Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 dicembre 2025
Un giovane kenyano non ha creduto ai suoi occhi quando nel giro di una settimana ha ottenuto il visto per la Russia, dopo aver pagato appena 30.000 shellini (circa 200 euro). Il ragazzo aveva risposto a un annuncio di un’agenzia con base a Nairobi che cercava operai nel settore della lavorazione della carne. Le formalità burocratiche erano state poi espletate da un gruppo su whatsapp.
Una volta arrivato a destinazione, invece di essere mandato in una fabbrica, è stato portato in un campo di addestramento militare.
Interventi diplomatici
Il ragazzo fa parte di un piccolo gruppo di 18 giovani kenyani, arruolati con la forza da Mosca e poi rimpatriati proprio in questi giorni dal governo di Nairobi. In una dichiarazione rilasciata dal primo segretario di gabinetto e ministro degli Affari della Diaspora, Musalia Mudavadi, è stato spiegato che ai ragazzi al soldo di Mosca sono stati rilasciati documenti di viaggio di emergenza e sono tornati sani e salvi a casa, grazie a interventi diplomatici coordinati dalla rappresentanza del Kenya in Russia.

Il ministero ha poi aggiunto, che secondo le ultime notizie, dall’inizio del conflitto i russi avrebbero reclutato almeno 200 giovani provenienti dall’ ex colonia britannica.
Eppure solo a ottobre il ministro degli Esteri di Nairobi aveva incontrato l’ambasciatore di Mosca accreditato in Kenya. In tale occasione il diplomatico aveva assicurato che nessun reclutamento forzato sarebbe stato tollerato nell’esercito russo.
Richieste di aiuto
Nairobi ha fatto anche sapere di aver ricevuto parecchie richieste di aiuto di connazionali bloccati in campi di addestramento della Federazione Russa e segnalazioni di kenyani feriti.
Intanto l’ambasciata del Kenya nel Paese ha consigliato a tutti connazionali residenti o in viaggio verso Russia, Bielorussia e Kazakistan, di registrarsi quanto prima per consentire un monitoraggio tempestivo, assistenza consolare e protezione.
Allerta di Gaborone
Anche il Botswana ha dichiarato di aver aperto un’indagine sul caso di due uomini di rispettivamente 19 e 20 anni, perchè si ritiene che siano stati ingannati e poi costretti ad arruolarsi per combattere nel conflitto tra Russia e Ucraina.
Il ministero degli Esteri di Gaborone ha lanciato un avvertimento a tutti giovani affinché diffidino di “programmi di reclutamento internazionali dubbi e pericolosi”. Consiglia inoltre di verificare con le ambasciate o i consolati prima di accettare offerte troppo alettanti. Anche l’ONU ha esortato i governi africani a rimanere vigili ed a emanare avvertimenti chiari per prevenire altri casi.
Non sono pochi i giovani africani coinvolti in entrambi i fronti del conflitto. I più si arruolano perché non vengono informati correttamente e, diciamolo pure, attirati da false promesse.
Centri culturali
Il collettivo All Eyes On Wagner dell’ONG IMPACT (Data provider in contesti di crisi), in una nota di poche settimane fa ha rivelato che i centri culturali russi in Africa sono ufficialmente incaricati di impartire corsi di lingua e promuovere la cultura del Paese. In realtà spesso fungono da tramite per operazioni di reclutamento industriale e militare.
Sarebbero oltre 18.000 gli stranieri provenienti da diversi Paesi (non solo africani), arruolati volontariamente o con la forza nell’esercito di Mosca. Finora, secondo fonti ucraine, sarebbero morti almeno 3.300. militari di origine non russa.

Grazie a un’indagine della BBC è stato anche scoperto che giovani donne africane sono state assoldate e portate nella zona di Alabuga, nella Repubblica autonoma del Tatarstan in Russia, per lavorare in una fabbrica di droni.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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