El Morabity: due fratelli marocchini spopolano nella maratona del deserto dell’Oman

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Maratona nel Deserto dell'Oman

Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
Milano, 30 novembre 2018

Hanno fatto il deserto intorno a sè. Nel deserto vero, in quello dell’Oman, i due fratelli berberi Rachid El Morabity, 36 anni, e Mohammed El Morabity, 26, hanno ribadito la loro superiorità nelle maratone desertiche. In una delle specialità sportive tra le più dure sulla faccia della terra, la Oman Desert Marathon, 165 chilometri in sei tappe, sono arrivati primo e secondo. Alle loro spalle si piazzata una star  locale, Sami El Saidi. Tutti e tre hanno percorso la distanza nel tempo complessivo sotto le 15 ore.

Per la precisione Rachid ha impiegato 14 ore, 23 minuti e 42 secondi, il fratello Mohammed 3 minuti e 12 secondi in più , El Saidi 5 minuti. Tempi di percorrenza al limite dell’umano. Se ne intende meglio la portata se si entra nel dettaglio di questa maratona, che definire massacrante è un dolce eufemismo. La corsa , iniziatasi il 17 novembre e conclusasi giovedì 22, si fa in autosufficienza.

Il che vuol dire che ciascuno deve viaggiare con 8 – 10 chili di peso costituiti da cibo per almeno 2000 chilocalorie al giorno, sacco a pelo, bussola, pompa antiveleno, coltello, antisettico, specchietto per le segnalazioni, elettroliti in tavolette, fischietto, telo di emergenza, torcia con batterie e lampadine di ricambio, kit di pronto soccorso medico. L’acqua, meno male, è fornita da una efficientissima organizzazione ad ogni checkpoint, ad intervalli di circa 10 chilometri.

ll percorso è segnato circa ogni 500 metri e sono presenti molti punti di riferimento naturali che aiutano il concorrente a mantenere la direzione giusta.

Maratona nel Deserto dell’Oman

Il che, comunque, ha volute dire compiere 25 chilometri il primo giorno dal villaggio-oasi di Al Wasel vicino alla città di Bidiyah, dove inizia la spettacolare, meravigliosa distesa di dune che finisce sulla coste del Mar Arabico. Il secondo giorno i 120 partecipanti di 23 nazioni (fra essi una decina di italiani) hanno sudato per 20 km, il terzo per 28. Al quarto giorno (27 chilometri) gli atleti erano ridotti a 66. Il quinto giorno è arrivata la sfida più impegnativa: 42 chilometri in notturna, illuminati dalla stelle e dalle torce. L’ultima frazione quasi un riposo, 23 chilometri, con vista mare tanto sospirato da far pensare al grido di sollievo dei mercenari dell’Anabasi di Senofonte.

Rachid el Morabity

Sei tappe in altrettanti scenari in uno dei più affascinanti deserti del mondo fra sabbie rosse, dorate, bianche, qualche raro villaggio di beduini, qualche oasi, sulle orme delle antiche carovane. Ma faticosissime: “Sei giorni di sabbia, sabbia, e ancora sabbia, temperature fra i 20 e i 30 gradi, vesciche ai piedi….ma questa è la Oman Marathon Desert”, hanno commentato all’unisono i primi tre classificati. Entusiasta, ovviamente anche Said Al Hajiri, del National Program for the Promotion of Economic Diversification (Tanfeedh), l’ente organizzatore supportato dal Ministero del Turismo, che in questo modo intende promuovere lo sport in questo Sultanato a gestione paternalistico-familiare, ma bello, sicuro e senza fanatismi.

I più felici, comunque, restano i fratelli marocchini, che la maratona desertica ce l’hanno nel sangue. Sono nati a Zagora, sperduta e splendida cittadina di frontiera nella valle del fiume Draa, (zona sudorientale del Marocco), a ridosso del Sahara e sono delle leggende “ambulanti” nel cosiddetto mondo dell’Ultra-Trail (gare estreme, sia detto per i profani). Rachid ha vinto ben sei Marathons des Sables, gare di 240- 250 km in sei giorni. Il fratello seguendo le sue orme promette bene. Un anno fa circa ha dominato, per fare un esempio, l’Ultra Trail Mirage El Djerid, una corsa di 100 chilometri disputata a Tozeurì, in Tunisia, in meno di 9 ore! Mohammed ha vinto altre gare simili sempre in tandem col fratello maggiore.

Anche nella gara femminile in Oman il Marocco ha creato  il deserto piazzando al primo posto Aziza Raji,  vera stella dell’Ultra Trail, che ha bissato il successo del 2016

Nata 29 anni fa nella Valle delle Rose, tra Marrakesh e Ouarzazate, nel Marocco Orientale, a 14 anni decise di imitare cinque fratelli nella corsa. Era l’ottava di 10 figli, ma i grandi non la volevano fra i piedi, soprattutto perché era donna e i vicini storcevano la bocca nel vederla competere e allenarsi con i maschi. Lei, pur musulmana praticante, se ne fregò, e con l’appoggio dei genitori, si buttò sulla maratona. Ora è una stella internazionale nelle corse “sovrumane” e un modello nel suo polveroso villaggio di 600 anime, dove tutti vogliono imitarla per il coraggio dimostrato nello sport e nella vita.

Costantino Muscau
muscost@gmail.com