Pioggia dorata per Tanzania e Kenya ai mondiali di Tokio

Finale mozzafiato alla maratona maschile. A sorpresa vittoria della Francia sui 10.000 metri

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Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
15 settembre 2025

Sotto il cielo pallido di un’alba soffocante, a Tokyo, è brillata la prima stella dell’atletica tanzaniana. Al termine di una delle maratone dal finale più incredibile della storia, per la prima volta si è coperto d’oro Alphonce Felix Simbu, nato 33 anni fa a Singida, città di circa 100 mila abitanti della Tanzania Centrale, con popolazione principalmente di etnia Nyaturu.

C’è voluto il fotofinish per determinare il vincitore, che per soli 3 centesimi di secondo, dopo  42,195 km di corsa,  è entrato nella storia del suo Paese.

Prima vittoria tanzaniana

Mai un tanzaniano si era aggiudicato l’oro nella maratona maschile. È avvenuto nella notte italiana fra il 14 e il 15 settembre, ai “Campionati mondiali di atletica leggera di Tokyo 25”, (in svolgimento dal 13 al 21 settembre), terzo giorno d’oro per i corridori africani, ma anche con una debacle.

Alphonce Felix Simbu, tanzaniano, medaglia d’oro ai mondiali di atletica a Tokio

“Oggi è festa in Tanzania”, ha commentato il neo iridato. “Abbiamo scritto una nuova storia come Paese. Era il mio sogno. Sono in pace. Occorre disciplina, allenamento e non arrendersi mai. Dopo il 2017 ho cercato di vincere un’altra medaglia, ma non ci sono riuscito. L’anno scorso Parigi è stata una sfida e quest’anno mi sono detto: farò del mio meglio. Ho fatto diversi tipi di allenamento in diverse condizioni meteorologiche.”

Auguri presidenziali

E a fare meglio lo aveva sollecitato perfino la più alta carica dello Stato. “Congratulazioni, con la tua vittoria in 2 ore 9 minuti e 48 secondi hai scritto un nuovo capitolo nella nostra storia. Quando in aprile avevi conquistato l’argento alla maratona di Boston, ti avevo sollecitato a fare di più, ora ce l’hai fatta. Sei un esempio per chi ti segue, continua così”, ha subito scritto su Instagram Samia Suluhu Hassan, 65 anni, la presidentessa della Repubblica Unita di Tanzania (carica che ricopre dal 2021, dopo la morte di Jhon Magufuli).

In effetti, un successo così risicato non si era mai visto, tanto che al secondo classificato, il tedesco Amanol Petros, è stato attribuito lo stesso tempo del vincitore.

Bronzo per l’Italia

Doveroso ricordare anche la fenomenale prestazione del terzo arrivato, il nostro Iliass Aouani, 29 anni, ingegnere italiano con sangue marocchino, che ha riportato l’Italia sul podio dopo 22 anni nella maratona mondiale. Questa maratona in effetti è stata durissima anche per il clima umido e soffocante della capitale giapponese con gli atleti che si rinfrescavano con ghiaccio e spugne, passandosele anche l’un l’altro.

Basti dire che di 88 concorrenti ben 22 non sono giunti al traguardo. Entrambe le maratone alle ore 00:30 italiane, le ore 7:30 locali, con un anticipo di 30 minuti rispetto all’orario originale a causa delle infauste previsioni meteo : 28 gradi.

La donna più veloce è keniana

Nonostante tutto, anche la gara femminile si è conclusa con uno sprint mozzafiato.

La keniana Peres Jepchirchir vincitrice della maratona femminile a Tokio

A spuntarla è stata, per appena 2 secondi, la keniana Peres Jepchirchir, 31 anni, campionessa olimpica di Tokyo 2020, che ha chiuso in 2h 24’ 43” conquistando il suo primo titolo mondiale sulla distanza. Battuta la primatista del mondo l’etiope Tigist Assefa, (2h24’45”), proprio come le era accaduto alle Olimpiadi di Parigi 2024. Per lei, seconda amarissima delusione consecutiva.

E’ stato comunque uno spettacolo emozionante vedere le due donne che dopo aver duellato per quasi 42 km sono entrate insieme nello Stadio Nazionale del Giappone, impegnate fino allo spasimo in un testa a testa per il titolo iridato.

Ennesimo successo

“Sono tanto felice. Faceva così caldo. Ma ce l’ho fatta. Non è stato facile. Quando sono entrata allo stadio, ho ricevuto molta energia dai tifosi. A 100 metri, quando ho visto il traguardo, mi sono detta: proviamo a vedere se riesco a vincere. Ringrazio Dio di esserci riuscita”, ha raccontato Jepchirchir.

Per lei si tratta dell’ennesimo grande successo. Dopo il titolo olimpico ’20, tre campionati del mondo di mezza maratona, e dopo aver primeggiato  a Londra, Boston e NY (3 cosiddette major), arriva anche il suggello di questo titolo. “Oro, oro, tutto fu oro, oro pieno, oro zecchino, oro bello, oro giallo”, ha scritto Carlo Emilio Gadda.

Piedi alati

La sete dell’oro delle kenyane dai piedi alati si è saziata ancora con un’altra corsa durissima: i 10mila metri, la prima finale su pista sviluppatasi il 13 settembre. Ad aggiungere metallo pregiato al suo già prezioso bottino in carriera è stata Beatrice Chebet, 25 anni, dominatrice in 30:37:68.

La Chebet è campionessa dei 5 e 10 mila metri, detentrice del primato mondiale sulle medesime distanze. Ora mira a fare la doppietta a Tokyo sui 5 km il 20 settembre. Ed è tanto più soddisfatta, in quanto in quel di Nairobi non festeggiavano un trionfo simile sui 10 mila dal 2015! Intanto intasca sia il premio del successo (70mila dollari per l’oro) sia i 3 milioni di scellini (oltre 23 mila dollari) promessi dal Governo.

Supersconfitta etiope

Anche in questa competizione, però, a starle alle calcagna è stata l’italiana Nadia Battocletti, 25 anni, campionessa europea, ormai entrata nell’Olimpo delle grandi runner.

La supersconfitta è stata l’etiope di Macallè, Gudaf Tsegay, 28 anni, che detiene il record del mondo sui 5 mila, non in grado di difendere il titolo conquistato due anni fa. Si è dovuta accontentare del bronzo.

Medaglia d’oro per il francese Jimmy Gressier sui 10.000 metri

Però… però – come si dice – ogni medaglia ha il suo rovescio. E un memorabile rovescio per lo sport africano si è verificato nei 10 mila metri maschili. Una sconfitta sonante, la terza in tanti decenni di dominio assoluto, inflitta dal francese Jimmy Gressier, 28 anni, che ha sorpreso tutti arrivando primo in 28:55.77.

A poca distanza dal traguardo, Gressier è emerso dal gruppo e ha beffato per un pelo (28:55.83), l’etiope Yomif Kejelcha, suo coetaneo. Terzo lo svedese Andreas Almgren, solo quarto il kenyano Ishmael Rokitto, 20 anni, e sesto il più titolato etiope Selemon Barega, 25, campione olimpico proprio a Tokio 5 anni fa. Ishamel, originario di Baringo, è uno dei giovani emergenti sulle lunghe e medie distanze, ma che non trascura gli studi. Per arrivare in classe entro le 6, speso parte di casa alle 4 del mattino e si fa strada con la luce di una torcia.

Per i corridori che vengono dagli altipiani dell’Africa una sconfitta su cui riflettere. Ora la vecchia Europa fa concorrenza anche nei pascoli un tempo a lei vietati.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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