Medio Oriente, Biden ora ha un’occasione unica per passare alla storia

Il governo dellโ€™Iran e quello di Israele sono entrambi e per diverse ragioni delegittimati allโ€™interno e nella comunitร  internazionale. Mentre Netanyahu tenta di trascinare lโ€™intero Occidente nel duello โ€œfra civiltร  e barbarieโ€ contro lโ€™Iran, Biden potrebbe chiudere la sua presidenza riaprendo il canale con lโ€™Iran avviato dallโ€™accordo sul nucleare del 2015 e interrotto da Trump

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Dal sito Centro per la Riforma dello Stato
Giuseppe Cassini*
Roma, 30 luglio 2024

Se per qualche miracolo le elezioni presidenziali iraniane e quelle statunitensi potessero scambiare i rispettivi elettorati, saremmo certi che il 5 novembre Trump ne uscirebbe sonoramente sconfitto. Nessun iraniano, infatti, dimentica quel giorno nefasto del 2018 in cui il presidente Trump si arrogoฬ€ la facoltaฬ€ di ritirare gli Stati Uniti dallโ€™Accordo multilaterale sul nucleare iraniano, stipulato nel 2015 dopo anni di defatiganti trattative.

2018 Donald Trump

Lโ€™accordo non era un chiffon de papier: era stato negoziato assieme allโ€™AIEA (lโ€™Agenzia dellโ€™ONU per lโ€™Energia Atomica) e offriva alla comunitaฬ€ internazionale garanzie affidabili, tanto eฬ€ vero che giaฬ€ nel 2016 Teheran era presa dโ€™assalto da imprenditori e investitori di mezzo mondo.

Non cโ€™era una stanza dโ€™albergo libera in tutta la capitale e io stesso dovetti accettare lโ€™ospitalitaฬ€ di parenti acquisiti. In quellโ€™anno lโ€™economia iraniana crebbe del 13 per cento.

Dopo lโ€™insensata decisione di Trump (con lo zampino di Netanyahu) e lโ€™inevitabile ripresa dellโ€™arricchimento di uranio nelle centrali iraniane, lโ€™Occidente ha riesumato le giaฬ€ durissime sanzioni economiche contro lโ€™Iran.

Con un duplice effetto: spingere Teheran a formare un โ€œAsse della Resistenzaโ€ (con Russia, Siria, Yemen e movimenti quali Hezbollah) e portarlo a un passo dalla realizzazione di un ordigno nucleare. Tagliata fuori dal libero commercio, lโ€™economia iraniana eฬ€ diventata unโ€™economia di guerra: nel 2000 occorrevano 8.000 rial per un dollaro, oggi ne occorrono 40.000 al cambio ufficiale e 60.000 per la strada. Lโ€™inflazione ha colpito una popolazione di 90 milioni di abitanti, di cui quasi due terzi sotto i 30 anni e un terzo sceso nel frattempo sotto la soglia di povertaฬ€.

Chi torna da Teheran si fa portatore di una domanda che eฬ€ sulla bocca di tutti gli iraniani: โ€œCome mai il nostro Paese eฬ€ soggetto a pesanti sanzioni, pur avendo rispettato i termini dellโ€™accordo fincheฬ non eฬ€ stato rescisso dagli Stati Uniti tra lโ€™indignazione generale? Percheฬ siamo stati puniti noi invece degli statunitensi?โ€. A questa domanda Biden ha lasciato che rispondesse Bibi Netanyahu, invitato il 24 luglio a Washington a parlare a Camere riunite: onore non da poco per chi eฬ€ stato accusato da una Corte dellโ€™ONU di crimini contro lโ€™umanitaฬ€, ma dalla sua ha la protezione USA e un centinaio di atomiche.

Joe Biden, preidente USA riceve il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca

Ovviamente, a Netanyahu (che fa il tifo per Trump) non eฬ€ sfuggita lโ€™occasione di descrivere lโ€™efferatezza dellโ€™attacco di Hamas, dimenticando le 40.000 vittime palestinesi che ne sono seguite. Poi ha usato quei toni biblici cosiฬ€ graditi a molti americani per attaccare lโ€™Iran: โ€œQuesto eฬ€ un scontro tra la civiltaฬ€ e la barbarie… Lโ€™Iran finanzia le proteste di piazza (sic) percheฬ vuole provocare il caos negli USA… I manifestanti si sono schierati con il maleโ€.

Chi ha lo sguardo lungo si chiede quanto potraฬ€ durare un Paese, Israele, sempre piuฬ€ nelle mani di brigate armate ultraortodosse che stanno minando le basi stesse della societaฬ€ israeliana. Chi ha lo sguardo lungo si chiede anche quanto potraฬ€ sopravvivere un regime, quello iraniano, contestato sempre piuฬ€ apertamente dal suo popolo.

Alle recenti elezioni presidenziali, dopo la morte di Raisi, lโ€™astensione ha superato il 50 per cento degli aventi diritto, nonostante le pressioni per invitare la gente a votare. A ogni modo, la teocrazia non ha impedito a un moderato come Masud Pezeshkian di vincere, portando con seฬ al governo un diplomatico di alto profilo come Mohammed Zarif.

Zarif ha studiato negli Stati Uniti, eฬ€ fluente in inglese come in farsi, e anche disposto nel 2015 a farsi fotografare in passeggiata a Ginevra con John Kerry, lโ€™altro pilastro diplomatico dellโ€™accordo sul nucleare iraniano. Se Biden volesse passare alla storia, e non solo per il suo rilancio dellโ€™economia, dovrebbe in questo scorcio di legislatura aprire un canale โ€“ al momento riservato โ€“ con lโ€™Iran attraverso Zarif.

Giuseppe Cassini*
ino.cassini@gmail.com

*Giuseppe (Ino) Cassini รจ stato un diplomatico italiano, ambasciatore in Somalia e in Libano. Ha lavorato anche in Belgio, Algeria, Cuba, Stati Uniti, Ginevra (ONU). Autore di Gli anni del declino,ย La politica estera del governo Berlusconi (2001-2006) (Bruno Mondadori 2007) e dellโ€™ebook Anatomia di una guerra, Quella โ€œstupidaโ€ guerra in Iraq (Narcissus 2013), conosce bene lโ€™America profonda, lโ€™America che afferma: โ€œWashington non รจ la soluzione, รจ il problemaโ€.

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