Un’urna per votare le donne, risolta così in Kenya la questione quote rosa

0
1003
Una signora masai depone la sua scheda nell’urna elettorale (AFP)

Simona FossatiSpeciale per Africa ExPress
Simona Fossati
Nairobi, 8 agosto 2017

Si sono appena chiusi i cancelli di tutti i seggi in Kenya. Ma chi è riuscito a mettersi in coda prima delle 17, ora della chiusura, resta in fila e ha il diritto di votare.

Chi voleva essere tra i primi a esercitare il suo diritto democratico, si è presentato al seggio alle tre del mattino. Alle 5,30 si sono aperti i cancelli e le persone hanno cominciato a mettersi in fila, alle sei sono iniziate le operazioni di voto.

Chi è arrivato molto più tardi al seggio si è invece messo ordinatamente in coda, preparandosi comunque a qualche ora di fila prima di poter accedere alle urne.

Polling station

In quasi tutte le “polling station”, gli edifici adibiti al voto, scuole o luoghi pubblici, alle due del pomeriggio la folla in fila per votare era imponente, ma perlopiù tutti tranquilli, chiacchieravano e scherzavano tra loro, preparati a restare in coda per ore. Qualche soldato e qualche funzionario qua e là controllava comunque che fossero rispettate le diverse file, a seconda dell’iniziale del nome.

I kenioti hanno votato sei schede: la prima per il presidente e il suo vice. La seconda per il governatore e il suo vice. Poi per i senatori, ne verranno eletti 47, uno per ogni contea (l’amministrazione locale). Quindi hanno compilato la scheda per l’elezione dei membri del parlamento, sono più di 349 in tutto il Paese, 85 nella sola Nairobi.

Mentre in Italia siamo ancora a discutere sulle quote rosa oppure ci si complica la vita con le preferenze divise in percentuale per genere, in Kenya molto più semplicemente hanno previsto un’urna rosa, per le schede rosa, quelle in cui si deve indicare solo una donna come membro dell’Assemblea Nazionale. Vengono elette 47 donne, una per contea. Invece dall’urna dei membri dell’Assemblea Nazionale usciranno sia uomini sia donne a seconda del numero dei voti di preferenza. Infine la sesta scheda è per i membri dell’assemblea della contea (le contee, cioè le amministrazioni locali del Paese, sono 47).

[embedplusvideo height=”337″ width=”600″ editlink=”http://bit.ly/2umaPjQ” standard=”http://www.youtube.com/v/JpqYuxP9w4k?fs=1&vq=hd720″ vars=”ytid=JpqYuxP9w4k&width=600&height=337&start=&stop=&rs=w&hd=1&autoplay=0&react=1&chapters=&notes=” id=”ep1460″ /]

Interessante è anche il processo del voto vero e proprio. Nella stanza dove si vota ci sono diversi funzionari, ognuno con il suo compito ben preciso. Lungo il muro una fila di sedie è riservata agli osservatori e ai rappresentanti di lista.

In fila su un tavolo le sei urne sigillate, ognuna di un colore diverso, lo stesso della scheda di riferimento. L’elettore entra e mostra a un addetto la propria carta di identità che viene osservata con attenzione per identificare eventuali falsi. Poi gli viene fatto appoggiare un dito ad un apparecchietto un po’ più piccolo di un tablet, immediatamente l’impronta viene scannerizzata e sul mini computer compaiono la foto e la carta di identità corrispondenti all’impronta.

Una signora masai depone la sua scheda nell’urna elettorale (AFP)
Una signora masai depone la sua scheda nell’urna elettorale (AFP)

Il funzionario controlla che i dati memorizzati nel computer siano gli stessi del documento fornito e a questo punto, se tutto è regolare, l’elettore passa al ritiro delle sei schede. Su ogni scheda sono riportati nomi e fotografie di tutti i candidati. Poi entra in una delle cabine elettorali e, dopo aver espresso il voto, consegna le sei schede a un altro funzionario che le piega ad una ad una e le riconsegna all’elettore che deve inserirle personalmente nell’urna.

Finita la procedura del voto l’elettore ritira il proprio documento da un altro funzionario che gli fa un segno con inchiostro indelebile su un’unghia per evitare che la stessa persona possa ripresentarsi a votare un’altra volta. Ma il nome della persona che ha votato sparisce anche dal mini computer e, se mai riuscisse a ripresentarsi al voto, non risulterebbe più in alcun modo elettore e quindi non potrebbe più votare comunque.

Tutto il procedimento del voto dura una media di circa tre minuti a elettore. In ogni seggio sono registrate 700 persone, considerato che il seggio resta aperto per 11 ore pari a 660 minuti, non si capisce come faranno a votare tutti. Ad ogni modo chi è riuscito ad essere in coda prima delle 17 e ad avere la pazienza di restarci per ore, potrà votare.

Presumibilmente le operazioni di spoglio, il momento più atteso dal Paese e dagli osservatori stranieri, inizieranno quindi solo a sera inoltrata.

Simona Fossati

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here