Africa first: Uganda ed Etiopia primi a Chicago nella monster marathon

L'ugandese ha lasciato tutti con il fiato sospeso, fino a 7 km dal traguardo. Arriva primo ugualmente e si porta a casa 100.000 dollari. Vince con fierezza anche la giovane etiope, eppure non era stata data tra le favorite della gara

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Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
14 ottobre 2025

Volava sulla terra leggero per afferrare il record mondiale della maratona. Ha accarezzato il sogno per almeno 35 km di superare le 2h00’35”. Andava a tutta velocità incontro al sole del primato che a 24 anni, alla sua seconda maratona, lo avrebbe lanciato nel firmamento dell’Atletica.

Gran parte dei 42,195 km li aveva corsi a un ritmo sensazionale, addirittura  sotto il tempo che voleva battere.

Dominatore della gara

Invece a 7 km dal traguardo, “presto cadde il sole e il cielo perse tutta la sua luce”, se è consentito ricorrere ai versi di una canzone celebre degli anni ‘70.

Jakob Kiplimo, ugandese, pur dominatore incontrastato della 47a edizione della maratona monumento di Chicago, (54 mila iscritti) domenica 12 ottobre, è entrato in crisi, ha dovuto rallentare e rinunciare a un impresa che avrebbe fatto epoca. E si è dovuto accontentare (si fa per dire) di 2h 02’23” e di 100 mila dollari di premio. È giunto al traguardo esausto a tal punto che varcata la soglia finale si è accasciato…

In ogni caso il giovane ugandese ha di che essere soddisfatto, come ha onestamente riconosciuto all’arrivo: “Non sapevo che stessi correndo dentro il record del mondo. Io pensavo solo a fare del mio meglio. E sono molto felice di quello che ho fatto”.

Distacco kenyani

Ha piegato i kenyani, rivali di sempre, dando un minuto e mezzo di distacco ad Amos Kipruto, 33 anni, secondo classificato (terzo l’anno a scorso, primo a Londra nel 2022) e due minuti al terzo, Alex Chesiro Masai, 28 anni,  pure lui proveniente da Nairobi (ma residente negli States, dove si è laureato in Criminologia).

Senza trascurare il fatto che il giovane Jakob ha polverizzato il suo limite precedente (2h03’37”) ed è diventato il quinto maratoneta della storia.

Originario del gruppo etnico sebei, cresciuto nel distretto Kween sul Monte Elgon in una famiglia di agricoltori, ha lasciato capire che nella città dell’Illinois tornerà per ottenere quel primato sfuggitogli per un pelo nella seconda maratona della sua carriera.

Il distretto Kween fino a pochi anni fa era una delle aree meno conosciute e frequentate dell’Uganda. Grazie, però, alla fama dei suoi campioni , è diventato un punto fermo nella carta geografica. Nel cuore di Kween, il villaggio di Mosopisiek ospita famosi runner con i quali anche i turisti possono familiarizzare.

Esordio a Londra

L’esordio nella gara regina del fondo per Kiplimo era stato il 27 aprile scorso a Londra. E che debutto: Secondo posto! Aveva cominciato a gareggiare, in altitudine (il Monte Elgon è un vulcano spento tra Kenya e Uganda di 4321 metri) a soli 15 anni, ispirato dai fratelli maggiori, e allenato, come altri atleti africani, dalla corsa per raggiungere la scuola: ogni giorno 10 kilometri, tra andata e ritorno.

Primo posto all’etiope Hawi Feysa Gejia alla maratona di Chicago

Invece la vincitrice della maratona femminile di Chicago, Hawi Feysa Gejia, 26 anni, è stata un’eccezione, come ha raccontato al sito Athletics.Africans.com: “La mia scuola era solo a un chilometro da casa, ma io correvo assieme ad altri ragazzi, anche più grandi di me, in un circuito di Ambo. Non avevamo certo un allenatore, ma di tanto in tanto ci infilavamo in qualche gara organizzata localmente e questo ci serviva per addestrarci”.

Trionfo per giovane dell’Oromia

Ambo è una città di circa 90 mila abitanti dell ‘Etiopia centro occidentale , nella regione Oromia, a 100 km da Addis Abeba, dove Hawi Feysa è nata e dove vive la sua numerosa famiglia (ha 5 sorelle e 2 fratelli) che alleva mucche e cavalli.

Da questa zona provengono illustri fondisti e mezzofondisti, quali la tre volte olimpionica Tirunesh Dibaba (oggi quarantenne) e il super runner  Kenenisa Bekele, 43 anni, (5 mondiali e 3 ori olimpici).

“Erano i miei idoli – ha ricordato Feysa – avevo 10 anni quando Tirunesh partecipava ai Mondiali e alle Olimpiadi. Le sue medaglie d’oro mi segnarono profondamente e presi la decisione: dovevo cominciare a correre”.

E i risultati si vedono. Ai recenti Mondiali di Giappone si era piazzata terza, domenica scorsa a Chicago, Feysa è tornata ad essere la prima etiope a riconquistare la vittoria, con un tempo ( 2h14’56”) che non tutti i maratoneti maschi riescono a fare, segnando la sesta prestazione all- time ed entrando nel novero delle cinque più veloci di sempre.

Dietro di lei il vuoto

Dietro di lei, praticamente il vuoto: la connazionale Megertu Alemu, classe 1997, è arrivata seconda con 2’22” di ritardo e la tanzaniana Magdalena Crispin Shauri, 29 anni, quasi 4 minuti dopo.

Queste due erano date come favorite. Alemu si era classificata a Londra in seconda posizione nel 2022 e terza nel 2023.

La Shauri era giunta terza a Berlino nel 2023 quando Tigs Assefa aveva battuto il record mondiale.

Ma a Chicago, se il titolo di principe di Chicago spetta al fenomeno ugandese Jakob Kiplimo, quello di regina della maratona è andato a lei. Con i suoi 100 mila dollari di premio deve continuare ad aiutare la famiglia, magari acquistando altre mucche e cavalli.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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