Camerun: assalito il convoglio del ministro della Difesa, almeno sei morti

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Crisi e violenze nella parte anglofona del Camerun

Cornelia I. Toelgyes Rov 100Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 13 luglio 2018

E’ di almeno sei morti e un numero ancora imprecisato di feriti il bilancio provvisorio dell’attacco al convoglio del ministro della Difesa del Camerun, Joseph Beti Assomo.  L’assalto è stato effettuato da uomini armati vicino a Kumba, nella zona anglofona nel sud-est del Paese ieri mattina.

L’attentato è stato confermato dal portavoce dell’esercito camerunense, Didier Baddeck, secondo cui i militari avrebbero ucciso sei secessionisti, responsabili dell’attacco. Altre fonti, invece, rivelano che gli insorti uccisi sarebbero cinque, la sesta vittima sarebbe un giornalista del quotidiano filo governativo Cameroun Tribune. Malgrado l’imboscata, il ministro ha proseguito il viaggio verso Kumba, dove domenica scorsa è stato ucciso il commissario per la pubblica sicurezza sempre ad opera dei secessionisti. Kumba è una delle città maggiormente colpite dalle violenze che da quasi un anno e mezzo si consumano nelle province anglofone.

Crisi e violenze nella parte anglofona del Camerun
Crisi e violenze nella parte anglofona del Camerun

ll Camerun ha dieci Regioni autonome, otto delle quali sono francofone. Solamente in due si parla l’inglese. All’inizio del ‘900 il Paese era una colonia tedesca. Dopo la prima guerra mondiale nel 1919, è stata divisa tra i francesi e gli inglesi, secondo il mandato della Lega delle Nazioni. La parte francese era molto più ampia e aveva come capitale Yaoundé, mentre quella inglese era stata annessa alla Nigeria, si estendeva fino al Lago Ciad e aveva per capitale Lagos. Gli inglesi erano poco presenti in questa regione, perché la loro attenzione era concentrata sui territori dell’attuale Nigeria.

Con l’indipendenza, ottenuta nel 1961, le due porzioni, inglese e francese sono state riunite per formare un unico Stato, l’attuale Camerun, ma finora le parti hanno sempre mantenuto un alto grado di autonomia. Molti cittadini anglofoni si sentono emarginati e poco rappresentati e per questo motivo da anni gli oppositori chiedono la secessione, ma il governo non ha mai dato risposte concrete, solamente repressione.

Joseph Beti Assomo, ministro della Difesa del Camerun
Joseph Beti Assomo, ministro della Difesa del Camerun

Paul Biya, il presidente dello Stato dell’Africa centro-occidentale, con le elezioni alle porte, ha inviato con la massima urgenza il suo ministro della Difesa nella nella regione del sud-ovest, per dare sostegno alle truppe. La scorsa settimana si sono verificati violenti combattimenti tra l’esercito e i secessionisti nella zona di Buéa e dintorni, alle pendici meridionali del Monte Camerun, durante i quali diversi soldati hanno perso la vita.

Mentre il presidente, il ministro della Difesa sono concentrati solamente sulle regioni anglofone, Amnesty International punta il dito su alcuni gravissimi fatti accaduti nell’etremo nord,  dei quali sarebbero responsabili elementi delle forze armate camerunensi. Un video in possesso dalla ONG con base a Londra, mostra terribili esecuzioni extragiudiziali nei confronti di due donne e di due ragazzini. Ovviamente il governo di Yaoundé nega, secondo le autorità si tratterebbe di una notizia falsa.

Gli analisti di Amnesty hanno esaminato ogni singolo dettaglio del video, come armi, uniformi e dialoghi degli uomini, elementi che sono poi state confrontati con tecniche digitali e testimonianze raccolte sul luogo. I risultati così ottenuti, indicano chiaramente i soldati delle forze armate camerunensi come esecutori di questa mattanza. L’unico neo rimane la data: Amnesty non è riuscita a stabilire quando tali violenze hanno avuto luogo. Mentre sembra evidente che gli orrendi delitti siano stati consumati nell’area di Mayo Tsanaga, nell’estremo nord. La vegetazione, la coltivazione su terrazzamenti, il tipo di roccia , le montagne e i bassi arbusti, conosciuti localmente con il nome di tchaski, visibili nelle riprese, si trovano in quella zona. La stessa area ospita anche una base militare, precisamente a Mozogo.

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La ONG chiede che venga aperta quanto prima un’inchiesta indipendente e che i responsabili di questi crimini e i loro superiori, che sanno o avrebbero dovuto quanto meno essere informati di questi orribili delitti, vengano consegnati alla giustizia e sottoposti ad un equo processo.

La regione dell’estremo nord confina con il Ciad e la Nigeria, area dove sono particolarmente attivi i terroristi Boko Haram.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

 

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