La grande fame nel nord della Nigeria, primo produttore di greggio in Africa

Nei primi sei mesi di quest'anno sono morti oltre 600 bambini nel nord-est del Paese. L'allarme è stato lanciato da MSF. Anche il PAM dovrà chiudere alcuni centri sanitari in due Stati della Federazione per tagli di finanziamenti internazionali

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
30 luglio 2025

Nei primi sei mesi del 2025 nel nord-est della Nigeria sono morti per fame oltre 600 bambini sotto i cinque anni. L’allarme è stato lanciato pochi giorni fa dalla ONG francese Medici senza Frontiere (MSF). In tutto il Paese 31 milioni di persone, tra questi 17 milioni sono bambini, soffrono la fame e gli Stati nord-orientali della Federazione sono quelli maggiormente colpiti dall’insicurezza alimentare.

La Nigeria è il più popoloso Paese dell’Africa e conta oltre 230 milioni di abitanti. Ma il Paese vanta anche un altro primato. E’ il primo produttore di greggio dell’Africa subsahariana e il petrolio rappresenta la sua maggiore fonte di reddito. Eppure a tutt’oggi mancano infrastrutture – scuole, ospedali, strade e quant’altro, per soddisfare le necessità degli abitanti. Grazie a queste entrate, i nigeriani potrebbero vivere nel benessere quasi al livello di quello scandinavo.

Come il suo predecessore, Muhammadu Buhari, deceduto il 13 luglio scorso, anche Bola Tinubu, al potere da oltre due anni, non é ancora riuscito a combattere i jihadisti. Anche le bande criminali, classificate anche esse come terroristi, continuano le loro attività con rapimenti a scopo di riscatto. Per non parlare degli scontri tra agricoltori residenziali e allevatori nel centro del Paese.

Nigeria: aumenta insicurezza alimentare nel nord-est

Sempre secondo MSF, la malnutrizione infantile è aumentata del 208 per cento tra gennaio e giugno 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Ne sono in parte responsabili gli importanti tagli ai finanziamenti decisi da diversi Paesi, in particolare da Washington, che, con l’arrivo di Donald Trump ha cancellato drasticamente i fondi di USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, ndr).

Ma non solo: importanti concause della grande fame nel nord-est della ex colonia britannica vanno ricercate nell’aumento del costo della vita e nella recrudescenza degli attacchi dei jihadisti (Boko Haram e ISWAP, quest’ultimo legato allo stato islamico).

Ahmed Aldikhari, rappresentante della ONG francese in Nigeria, ha spiegato che già l’anno scorso nel nord del Paese la crisi nutrizionale era peggiorata parecchio.  ma la situazione attuale ha superato tutte le previsioni. Aldikhari ha poi precisato: “Tagli massicci al bilancio, in particolare da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea hanno avuto un impatto negativo sul trattamento e la cura dei bambini malnutriti”.

Escalation violenze

Un grido d’allarme giunge anche da David Stevenson, direttore del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) per la Nigeria. L’Organizzazione dell’ONU sarà costretta a sospendere tutti gli aiuti alimentari e nutrizionali d’emergenza per 1,3 milioni di persone nel nord-est del Paese entro la fine di questo mese. Una carenza di fondi che arriva proprio in momento di escalation di violenza e di livelli record di fame.

E come sempre, saranno i bambini a pagare il prezzo più alto di questa terribile crisi. Negli Stati federali Yobe e Borno chiuderanno oltre 150 centri, supportati da PAM, mettendo a rischio 300.000 piccoli sotto i due anni, perché non riceveranno più il trattamento salvavita.

Nelle aree settentrionali colpite dal conflitto, l’escalation di violenza dei gruppi estremisti sta provocando nuovi sfollamenti di massa.

Non pochi, pur di assicurarsi tozzo di pane, potrebbero unirsi ai gruppi terroristi. La povertà estrema porta anche a questo. Stevenson ha poi sottolineato che l’assistenza alimentare spesso può prevenire tali rischi, perché sfamando le famiglie, si aiuta anche a ricostruire l’economia e sostenere una ripresa a lungo termine.

Disperazione 

Le mamme sono disperate. Molte non riescono portare un pasto decente in tavola più di una volta al giorno, a volte nemmeno quello. Una madre ha raccontato che ogni sera fa bollire una pentola d’acqua e la mescola finché i suoi figli non si addormentano. Finge di cucinare per calmarli e aiutarli a dormire.

Mamme in attesa degli integratori salvavita per i loro figli malnutriti

Mentre i reporter di Humangle media, giornale online nigeriano, hanno riferito che lo scorso 18 luglio, le mamme in fila da prima dell’alba al centro di assistenza sanitaria primaria nello Stato di Adamawa per bimbi affetti da malnutrizione, alle 7 del mattino sono state mandate a casa. “Oggi non è arrivato il supplemento RUFT, tornate la prossima settimana”, ha esclamato un operatore sanitario.

RUFT è un integratore essenziale, utilizzato per il trattamento di questi piccoli. Si tratta di una pasta composta da latte in polvere, arachidi, burro, olio vegetale, zucchero e un mix di vitamine e minerali. Una bustina contiene 500 calorie e micronutrienti.

La ventitreenne Aisha, è una delle mamme rimaste senza integratori per la sua bimba. Il RUFT è il pasto principale quotidiano per la piccola.

“Soffre di malnutrizione da quando ha compiuto un anno. Ho visto dei miglioramenti da quando ho iniziato a darle l’integratore”, ha raccontato Aisha. Ora è disperata, perché è costretta ad andare alla ricerca di un un pasto alternativo per la sua bambina, dato che ora la struttura ha difficoltà nel reperire le bustine salvavita.

Cornelia Toelgyes
@corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
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Nigeria centrale sotto attacco: oltre 150 morti dopo incursione di uomini armati

2 COMMENTS

  1. Quello che descrive nell’articolo sta avvenendo in tutta l’Africa. Il nord della Nigeria e’ da anni vittima di un massacro indiscriminato delle comunita’ contadine da parte di gruppi armati da piu’ fonti dichiarate alleate del governo. In un servizio della BBC qualche mese fa si sottolimeava che le truppe locali sparivano poco prima degli attacchi. Per questo parlare di terrorismo per me non e’ corretto in quanto non e’ una dinamica esterna al paese, ma una lotta tra gruppi etnici fiancheggiata da chi e’ al governo.

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