Islamisti all’attacco in Congo-K, bruciate due cliniche nel Nord-Kivu, uccisa anche una suora-medico

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1995

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
23 ottobre 2022

Durante un nuovo attacco portato da un gruppo armato, presumibilmente l’ADF, Allied Democratic Forces, un’organizzazione islamista ugandese, presente anche nel Congo-K dal 1995, sono state uccise almeno 7 persone. Altre risultano disperse, meglio, rapite. L’aggressione è avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì nel Nord Kivu, una delle province orientali della Repubblica Democratica del Congo.

Suor Marie-Sylvie Kavuke Vakatsuraki

Tra i morti anche una suora, Marie-Sylvie Kavuke Vakatsuraki, della congregazione congolese Petites Sœurs de la Présentation de Notre-Dame, fondata nel 1952 a Beni. La religiosa era anche medico e prestava servizio al Centre Sanitaire de Référence gestito dall’ufficio sanitario della diocesi di Butembo-Beni.

Oltre alla clinica cattolica, i presunti miliziani di ADF hanno distrutto anche l’ospedale di una comunità protestante che si trova a un chilometro e mezzo dalla clinica di Maboya.

Finora Maboya, che si trova tra Beni e Butembo, è stata sempre risparmiata dagli attacchi di gruppi armati. Ma questa volta i ribelli sono stati davvero pesanti, ha raccontato un infermiere ai reporter di AFP: “Hanno ammazzato persino alcuni pazienti”.

Maboya, centro sanitario gestito dalla diocesi di Beni-Butembo

“Erano in molti, hanno dato fuoco al centro gestito dalla diocesi, poi hanno bruciato anche all’ospedale protestante “Tiege”, dove hanno ucciso un guardiano e sequestrato un infermiere, poi hanno seminato il terrore in tutta l’area”, ha spiegato Roger Wangeve, presidente della società civile della zona. E ha aggiunto: “Hanno saccheggiato e bruciato parecchie case”.

Dopo alcune settimane di calma, sono ripresi gli attacchi nel territorio di Beni, dove i militari congolesi (FARDC) e quelli ugandesi (UPDF ) conducono operazioni congiunte da quasi un anno contro ADF.

I miliziani sono accusati di massacri di civili nell’est della RDC e di attacchi terroristi nel resto del Paese. Alla fine del 2021 hanno ripreso la loro attività anche in Uganda. All’inizio di settembre i due eserciti hanno annunciato di aver pianificato la quarta fase delle operazioni.

E proprio giovedì, un giorno prima del terribile attacco a Maboya, il portavoce delle operazioni congiunte congo-ugandesi, Mak Hazukay, ha chiesto alla popolazione di essere vigile e di denunciare qualsiasi movimento sospetto.

Il portavoce ha poi spiegato che recentemente sono stati uccisi sei ribelli nella zona di Rwenzori (Beni) e altri nove, tra questi anche una donna, nella provincia di Ituri.

Da decenni le regioni orientali del Congo-K sono sotto la minaccia di oltre 100 gruppi armati locali e stranieri, tra cui l’ADF, appunto. Nelle province di Nord Kivu e di Ituri è stato imposto lo stato d’emergenza dal maggio 2021, una misura eccezionale che finora non ha risolto nulla. Attacchi e violenze continuano senza sosta.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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