Niger: una ex schiava racconta il suo calvario e l’ONU denuncia che 50 milioni di persone sono senza libertà

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Africa ExPress
1° gennaio 2023

Sono passati 160 anni dalla proclamazione di Abraham Lincoln, 16° presidente degli Stati Uniti, che proclamò la fine della schiavitù, una vergogna dell’umanità mai terminata, che persiste ancora oggi.

Niger, donne in stato di schiavitù

In Niger, la schiavitù è stata abolita ufficialmente dal 1960 ma, solo nel 2003 una legge ha criminalizzato le pratiche schiaviste, punendole con pesanti sanzioni che possono arrivare fino a 30 anni di prigione.

Peraltro la ex colonia francese ha ratificato tutte le convenzioni internazionali che condannano la schiavitù e ne ha vietato il ricorso nella Costituzione del 1999.

Tuttavia, malgrado il divieto ufficiale, la schiavitù persiste ancora in quasi tutte il Paese.  In alcune regioni viene praticata la wahaya, uomini ricchi che acquistano una quinta moglie per lavori domestici, e perché no, condividere il letto con la ragazzina, acquistata da famiglie povere per poco più di 200 dollari. Un modo per aggirare la legge islamica, che consente un massimo di quattro mogli.

La pratica della wahaya risale a diversi secoli fa e ancora oggi è profondamente radicata nella società nigerina.

Cavigliere degli schiavi

Le quinte mogli vengono trattate come schiave dagli uomini ricchi della regione e vengono anche regalate in una pratica associata, nota come sadaka. Sia la wahaya che la sadaka sono considerate forme di traffico sessuale.

La vita delle quinte mogli è quasi sempre un vero e proprio inferno. Non godono di alcun diritto, nessun riposo, né di giorno, tantomeno di notte, spesso viene centellinato persino il loro cibo. Devono occuparsi dei lavori domestici più umili, coltivare i campi e pascolare il bestiame.

Hadizatou Mani-Karoau è stata “acquistata” in Niger insieme a altre 7 ragazzine, senza il loro consenso o quello dei loro genitori. Lo schiavista le ha poi portate in Nigeria dove risiede, Paese confinante con il Niger.

“Ho tentato la fuga molte volte, sono sempre stata ripresa e ho subito punizioni terribili – ha raccontato la donna ai reporter della BBC -. Sono stata violentata, costretta portare in grembo i figli del mio aguzzino, che mi ha perennemente ricordato di avermi acquistata come si compra una capra, dunque poteva fare di me ciò che desiderava e voleva”, ha specificato la donna.

Recentemente la BBC ha aggiunto Hadizatou Mani-Karoau nella lista delle 100 donne più influenti del pianeta. Ancora ragazzina, all’età di soli 12 anni, è stata venduta nel 1996 a un politico locale. E’ stata poi liberata e ha sposato un altro uomo. Ma il suo calvario non è terminato così. Una volta incinta, il suo ex schiavista l’ha perseguitata penalmente per bigamia.

La donna è stata arrestata e condannata a 6 mesi di galera, sentenza che è stata annullata solamente nel 2019, dopo aver mosso una causa contro il governo di Niamey presso la Corte di giustizia della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO). La sentenza dei giudici ha fatto storia: “Il Niger ha violato le proprie leggi, condannando la donna e non l’uomo che l’ha ridotta in schiavitù, omettendo così di proteggere lei”.

Malgrado lo storico verdetto, la schiavitù persiste nonostante i continui sforzi per vietarla. Si stima che ancora oggi, secondo Global Slavery Index  (un indice annuale che rappresenta il livello di condizioni di schiavitù nelle nazioni del mondo pubblicato dalla Walk Free Foundation), nel Paese ci siano ancora oltre 130.000 persone ridotte in schiavitù.

La donna è stata appoggiata e sostenuta nelle sue battaglie giudiziarie dall’associazione anti-schiavitù TIMIDRIA e dalla ONG britannica Anti-Slavery International. E Ali Bouzou, presidente di Timidria, ha spiegato che la schiavitù è ancora diffusa nelle regioni di Konni, Madaoua-Bouza e Illela, un’area che viene chiamata “il triangolo della vergogna”. Ci sono interi villaggi dove almeno la metà della popolazione è composta da wahayou.

Oggi Hadizatou è madre felice di 7 figli, impegnata in campagne anti-schiaviste e aiuta le donne a scappare dalla schiavitù, a condurre una vita libera. “E ricordo a tutte che sono tutelate dalla legge”, ha poi sottolineato la ex-schiava.

Secondo Danwood Chirwa, preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Città del Capo e presidente del Fondo fiduciario delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù, gli schiavi sono in costante aumento negli ultimi anni a causa del covid e non per ultimo anche per la guerra in Ucraina.

Il professor Chirwa ha poi spiegato che la guerra contro la schiavitù è diventata difficile, perché i governi africani non stanno legiferando contro questa pratica nei loro singoli territori, pur adempiendo ai loro obblighi internazionali”.

In base a un rapporto del 2022, pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del lavoro (un’agenzia dell’ONU), l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e Walk Free, nel mondo ci sono almeno 50 milioni di persone che vivono in stato di schiavitù, tra questi almeno 7 milioni in Africa.

Il rapporta indica che tra i 50 milioni in stato di schiavitù – 10 milioni di persone in più rispetto al 2016 – 28 milioni sono costretti al lavoro forzato e 22 milioni coartati a matrimoni imposti.

Quasi un lavoratore forzato su otto è un minore (3,3 milioni). Più della metà tra questi è vittima di sfruttamento sessuale a fini commerciali.

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