Gaza: si parla di ricostruzione ma la tregua non è la pace

Secondo l'ONU servono 500 milioni di dollari per bonificare la Striscia e a tutt'oggi si cercano cadaveri sotto le macerie. Ospedali non funzionano ancora

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350 anni per ripresa

Secondo le Nazioni Unite servono 500 milioni di dollari per bonificare Gaza da 42 milioni di tonnellate di macerie dei palazzi distrutti dalle bombe in 470 giorni di guerra. Un precedente calcolo dell’Onu pubblicato a ottobre scorso sottolineava che “una volta stabilito il cessate il fuoco, ci vorranno 350 anni per tornare ai livelli di crescita del 2022”, infatti si calcola che solo il danno alle infrastrutture causato negli attacchi tra il 7 ottobre 2023 e gennaio 2024 ammontassero a 18,5 milioni di dollari, 7 volte il Pil di Gaza del 2022.

I giornali israeliani (editoriale su Jerusalem Post di qualche giorno fa) ridono ancora sulla storia dei 350 anni, ma è evidente che il calcolo è fatto senza aiuti esterni di sorta, come se l’amministrazione palestinese dovesse rimettere tutto a posto con fondi dell’area.
https://www.un.org/unispal/wp-content/uploads/2024/10/n2426074.pdf

Jabalya, a nord di Gaza, 25 gennaio 2025, foto UNRWA

Gaza sta tornando a respirare, le famiglie stanno rientrando a Nord. I camion entrano finalmente da varchi chiusi per mesi, Erez, Zikim e anche Kerem Shalom e distribuiscono viveri e aiuti anche nel martoriato Nord della Striscia. Ne passano oltre 600 al giorno. Negli incontri di pace, l’ONU si è impegnata a distribuire cibo, aiuti e tende.

Il lavoro è immane: ci sono esplosivi disseminati ovunque, spazzatura da raccogliere nei quartieri, detriti da rimuovere con le ruspe e gli impianti di desalinizzazione stanno tornando in attività grazie all’arrivo del petrolio con le autobotti.

L’UNICEF il 14 gennaio ha portato 500 sedie a rotelle per bambini che non possono camminare.

Normalità surreale

Chiamarlo ritorno alla normalità resta surreale: ad esempio, durante questa fase di tregua, l’esercito israeliano ha precisato che i palestinesi possono percorrere al Rashid Street a piedi dalle 5 di mattina in poi (è quella che i palestinesi fanno non lontano dalla costa, per passare da Sud al Nord della Striscia), mentre per imboccare al Salah al-Din Road (una via più centrale che prima era la costola di scorrimento di Gaza City e nuovamente collega Nord e Sud) bisogna aspettare le 7 di mattina, in auto.

Le indicazioni dell’esercito occupante dicono anche che è vietato avvicinarsi alle truppe israeliane e cooperare con terroristi che trasporti armi da Nord a Sud della Striscia.

Dall’inizio della guerra, sono morti 47.306 palestinesi e l’esercito israeliano ha perso 406 soldati (per un totale di 1.605 persone tra israeliani e stranieri). A ridosso della tregua, iniziata il 19 gennaio, tra il 14 e il 19 gennaio sono morte 268 persone e ne sono state ferite 738. Tra il 20 e il 23 gennaio sono morte altre 65 persone e ferite 416.

Anche Palestinian Civil Defence che funge da SOS, vigili del fuoco e aiuti di ogni genere ha perso 99 dipendenti, uccisi sotto le bombe, 319 sono rimasti feriti e 17 su 21 centri della Striscia sono stati distrutti. Nonostante ciò in questi due anni hanno spento 22 mila incendi e risposto a 500 mila richieste di aiuto.

10mila dispersi

A Gaza si cercano i morti sotto le macerie: risultano disperse circa 10 mila persone. I sopravvissuti vogliono dare una degna sepoltura alle vittime della guerra. Eppure qualche miracolo succede come l’abbraccio tra una ragazzina e suo padre dopo mesi di divisione (fonte verificata dalla tv Al Jazeera).

https://www.instagram.com/reel/DFUz9H6q5u1/

Sanità in ginocchio

La situazione sanitaria continua ad essere allarmante. Il ministro della Sanità di Gaza, Maher Shamiyeh, ha dichiarato che nessun ospedale a Gaza funziona. I nosocomi del Nord sono completamente distrutti e non è stato ancora liberato il direttore dell’ospedale Kamal Adwan, Hussam Abu Safia, arrestato insieme allo staff e alle infermiere.

Secondo l’intelligence israeliana era un colonnello di Hamas. Nel Nord della Striscia si sono contati oltre i 520 attacchi aerei e sono stati arrestati 2.260 lavoratori di centri medici e ospedali.

Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
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