“Gaza, il silenzio che urla”. Le testimonianze strazianti dalla Striscia all’Umanitaria di Milano

Il video dell'incontro. I racconti di Federica Iezzi hanno portato all’esterno una realtà censurata da un blocco totale imposto dal governo israeliano. La giornalista Federica D’Alessio ha denunciato l’orrore che arriva dalla Striscia: “Il popolo palestinese in questo momento rappresenta il paradigma di quello che potrebbe succedere a tutti i popoli del pianeta". Massimo Alberizzi ha ribadito la necessità di affermare il diritto all’informazione e a resistere alla repressione della libertà di stampa

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Speciale Per Africa Express
Valentina Vergani Gavoni
16 luglio 2025

Ai giornalisti internazionali è vietato entrare a Gaza. E solo pochi operatori umanitari riescono a portare fuori la loro testimonianza.

Lunedì 14 luglio a Milano – presso la sede della Società Umanitaria in via San Barnaba 48 – Federica Iezzi, medico e giornalista appena rientrata dalla Striscia, ha raccontato ciò che ha visto e vissuto in prima persona come cardiochirurgo pediatrico.

L’Auditorium deli’Umanitaria, dove si è svolto il convegno, era completamente pieno. Nonostante i tempi molto brevi per organizzare l’evento e le vacanze estive che potevano essere un deterrente, quello che sta accadendo in Palestina è arrivato alle coscienze di molti. E chi aveva la possibilità di raggiungere il capoluogo lombardo non ha perso l’occasione per ascoltare una voce che arriva dall’inferno di Gaza.

 

I racconti di Federica Iezzi hanno portato all’esterno una realtà censurata da un blocco totale imposto dal governo israeliano. Al fianco degli operatori sanitari palestinesi, la dottoressa italiana ha operato nell’ospedale Kamal Adwan, attaccato e distrutto dai bombardamenti. Il direttore Hussam Abu Safiya è stato arrestato il 27 dicembre 2024. E come lui, moltissimi sono i civili prigionieri nelle carceri israeliane.

Le immagini evocate dalle parole di una delle pochissime persone entrate a Gaza hanno suscitato emozioni devastanti quando il pubblico le ha potute vedere sullo schermo. Video filmati dalla stessa operatrice umanitaria che tra rabbia e commozione ha descritto nel dettaglio il momento in cui stava operando una bambina ed è arrivato l’avviso di evacuare l’ospedale entro 20 minuti. “Non potevo farlo”, ha affermato con le lacrime agli occhi. Non poteva lasciarla morire e si è rifiutata di abbandonarla.

“Non sono andata a Gaza per criticare Israele. Sono entrata per fare il mio lavoro”, ha sottolineato. E da medico ha raccontato come i bambini vengono amputati senza anestesia, solo con la tachipirina perché manca tutto: “Non avevamo neanche i letti per i pazienti”.

Per spiegare cosa sta accadendo davvero ha riportato la voce di un’altra bambina che prendendola per mano le ha detto: “Mi stai portando al cimitero”.

Con lei era presente al convegno anche Federica D’Alessio, giornalista e fondatrice di Kritica.it, una testata giornalistica che analizza e denuncia l’orrore che arriva all’esterno della Striscia di Gaza. “Il popolo palestinese in questo momento rappresenta il paradigma di quello che potrebbe succedere a tutti i popoli del pianeta. Se si afferma che è normale criminalizzare un intero popolo in risposta a un attentato terroristico, o per qualunque motivo, e procedere con il genocidio di questo popolo in nome dell’autodifesa vuol dire che siamo tutti minacciati. E che tutti potremmo essere, in futuro, trattati nello stesso modo”, ha spiegato Federica D’Alessio alle persone in sala.

A moderare l’incontro era Massimo Alberizzi, corrispondente storico dall’Africa del Corriere della Sera, direttore dei quotidiani Africa ExPress e Senza Bavaglio.  Un’occasione questa per affermare il diritto all’informazione e resistere alla repressione della libertà di stampa.

La partecipazione di così tante persone ha confermato l’esigenza di conoscere la verità. Ha dimostrato a chi continua a censurarla che il popolo non è più disposto a credere alla falsificazione sistematica della realtà. E le urla dal silenzio non possono più essere ignorate.

Valentina Vergani Gavoni
valentinaverganigavoni@gmail.com
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

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