Liberate 30 donne rapite in Camerun: protestavano contro una tassa imposta dai secessionisti anglofoni

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
24 maggio 2023

Secondo quanto riportano alcune fonti locali, le 30 donne, tutte non più giovanissime, sequestrate venerdì scorso nella regione del Nord-Ovest – una delle due province anglofone del Camerun – sono state tutte liberate.

Camerun: donne sequestrate, protestavano contro una tassa imposta dai separatisti della minoranza anglofona

Alcune sono ora in precarie condizioni di salute, dopo essere state malmenate e rapite da un gruppo di separatisti a Kedjom Keku.

Parecchie donne hanno riportato ferite alle braccia e alle gambe. Alcune sono state accompagnate in moto verso centri sanitari. Altre sono ancora nelle loro case, perché necessitano di un’ambulanza o quanto meno di un veicolo per raggiungere l’ospedale del capoluogo del Nord-Ovest, Bamenda, che dista pochi chilometri da Kedjom Keku. Ma è impossibile raggiungere la città n auto: i separatisti hanno bloccato la strada con tronchi di alberi.

La scorsa settimana, un gruppo di donne è sceso nelle strade e nelle piazze per protestare contro una tassa che i separatisti hanno imposto ai residenti: 0,80 centesimi per ogni allievo delle elementari, circa 8 euro per le donne e quasi 16 per ogni uomo adulto. Anche il capo tradizionale di Kedjom Keku è furibondo per l’assurda richiesta dei separatisti e ha detto: “Non possiamo lasciare il nostro territorio in mano ai terroristi”. Mentre i ribelli hanno precisato che la tassa serve per finanziare il loro “sforzo bellico per l’indipendenza”.

I secessionisti, apostrofati appunto come terroristi dalle autorità, non hanno gradito la protesta delle madri e nonne e hanno rapito una trentina di loro a suon di bastonate.

Da oltre sei anni le due province anglofone, Nord-Ovest e Sud-Ovest, sono teatro di sanguinari scontri tra i secessionisti della minoranza di lingua inglese e le forze dell’ordine e di sicurezza camerunensi.

Il conflitto nelle due zone anglofone del Camerun inizia alla fine del 2016, dopo la decisione del presidente-dittatore Paul Biya, al potere dal oltre 40 anni, di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone. Da sono continui gli scontri tra ribelli indipendentisti e l’esercito regolare. I separatisti, che vorrebbero trasformare le due regioni in uno Stato autonomo chiamato “Ambazonia”, denunciano da anni la loro marginalizzazione da parte del governo centrale e della maggioranza francofona.

Il presidente del Camerun, Paul Biya, al potere da 40 anni

Solamente in 2 delle 10 province del Camerun si parla inglese. All’inizio del ‘900 il Paese era una colonia tedesca. Dopo la prima guerra mondiale nel 1919, è stata divisa tra Francia e Gran Bretagna, secondo il mandato della Lega delle Nazioni. La parte francese, molto più ampia, aveva come capitale Yaoundé, mentre quella inglese era stata annessa alla Nigeria, si estendeva fino al Lago Ciad e aveva per capitale Lagos. Gli inglesi erano poco presenti in questa regione, la loro attenzione era concentrata sui territori dell’attuale Nigeria.

Il sanguinario conflitto ha causato finora più di 6.000 vittime, e oltre un milione di persone hanno lasciato le loro case.

Alcuni gruppi armati ribelli secessionisti rapiscono civili per chiedere un riscatto. Commettono inoltre omicidi mirati contro rappresentanti delle autorità, ma anche contro civili accusati di “collaborare con l’esercito”.

Tali violenze vengono regolarmente denunciate dalle ONG internazionali e dall’ONU, ma accusano anche l’esercito di abusi contro i civili: esecuzioni sommarie, torture e persino incursioni e uccisioni nei villaggi.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
Twitter: @cotoelgyes

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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