Petroleum Company, Compagnia di Stato), hanno stipulato un contratto di esplorazione ed estrazione del petrolio che copre una vasta area del Niger Delta.

Greggio all’Europa

Si consideri che, la totalità del greggio nigeriano viene esportato per la raffinazione soprattutto in Europa. Quello destinato all’Italia finisce principalmente negli impianti di Sarroch della Saras, società fondata dalla famiglia Moratti, ma passata un anno fa sotto il controllo del gruppo olandese VITOL.

Lagos, Nigeria: Raffineria di Dangote

Solo dall’anno scorso in Nigeria è attiva una raffineria privata di proprietà di Aliko Dangote, il nigeriano piú ricco del continente. I suoi impianti hanno ricevuto i primi milioni di barili di greggio da lavorare dagli Stati Uniti, giacché, la NNPC non riusciva a dargliene neppure un goccio.

É solo da quest’anno che NNPC fornisce una quota minima ed insufficiente di greggio a Dangote Refinery, che comunque deve sempre ricorrere alla materia prima di altri Paesi produttori di petrolio per alimentare a pieno la capacità produttiva del suo impianto di Lagos

Grazie alla sua industria, dall’ottobre scorso il prezzo al litro/benzina è sceso ma comunque è sempre troppo alto per un nigeriano medio che guadagna circa 50 dollari al mese.

Sabotato interesse pubblico

I politici autocratici che negli ultimi 5 lustri hanno sostituito i regimi dittatoriali (al potere per 40 anni) hanno sabotato sistematicamente l’interesse pubblico (cioè la gestione degli introiti petroliferi) a favore di sé stessi e dei loro amici stranieri, europei e, naturalmente, americani.

Anche il controllo del gas naturale può aver indotto Trump all’attacco. Dal 2022 la Nigeria, in base a un accordo con il governo dell’allora presidente Mohammadu Buhari, vende l’80 per cento della sua produzione all’Unione Europea. La necessità dell’Europa di comprare il gas nigeriano si è manifestata dopo le sanzioni economiche comminate alla Russia a causa della guerra in Ucraina.

Quindi, come per il petrolio, anche il gas estratto nel Paese non è destinato al consumo della popolazione locale, come pure gli introiti generati dalla sua vendita. Non esiste nessun programma di welfare pubblico. Il circa 20 per cento restante, riservato al consumo interno è assai costoso. Cosi, ancora una volta, sono tagliati fuori dal beneficio oltre 180 milioni di cittadini nigeriani.

Sembra non chiaro il perché gli Stati Uniti abbiano sferrato l’attacco missilistico. Con petrolio, gas, litio, ed altri minerali rari e preziosi ha già i suoi tentacoli saldamente aggrappati alla Nigeria. Inoltre nello Stato di Sokoto quei minerali preziosi non si trovano.

Approfittare dei soldi pubblici

Forse la spiegazione si può trovare nella politica di Abuja: la corruzione. Con l’attuale amministrazione Trump, i politici nigeriani si trovano a loro agio. È un modo per approfittare ulteriormente del denaro pubblico.

Il motivo reale che, ha sotteso l’intesa bilaterale di questo attacco missilistico e di droni nelle zone montuose dello Stato di Sokoto, si può dunque ricercare nel mero interesse economico commerciale.

La Nigeria e gli Stati Uniti hanno stipulato, tra novembre e i primi di dicembre, un contratto commerciale internazionale di vendita di armi, munizioni, missili e droni. É stata una strategia di guadagno immediato ed effettivo per ambedue le parti. Le intese petrolifere, su gas  e minerali rari hanno una maturazione lenta, a lungo termine.

Fuochi d’artificio

Con quei fuochi d’artificio missilistici a Sokoto, milioni di dollari sono transitati dalle casse dello Stato nigeriano a quelle americane. I funzionari pubblici hanno intascato le rispettive commissioni e le società USA e del Regno Unito, produttori dei missili e droni, hanno incassato il pagamento convenuto.

Sappiamo dalle informazioni diffuse dagli americani che i missili costano per unita tra 1 e 5 milioni di dollari a seconda del carico.

Il governo nigeriano ha indicato lo Stato di Sokoto,  per ragioni geografiche: vasta area montuosa non abitata e quindi di zero impatto alla popolazione civile.

Peraltro, le autorità nigeriane non hanno ancora fornito il numero preciso di terroristi ammazzati, limitandosi ad affermare genericamente che con l’attacco sono stati eliminati tutti i membri dell’ISIS.

Non c’é traccia di alcun dato ufficiale verificabile dei morti, non si sa quanti militanti e/o terroristi islamici sono stati uccisi. Non c’é alcun video. É significativo anche il fatto che, il ministero della Difesa nigeriano non sia stato coinvolto in nessun modo.

Spartito da film

Invece, a gestire tutta la vicenda sono stati, il ministro degli Esteri, Yusuf Tuggar, che ha recitato lo spartito del film American Star Wars, prodotto in Nigeria, e il consigliere di Sicurezza Nazionale, Nuhu Ribadu, che, non ha proferito verbo sui termini dell’incontro tenuto a Washington e le intese raggiunte con il segretario del dipartimento della Guerra USA, Pete Hegeseth.

Tutta la faccenda é coperta in una coltre oscura, come si fa tra mafiosi e non certo tra alti funzionari di due Paesi democratici, civili e sovrani.

Emerge quindi una tesi corroborata dalla sensazione che governo nigeriano e statunitense, non hanno mai inteso sferrare l’attacco per debellare i terroristi islamici.

Il bombardamento è stato compiuto, per fini affaristici scellerati di compravendita di armi. Affari che danneggiano profondamente l’economia nigeriana, impoverendo ancora di più la popolazione, incoraggiata così a emigrare. Ma Trump e i governi dei Paesi Europei (Gran Bretagna compresa) non sostengono forse di voler combattere i migranti come se fossero dei terroristi?

Donald Trump guida un governo dichiaratamente transattivo. L’America raccatta denaro disperatamente in tutti modi e da qualsivoglia Paese al mondo, sia esso africano, europeo o asiatico. Meglio se gli viene offerto. Anche, una “shit hole country”, (Paese schifoso, la traduzione letterale è assai più volgare, ndr) come Trump ebbe a definire la Nigeria, contribuisce quindi alla politica MAGA. Contribuisce cioè a far grande l’America. Recita correttamente l’adagio latino: pecunia non olet.

Blessing Akele
X: africexp
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