OBITUARY
Massimo A. Alberizzi
28 giugno 2025
Ieri, improvvisamente, stroncata da un infarto se n’è andata Hibo Yassin, una giovane somala naturalizzata italiana cui devo la vita.
Hibo, che ha trascorso una parte della sua vita a Torino, era un’attivista per i diritti umani in Somalia dove, insieme alla zia Starlin Harush, si è battuta per la pace, sfidando persino i signori della guerra che hanno messo a ferro e fuoco l’ex colonia italiana.
Starlin, proprio per il suo impegno civile, è stata uccisa qualche anno fa durante una rapina dai molti dubbi. Hibo aveva raccolto il testimone anche, e soprattutto, nell’Organizzazione Non Governativa che avevano fondato assieme, IIDA, la cui missione è quella di fornire soccorso e servizi di emergenza alle donne e ai bambini colpiti dalla guerra civile in Somalia. Nel corso degli anni, l’IIDA si è evoluta fino a concentrarsi sullo sviluppo e sulle critiche alla responsabilità delle istituzioni governative.

L’organizzazione difende i diritti dei bambini, dei giovani e delle donne vulnerabili e promuove la pace tra le comunità.
Ma Hibo, una cara amica, per me è stata importantissima. Quando nel 2006 a Mogadiscio sono stato sequestrato dagli islamisti lei, che era a Nairobi, è intervenuta contattando tutto il mondo somalo: politici, società civile, leader islamici, imam, capi clan, ambasciatori e perfino il capo supremo islamista Sheck Hassan Daher Aweis.
Assieme all’allora inviato speciale italiano per la Somalia, Mario Raffaelli, al primo segretario dell’ambasciata italiana in Somalia (che però per motivi di sicurezza era stata dislocata a Nairobi), Stefano Deyak, e alla collega del Giornale, hanno mosso veramente mari e monti e sono riusciti a trovarmi un posto su un aereo delle Nazioni Unite.
L’ultima volta ci siamo visti a Nairobi nel gennaio scorso. Le ho chiesto di accompagnarmi a Eastleigh, il quartiere somalo della capitale keniota. Mi aveva mostrato le “curiosità” di un grande centro commerciale dove banche islamiche lavorano accanto a quelle americane.
Difficile descrivere la sua gioia il giorno in cui aveva ricevuto la conferma che era diventata italiana. Sprizzava felicità da tutti i pori: si sentiva italiana più di tanti italiani.
Ciao Hibo. Che la terra ti sia lieve. Grazie per tutto quello che hai fatto per la pace in Somalia. E anche per me!
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
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