Giurisdizione universale per crimini contro l’umanità: processo in Svizzera contro un ex ministro gambiano

Il "comandante delle torture" di Banjul alla sbarra a Bellinzona. Mai prima d'ora in Europa era stato giudicato un funzionario governativo di così alto livello

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
10 gennaio 2024

Il Pubblico ministero della Confederazione Elvetica ha accusato l’ex ministro dell’Interno del Gambia, Ousman Sonko, di crimini contro l’umanità.

Ousman Sonko, ex ministro degli Interni gambiano

Il processo è cominciato lunedì scorso presso il Tribunale Penale Federale di Bellinzona. Ousman Sonko, nel 2016 era caduto in disgrazia e quindi destituito dall’ex dittatore Yahya Jammeh, al potere dall’ottobre del 1996 a gennaio 2017, e ora è in esilio in Guinea Equatoriale.

Di per sé il caso Sonko non ha alcun legame diretto con la Svizzera. Tuttavia, la Confederazione, secondo il principio del diritto internazionale, può sempre perseguire crimini contro l’umanità, a condizione che l’autore del reato si trovi sul territorio nazionale e non venga estradato. In questo caso, il Gambia non ha presentato una richiesta di estradizione. Tuttavia, gli investigatori svizzeri sono stati autorizzati a recarsi in Gambia per raccogliere prove in loco.

Secondo Vony Rambolamanana della ONG Trial International con sede a Ginevra, si tratta di un processo storico, giacché mai prima d’ora in Europa un funzionario governativo di così alto livello era stato processato sulla base del principio della giurisdizione universale.

E, sempre in base al diritto internazionale, a fine novembre è stato processato in Germania un ex soldato gambiano per il suo coinvolgimento in atrocità commesse durante il regime di Jammeh. Un tribunale di Celle (Bassa Sassonia) lo ha condannato all’ergastolo .

Sonko è apparso in Svizzera alla fine del 2016 con passaporto diplomatico, dopo aver tentato invano di essere accolto in Svezia, che lo ha poi deportato in Spagna. E il regno ispanico, a sua volta, gli ha negato il permesso di soggiorno.

Tribunale Penale Federale, Bellinzona, Svizzera

Una volta giunto a Berna, Sonko ha inoltrato richiesta di asilo e da prassi è stato portato a Lyss (Canton Berna), in un centro per rifugiati. Poco dopo il suo arrivo, i TG locali  hanno parlato della presenza di un ex ministro del Gambia in Svizzera. La ONG Trial International, ha subito sporto denuncia contro Sonko. La Confederazione Elvetica ha poi aperto un’inchiesta nei suoi confronti e così l’ex ministro e ex alleato di Jammeh, da richiedente asilo è diventato imputato. Da quasi sette anni si trova dietro le sbarre in custodia cautelare.

Le vittime di Sanko chiedono giustizia

Secondo l’accusa, Sonko avrebbe imprigionato, torturato e persino ucciso illegalmente chi osava criticare il regime, per intimidire l’opposizione e prevenire tentativi di golpe. L’imputato non solo sarebbe stato responsabile di questi atti in qualità di capo politico e militare, ma avrebbe anche partecipato in prima persona ad alcuni omicidi. Ad esempio, avrebbe sparato a un uomo insieme ai soldati sotto il suo comando, perché sospettato di pianificare un colpo di Stato. Avrebbe poi violentato ripetutamente la vedova per un periodo di quasi due anni. Sonko nega ovviamente tutte le accuse. Anzi, ora si considera lui stesso una vittima di torture, perché nei centri di detenzione di Berna sarebbe stato  trattato in modo disumano.

Il dibattimento in aula durerà almeno tre settimane e potrebbe finalmente dare una spinta alla giustizia del Gambia, dove nessun crimine, commesso sotto il regime dittatoriale di Yahya Jammeh, è mai stato processato in tribunale.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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