Medico congolese, premio Nobel contro la guerra chiede aiuto al Parlamento Europeo

La situazione nell'est del Congo-K resta drammatica malgrado dialoghi di pace in corso. Oltre 100 morti nel Sud-Kivu per straripamento fiumi.

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Africa ExPress
12 maggio 2025

Il medico congolese, Denis Mukwege, insignito del Premio Sakharov per la libertà di pensiero nel 2014 e del Premio Nobel per la Pace nel 2018, mercoledì a Strasburgo ha parlato della terribile situazione del suo Paese davanti ai parlamentari dell’Unione Europea.

Senza mezzi termini il Premio Nobel ha ricordato ai rappresentanti dei Paesi europei che 26 milioni di congolesi hanno bisogno di aiuti alimentari, gli sfollati sono attualmente 7,8 milioni. Ha poi sottolineato che “ogni 4 minuti una donna subisce violenza sessuale”.

Il medico congolese, Denis Mukwege, a Strasburgo

Violenze sessuali in aumento

Le donne urlano in silenzio il loro immenso, infinito dolore. Non di rado subiscono stupri di gruppo, raramente qualcuno li soccorre. E quasi sempre questi reati restano impuniti.

Mukwege ha voluto parlare davanti al Parlamento Europeo per sensibilizzare l’UE sul grave problema che affligge la popolazione, costretta a convivere con conflitti interni da oltre 30 anni.

Ribelli occupano vaste zone

Ora la situazione si è aggravata ulteriormente. Dall’inizio dell’anno gli M23/AFC hanno occupato vaste zone nell’est della Repubblica Democratica del Congo, tra questi anche la città di Goma, capoluogo del Nord-Kivu e Bukavu, capoluogo del Sud-Kivu.

M23 è un gruppo armato, composto soprattutto da tutsi e sostenuto dal Ruanda, mentre AFC, che significa Alleanza del Fiume Congo, è una coalizione politico militare, fondata il 15 dicembre 2023 in Kenya e della quale fa parte anche M23.

Bozza accordo pace

Trattative per un accordo di Pace tra Ruanda e Congo-K sono in corso. Una bozza è stata siglata a fine aprile a Washington sotto l’egida delle Nazioni Unite.

“Come sempre, questi negoziati ruotano attorno ai minerali congolesi, il cobalto, il tantalio e tanti altri. I due Paesi intendono cogestire le risorse naturali e minerarie”, ha spiegato il medico. Ma secondo lui una gestione comune è praticamente inconcepibile, dopo anni di guerra e migliaia di morti.

Dal canto suo il medico chiede che venga aperto un confronto a livello internazionale, negoziati ai quali dovrebbe partecipare l’Europa, giacché anche gli USA stanno spingendo per arrivare a un accordo. Ovviamente Washington preme per una tregua e un trattato di pace duraturo per consentire alle proprie aziende un accesso senza pericoli ai siti minerari della regione dei Grandi Laghi.

Dialoghi in Qatar

Intanto sono in corso dialoghi tra il governo di Kinshasa e M23/AFC a Doah, Qatar. Anche se entrambe le parti affermano di voler “lavorare per la conclusione di una tregua, volta ad un cessate il fuoco effettivo”,  in realtà il clima è ancora molto teso.

La popolazione paga sempre il prezzo più alto nei conflitti. E ora verranno a meno anche molti aiuti di prima necessità. L’Ufficio degli Affari Umanitari dell’ONU (OCHA) ha fatto sapere che per mancanza di fondi, gli aiuti umanitari destinati al Congo-K subiranno un taglio significativo, vale a dire quasi del 50 per cento.

Riduzione drastica aiuti umanitari

Con l’insediamento di Donald Trump, l’attività dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) è stata ridotta all’osso. Fino allo scorso anno USAID copriva il 70 per cento dei costi del budget umanitario, aiuti che finanziavano vari settori, come la sicurezza alimentare, sanità, risposte immediate alle emergenze e quant’altro. Ma anche altri finanziatori hanno ridotto notevolmente i propri contributi, mettendo così in grave difficoltà le agenzie ONU.

Intanto la guerra continua, anche se il conflitto che si sta consumando nel Congo-K è quasi scomparso dalle prime pagine dei media internazionali.

Goma occupata da 100 giorni

Goma (Nord-Kivu) è ormai occupata da oltre 100 giorni da M23/AFC, sostenuti dal Ruanda. La popolazione, costantemente controllata dai ribelli, vive in un clima di paura, di incertezza e di precarietà estrema. Le condizioni di vita sono peggiorate, c’è penuria di generi alimentari e il degrado generale delle infrastrutture sanitarie e scolastiche comincia a farsi sentire. L’economia locale è paralizzata. Le banche sono chiuse e è dunque assai difficile reperire denaro contante.

Ituri sotto attacco di milizie

Nuovi scontri si sono verificati anche nella provincia di Ituri, nella parte orientale del Paese. Due sanguinari gruppi armati: CODECO (acronimo per Cooperativa per lo sviluppo nel Congo, formato da combattenti di etnia Lendu) e CPR (acronimo per Convention Populaire pour la Révolution) hanno intensificato attacchi a postazioni dell’esercito congolese (FARDC) e preso di mira civili.

Piogge torrenziali – alluvione

Oltre 100 morti causate da piogge torrenziali a Kasaba

Non solo le milizie mettono in pericolo i civili congolesi. Tra i nemici più temuti ci sono anche i cambiamenti climatici. In questi giorni, piogge abbondanti e conseguenti alluvioni hanno ucciso oltre 100 persone a Kasaba, villaggio sulle sponde del lago Tanganica, in provincia del Sud Kivu.

Le piogge torrenziali della notte tra l’8 e il 9 maggio hanno provocato lo straripamento dei fiumi Kasaba e Bekya, inondando il villaggio. La furia dell’acqua ha spazzato via tutto ciò che ha trovato sul suo cammino.

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