Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
21 dicembre 2025
Nell’est della Repubblica democratica del Congo si sta consumando una tra le peggiori crisi umanitarie. Africa ExPress ne ha parlato ampiamente in molti articoli
Fuggire dalle violenze
Insicurezza, violenza, morte, fame, dolore fanno parte del quotidiano. Molti congolesi sono costretti a lasciare le proprie case. Chi può, tenta la fuga verso mete lontane – non solo nei campi per profughi nei Paesi limitrofi – sperando di trovare un futuro, soprattutto per i propri figli.
Ma la vita di un richiedente asilo non è semplice, anche se proviene da zone di conflitto. Julien (nome di fantasia), congolese, con i pochi soldi rimasti, all’inizio 2024 riesce ad arrivare alle Comore con la moglie e i due figli minori. E poco dopo la famiglia si imbarca su un kwassa-kwassa per raggiungere Mayotte.

Deportazione
Julien e la sua famiglia, una volta giunti nel dipartimento francese, vengono fermati dalla polizia di frontiera e portati al centro di detenzione amministrativa di Pamandzi, situato sull’isola di Petite-Terre. Dopo qualche giorno presentano la richiesta di asilo alle autorità competenti ma la loro domanda viene respinta. Julien e i suoi, malgrado abbiano deposto un ricorso alla Corte nazionale per il diritto d’asilo, con un volo charter vengono deportati a Goma insieme altri 12 congolesi alla fine di giugno 2024.

Alcuni profughi riescono a ottenere il permesso di soggiorno, ma sono davvero pochi. Lo scorso ottobre è stato smantellato il campo Tsoundzou 2, dove vivevano oltre 600 rifugiati provenienti da diversi Paesi africani. La prefettura dell’isola li aveva spediti lì a febbraio. Dopo pochi mesi ha predisposto lo sgombero per motivi sanitari. Per mancanza di alloggi, non solo una piccola parte delle persone hanno trovato ospitalità in alloggi messi a disposizione dalle autorità. Gli altri hanno dovuto arrangiarsi.
Tra questi anche un congolese, arrivato a Mayotte a gennaio. Recentemente ha ottenuto asilo politico, ma anche per lui non c’è una casa disponibile.

Una giovane proveniente dalla ex colonia belga, in attesa del premesso di soggiorno da oltre un anno, ha raccontato che quando sono arrivati i gendarmi nel campo hanno dato appena 45 minuti di tempo agli occupanti per raccogliere i loro pochi averi. Poi, impietosi, sono arrivati i bulldozer e hanno distrutto tutto.
Ora i rifugiati si sono installati lungo la strada in tende e minuscole baracche di fortuna, a pochi chilometri dal campo distrutto. Secondo infomigrants (sito di notizie e informazioni per migranti) nell’accampamento informale ci sono 434 persone, tra cui 25 famiglie, abbandonate a se stesse in questo angolo dell’isola. Sono tutti richiedenti asilo provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Ruanda, Etiopia, Somalia.
Le Pen condannata per diffamazione
Proprio pochi giorni fa, Marine Le Pen, leader del raggruppamento politico di estrema destra francese, Rassemblement national (RN), è stata condannata in via definitiva dalla Corte di Cassazione, per diffamazione nei confronti della ONG Cimade. L’organizzazione d’oltralpe assiste e difende i diritti dei migranti. L’esponente di RN aveva accusato la Cimade di organizzare il traffico di immigrati clandestini provenienti dalle Comore a Mayotte.
Dopo il passaggio del ciclone che ha devastato gran parte dell’isola un anno fa molte case sono ancora distrutte, scuole chiuse, strutture sanitarie danneggiate. Gli abitanti vivono nell’attesa degli aiuti promessi dallo Stato.
Mayotte porta d’entrata dell’Europa
L’Unione delle Comore, formata da tre isole – Grande Comore, Moheli e Anjouan – ha avuto l’indipendenza dalla Francia nel 1975. Mentre la popolazione di Mayotte, che dista solo sessanta chilometri dall’isola di Anjouan, in due referendum ha votato contro l’indipendenza dalla Francia. E così, nel 2011 quel fazzoletto di terra in mezzo all’Oceano Indiano, è diventato il 101° dipartimento francese (un territorio oltremare). Come tale la valuta è l’euro.
Molti comoriani e anche africani di altri Paesi sono attratti dall’isola in quanto territorio francese, porta d’entrata dell’Europa. La traversata da Anjouan è molto pericolosa. Ogni anno muoiono in molti mentre tentano di raggiungere Mayotte su piccole imbarcazioni, i kwassa kwassa appunto, tradizionali imbarcazioni da pesca.
Il loro nome probabilmente è stato mediato da quello di una danza congolese (kwassa, appunto, a sua volta proveniente dal francese quoi ça? Che cos’è questo?). E come il ballo, le barche “oscillano” pericolosamente. Basta poco per trasformare la danza dei kwassa kwassa in naufragio.
Mayotte è il dipartimento francese più povero, ufficialmente ha poco più di 340 mila abitanti, ma sono certamente molti di più, vista la massiccia presenza di richiedenti asilo che, si stima siano oltre 100mila, che vivono in condizioni a dir poco catastrofiche.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
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