Tabù infranto: anche per gli israeliani B’Tselem e Physicians for Human Rights-Israel a Gaza è genocidio

Cadono così le pretestuose accuse di antisemitismo rivolte a chi critica i massacri dell'IDF nella Striscia e in Cisgiordania

0
3461

Due importanti ONG israeliane denunciano il genocidio a Gaza:
per B’Tselem e Physicians for Human Rights Israel,
quanto accade tra Israele e Gaza non può più essere ignorato

Speciale per Africa ExPress
Federica Iezzi
di ritorno da Gaza, 5 agosto 2025

“Per gli israeliani della mia generazione, la parola genocidio avrebbe dovuto rimanere un incubo proveniente da un altro pianeta. Una parola legata alle fotografie dei nostri nonni e ai fantasmi dei ghetti europei, non ai nostri quartieri. Eravamo noi a chiederci, da lontano, degli altri: come potevano le persone comuni andare avanti con le loro vite mentre accadeva una cosa del genere? Come hanno potuto permetterlo?”.

E’ con queste parole che Yuli Novak, direttore esecutivo di B’Tselem – l’organizzazione per i diritti umani più rappresentativa in Israele – parla del nuovo report Our Genocide, frutto di mesi di lavoro di attivisti israeliani e palestinesi.

Pubblicazioni recenti

Il report cammina parallelo alla recente pubblicazione di Physicians for Human Rights-Israel (PHRI), Genocide in Gaza

Dayr al-Balah, Striscia di Gaza [photo credit Al-Jazeera]
I due report segnano un’enorme rottura all’interno della società civile israeliana. Basandosi su quasi due anni di documentazione, entrambi i gruppi hanno sostenuto che le azioni di Israele a Gaza rientrano nella definizione di genocidio, delineata nella Convenzione sul Genocidio del 1948, di cui Israele è firmataria [entrata in vigore 12 gennaio 1951].

Demolizione sistematica

Il rapporto di B’Tselem si concentra sulla demolizione sistematica della società palestinese a Gaza. Il rapporto del PHRI fornisce un’analisi giuridica basata sulla deliberata distruzione del sistema sanitario di Gaza da parte di Israele.

Uccisioni di massa, trasferimenti violenti di popolazione, distruzione sistematica e smantellamento della società palestinese a ogni livello: ecco la base della campagna genocida di Israele, pienamente evidente a Gaza, ancora nascosa in Cisgiordania. La scala è diversa, la logica è la stessa.

Il genocidio non è semplicemente una categoria giuridica, ma una modalità distinta di violenza politica e sociale. L’obiettivo non è solo uccidere ma assicurarsi che un gruppo non possa più esistere in futuro.

E dove si colpisce? La dimensione in cui spietatamente ci si muove è la devastazione del nucleo familiare.

Sistema sanitario

Pilastro fondamentale della vita civile è il sistema sanitario. Israele ha completamente distrutto la capacità di Gaza di prendersi cura della sua popolazione, attraverso attacchi indiscriminati diretti agli ospedali, ostruzione delle evacuazioni mediche e dell’ingresso di aiuti umanitari, eliminazione di servizi essenziali come la chirurgia, la dialisi e la salute materno-infantile.

Secondo il PHRI la campagna israeliana ha decimato le infrastrutture sanitarie di Gaza “in modo calcolato e sistematico”. Queste azioni non sono accessorie alla guerra, ma deliberate e mirate.

Scene raccapriccianti dall’interno dell’ospedale Nasser, la sera del 5 luglio. Questi civili sono
stati uccisi mentre cercavano aiuto dal sito del Gaza Humanitarian Foundation, vicino
al Corridoio Morag a Rafah.

L’attacco del braccio armato di Hamas a Israele ha innescato un cambiamento nella politica del Paese nei confronti dei palestinesi di Gaza, passando da repressione e controllo a distruzione e annientamento. L’opinione pubblica ebraico-israeliana respinge le accuse di genocidio come antisemite nei confronti di Israele.

Margini della politica

È vero che i gruppi per i diritti umani sono considerati in Israele ai margini della politica e le loro opinioni non sono rappresentative della maggioranza degli israeliani, ma il fatto che l’accusa di genocidio provenga da voci israeliane infrange un tabù in una società che è stata reticente a criticare la condotta di Israele a Gaza.

Gli appelli allo sterminio dei palestinesi non sono nati dalle violenze del 7 ottobre 2023. Risalgono agli anni ’30 e hanno acquisito forza – e maggiore accettazione pubblica – con il venir meno delle prospettive di pace negli anni ’90, l’aumento dell’ansia esistenziale tra gli israeliani e l’aumento del potere politico dei sionisti religiosi nel XXI secolo.

Fonte di ispirazione

La maggior parte dei precursori del sionismo moderno si considera laica. Ciononostante, adotta i principali simboli ebraici e tratta la tradizione e i testi religiosi ebraici come fonte di ispirazione, pur non attribuendo loro autorità legale.

Questo crea un’opportunità per i leader israeliani di utilizzare i testi biblici per promuovere obiettivi politici. La Bibbia contiene alcune narrazioni esplicite di annientamento. La più nota è la storia di Amalek. “In una guerra tra Israele e Amalek, uccidere e annientare neonati e bambini è un comandamento. E chi è Amalek? Chiunque scateni una guerra contro gli ebrei” – parole del 1980 di Israel Hess, che all’epoca ricopriva la carica ufficiale di rabbino dell’Università israeliana Bar-Ilan.

Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
Twitter @federicaiezzi
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

The Italian version is here

https://www.btselem.org/sites/default/files/publications/202507_our_genocide_eng.pdf

https://www.phr.org.il/wp-content/uploads/2025/07/Genocide-in-Gaza-PHRI-English.pdf

Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero +39 345 211 73 43

Ci si può abbonare gratuitamente ad Africa Express sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress e sul canale Whatsapp https://whatsapp.com/channel/0029VagSMO8Id7nLfglkas1R

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here