Missile huthi contro gli Emirati mentre è in visita il presidente israeliano

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Ecco come i giornali arabi parlano degli attacchi di questi giorni tra gli huthi yemeniti e gli arabi degli emirati

Africa ExPress
Dubai, 2 febbraio 2021

Non c’è due senza tre. Infatti all’alba di lunedì è partito dallo Yemen il terzo lancio in meno d’un mese d’un missile balistico huthi diretto al centro degli Emirati Arabi Uniti (fortunatamente intercettato e distrutto dalla contraerea emiratina). Non ha tentato di colpire in un momento qualsiasi, bensì mentre in UAE è in corso la visita del presidente israeliano Isaac Herzog, volato ad Abu Dhabi dal Principe Ereditario Mohamed bin Zayed Al Nahyan per riallacciare le relazioni diplomatiche tra Emirati ed lo Stato ebraico.

Gli Stati Uniti schiereranno un cacciatorpediniere missilistico e aerei da combattimento per aiutare a difendere gli Emirati Arabi Uniti dagli attacchi missilistici degli huthi yemeniti. Accordi in tal senso sono stati presi dopo una telefonata tra il segretario alla Difesa USA Lloyd Austin e il principe ereditario Mohammed bin Zayed Al-Nahyan

Il paradosso è che tra pochissimi giorni anche gli iraniani (che dietro le quinte sostengono e armano le milizie huthi) saranno in visita ufficiale ad Abu Dhabi, per perorare la normalizzazione delle relazioni e fare anche qualche buon affare.

A dir il vero non è proprio una novità in senso assoluto. Lo sceicco Tahnoon Bin Zayed Al Nahyan, Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Emirati Arabi Uniti di recente – in forma ‘riservata’ – ha fatto visita in Iran.

Ecco come i giornali arabi parlano degli attacchi di questi giorni tra gli huthi yemeniti e gli arabi degli emirati

Lo sceicco Tahnoon Bin Zayed Al Nahyan (fratello del principe ereditario di Abu Dhabi Mohamed bin Zayed Al Nahyan, vice comandante supremo delle forze armate degli EmiratiArabiUniti) pare sia considerato un nuovo interprete della riconciliazione. Gli viene riconosciuta un’autorevolezza e capacità di persuasione fuori dal comune ed è ascoltato da tutti (non solo per i Fondi di invetimento da miliardi di dollari che amminitra).

Parla direttamente a tu per tu con tutti i potenti del Medio Oriente: Recep Tayyip Erdogan, Mohammed Bin Salman, Naftali Bennett, Abdel Fattah Al Sisi, il monarca Abd Allah II di Giordania, Bashar Al Assad, Barham Ṣāliḥ e Mustafa Al-Kadhimi, Haytham bin Ṭāriq bin Taymūr Āl Saʿīd e molti altri.

Da mesi viaggia con discrezione, senza sosta (lontano dai riflettori mediatici) tra Turchia, Arabia Saudita, Irak, Oman, Israele, Giordania, Egitto ed Iran. Il dialogo saudita-iraniano sembrerebbe una “contraddizione” in termini, invece a Teheran Tahnoon ha stretto la mano al Segretario del Consiglio per la Sicurezza nazionale suprema dell’Iran Ali Shamkhani, e subito dopo ha incontrato il presidente iraniano Ayatollah Seyed Ebrahim Raisi.

Ha parlato di nuove politiche regionali, di alleanze (militari?), di joint venture e grandi progetti di cooperazione commerciale nonché di sicurezza. “Questi incontri sono un punto di svolta nei rapporti tra i nostri Paesi”, ha sottolineato il potente sceicco Tahnoon agli iraniani.

Qualcuno ricorderà il caso della coppia israeliana arrestata qualche tempo fa, accusata da Ankara d’essere spie del Mossad. Per ottenerne la liberazione Israele ha dovuto interpellare Abu Dhabi rivolgendosi proprio al capo del Consiglio di sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti, che gode di ottimi rapporti e considerazione negli apparati dell’intelligence Turca, tra gli alti funzionari del governo e gli stretti collaboratori del presidente Erdogan.

Grazie ai suoi buoni uffici è stata favorita la positiva conclusione della vicenda e la coppia israeliana è stata liberata; probabilmente non andrà nemmeno a processo. Certo che la benefica influenza dello sceicco Tahnoun bin Zayed Al Nahyan farà comodo, anche durante il prossimo vertice iraniano-emiratino, durante il quale quasi certamente, ci sarà tempo e modo per sviscerare il tema tanto caro agli Emirati: il ruolo dell’Iran nell’escalation del conflitto con gli huthi yemeniti.

E’ altamente probabile che per questa volta almeno, droni e missili balistici Houthi se ne staranno buonini buonini sulle loro rampe di lancio.

Intanto un rapporto redatto dell’ONU denuncia che i ribelli hanno reclutato minori tra i 10 e 17 anni. Li schierano al fronte per combattere la coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Nel 2020 sarebbero morti oltre 1.400 giovanissimi e 562 tra gennaio e maggio 2021.

Africa ExPress
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