Speciale per Africa ExPress
Costantino Muscau
5 luglio 2025
Infermieri, insegnanti, artigiani, studenti eā¦calciatori: a decine sono finiti in una rete ghanese di venditori di sogni, spacciatori di illusioni, imbonitori alla Dulcamara, che promettevano mirabolanti contratti di lavoro in Europa e in Canada. Una tratta infame di giovani, sgominata pochi giorni fa dal Dipartimento di Investigazioni Criminali (CID) del Servizio di Polizia del Ghana in collaborazione con la Nigeria e con lāInterpol.
Vittime liberate e rimpatriate
Secondo quanto ha dichiarato il direttore generale del CID, il vice commissario di polizia, Lydia Yaako Donkor, nella conferenza stampa tenuta ad Accra il 30 giugno, sono ben 76 le vittime āreclutateā con lāinganno e liberate. Sette i trafficanti di esseri umani arrestati. Mentre i poveracci, quasi tutti ghanesi, sono stati salvati dagli inquirenti in diversi Stati della Nigeria tra il 19 maggio e il 27 giugno 2025.

Trenta erano tenuti prigionieri ad Agbara, cittĆ industriale nello stato di Ogun (sud ovest della Nigeria), altre 15 a Uyo, capitale dello stato Akwa Ibon (sud Nigeria).
Un gruppo di giovani detenuti con la forza proveniva dal Burkina Faso, Costa d’Avorio, Camerun e Guinea. Soccorsi anchāessi, e poi sono stati rimpatriati nei rispettivi Paesi. Due guardiani del Burkina Faso e dalla Costa d’Avorio sono finiti in carcere.
Non ĆØ la prima volta che giovani africani vengono attirati con false promesse di lavoro (spesso nel mondo del calcio), istruzione o una vita migliore, per poi ritrovarsi intrappolati in situazioni di sfruttamento in cui sono finiti pagando notevoli somme di denaro e da cui ĆØ difficile fuggire.
In particolare, ogni anno tanti e tanti atleti africani sono truffati da finti procuratori sportivi che assicurano loro un futuro da campioni lontano dalla terra natia. Un fenomeno così vasto però non si era visto in tempi recenti.
Continue richieste di denaro
Tutte le vittime erano tenute in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene. Private dei telefoni cellulari e documenti di viaggio, erano strettamente sorvegliate e obbligate a contattare i familiari in Ghana e farsi mandare del denaro con il pretesto di dover pagare spese di formazione o di facilitazione all’inserimento nel mondo del lavoro o di ottenimento di visto per lāespatrio.
Agli aspiranti artigiani, studenti, infermieri veniva promesso di accedere a impieghi redditizi in diversi Paesi europei o in Canada. Agli aspiranti calciatori, veniva assicurato lāinserimento nelle accademie calcistiche o addirittura nelle squadri professionistiche o semi professionistiche.
Agli illusi degli altri Stati, (come burkinabƩ, ivoriani e altri), invece, veniva assicurato un posto ben pagato in Ghana.
Tenuti segregati
Tutti non ghanesi dovevano versare una quota iniziale per la formazione e altroĀ che variava da 1300 a 3 mila euro. Mentre per i ghanesi la quota minima era āsolamenteā dai 1.000 dollari in su. Il punto di reclutamento inizialmente tenuto segreto avveniva poi in un buon albergo della Nigeria. Qui un membro dellāorganizzazione truffaldina li accoglieva e li alloggiava, poi li spediva in una specie di prigione infame.
Il direttore del CID, Lydia Yaako Donkor, ha raccontato: āIl danno psicologico ed economico causato a queste vittime e alle loro famiglie ĆØ devastante. In molti erano cosƬ malnutriti e psicologicamente colpiti, che non sono in grado di riprendere una vita normaleā.
Lydia Yaako Donkor, avvocato più anziano della polizia del Ghana dove è entrata 25 anni fa, è stata a lungo impegnata nella lotta ai trafficanti di esseri umani. à anche presidente del comitato per la sicurezza della Ghana Football Association e responsabile della sicurezza della Confederazione calcistica africana.
In questa veste, nel novembre scorso, ha partecipato a Roma a un viaggio di studio sul rafforzamento della cooperazione multilaterale per la protezione dei principali eventi sportivi, tra cui il calcio. Questo sport ĆØ popolarissimo in Ghana, non a caso la nazionale (Le Stelle nere) ĆØ stata ribattezzata il Brasile dāAfrica grazie alle 4 vittorie della Coppa dāAfrica.
Mondo dello sport
In Italia (e non solo) molto noto ĆØ stato il calciatore Asamoah Gyan, 40 anni, giĆ capitano della nazionale, 5 anni tra Udinese e Modena, soprannominato ābaby jetā, un tempo lāottavo giocatore più pagato del mondo, ma dalla vita privata complessa e tormentata e finito…sul lastrico.

In tempi recentissimi, lāAtalanta ha acquistato una stella nascente del football, il 22enne Kamaldeen Sulemana, originario di Techiman, cittĆ del Ghana, dove ha mosso i primi passi sportivi nella Right Dream Academy. Eā una scuola giovanile, legata alla Danimarca, che mira a preparare calciatori africani per dare loro un futuro. Quello che immaginavano tanti giovani finiti nella rete degli imbroglioni arrestati.
L’avvocatessa-poliziotta conosce bene la magia e le trappole del mondo pallonaro: ha trasformato il Police Ladies FC, una delle squadre più forti della Ghana Women’s Premier League, di cui ĆØ amministratore delegato. Il suo impegno nel calcio evidenzia il suo zelo e vicinanza per la comunitĆ , nonchĆ© la promozione della partecipazione femminile nello sport.
La Donkor, nella conferenza stampa, ha affermato che le vittime della tratta – giovani di etĆ pari o superiore a 17 anni -, sia giĆ attive in ambito lavorativo, sia disoccupate, ricevevano promesse di enormi profitti, se avessero reclutato anche altre persone.
La responsabile della polizia ha poi puntato il dito contro il sistema di reclutamento fraudolento che sarebbe collegato alla organizzazione Quest Net Limited (QNET), una societĆ di Network Marketing. Il 20 luglio 2022, la Divisione Commerciale dell’Alta Corte di Accra aveva giĆ ordinato lo scioglimento di QNET per attivitĆ commerciali disoneste, illegali e fraudolente. La decisione seguiva una richiesta presentata dall’ex procuratore generale del Ghana, che chiedeva lo scioglimento della societĆ per aver operato in modo simile al cosiddetto schema Ponzi.
Le azioni di questi truffatori, (inganno, coercizione, restrizione i movimento e il diniego di accesso ai documenti di viaggio), sono reati punibili ai sensi dell’Anti-Human Trafficking Act del Ghana del 2005 (Legge 694) e del Codice penale.
ONET nega coinvolgimento
L’azienda ritenuta al centro della truffa di reclutamento (la QNET, appunto) però martedƬ 2 luglio ha escluso ogni legame con il colossale raggiro. Con un comunicato, Biram Fall, direttore generale regionale di QNET per l’Africa subsahariana, ha dichiarato che la societĆ non ĆØ stata bandita in Ghana e di non essere a conoscenza di alcun procedimento giudiziario che la coinvolga.
Resta, però, un interrogativo cui le indagini non hanno (per ora) risposto: i 76 giovani vittime della grande illusione che fine avrebbero fatto se non fossero arrivati i salvatori?
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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