Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
14 dicembre 2022
Il ministro di certo non tifava per Marocco (lo aveva dichiarato urbi et orbi), ed è facile ipotizzare che non nutrisse amore profondo per la Francia.
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Tutto l’opposto il sentire del più importante quotidiano israeliano in lingua inglese, il Jerusalem Post, che ha pubblicato oggi una prima pagina storica con il titolo “Siamo tutti marocchini”. Con i Leoni dell’Atlante ritratti sullo sfondo di Gerusalemme. Simbolo di unione del popolo arabo e di quello ebraico.
Ovviamente, una delle due nazionali ha dovuto vincere e andare alla finale del Campionato mondiale di calcio 2022 nel sempre più discusso Qatar.
E la squadra vittoriosa stasera allo stadio Al Bayit di Doha è stata quella dei bleus francesi: 2-0. Con reti di Theo Hernandez, 25 anni, di origine spagnola, difensore del Milan (ha segnato dopo appena 4 minuti ) e di Randal Kolo Muani, 24 anni, figlio di congolesi, attaccante dell’Eintracht di Francoforte.
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Quindi nessuna operazione di giustizia, o di vendetta storica, anche se il risultato è ingiusto per il Marocco, che ha messo alle strette la Francia.
Un lungo assedio, soprattutto nel secondo tempo, che ha fatto barcollare ma non è riuscito a bucare la difesa dei transalpini. Molto rammarico, ma tanto onore per questi Leoni dell’Atlante, che per la prima volta nella storia hanno portato una squadra araba e africana in semifinale mondiale. E che purtroppo non hanno tra loro uno come il devastante Kylian Mbappe’, (di famiglia originaria del Camerun e Algeria).
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Sabato i magrebini si giocheranno contro la Croazia quella che si chiama la finalina per il terzo posto.
La Francia domenica se la vedrà con l’Argentina di Leo Messi e proverà a conquistare il suo secondo Mondiale consecutivo.
Il match di questa sera era stato caricato di tanti significati considerato il dominio coloniale non certo leggero e la repressione durissima da parte della Francia e della Spagna contro la resistenza marocchina guidata dal mitico Abdel Kari Al-Khattabi.
Una partita, quindi che andava molto al di là del calcio. Anche se in campo non si sono viste tensioni particolari e neppure sugli spalti, dove ondeggiava e sperava una vera marea rossa. “L’Africa non può più accontentarsi, siamo venuto qui per vincere”, aveva dichiarato Walid Regragui, l’allenatore del Marocco, alla vigilia della partita.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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