Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
8 dicembre 2025
Stavolta gli spagnoli hanno voluto fare le cose in grande. Per l’ultima importante maratona della stagione si erano posti un obiettivo chiaro e ambizioso :il record mondiale. E per raggiungerlo non hanno badato a spese: 1.000.000 di euro .
Questo, infatti, era l’incentivo epocale messo sul piatto dagli organizzatori della 45esimaa edizione della Maratona Valencia Trinidad Alfonso Zurich disputatasi domenica mattina 7 dicembre.

Il premio a sette cifre sarebbe andato a chi avesse battuto il primato mondiale dei 42,195 metri lungo le strade della terza città spagnola: li limite da abbassare era di 2h’00’35” per gli uomini, e 2h09’56” per le donne.
La cifra d’oro però è rimasta in cassa (forte).
Il vincitore maschile, John Korir, 29 anni, kenyano, pur segnando il terzo tempo della stagione e migliorando di 20 secondi il suo tempo personale, si è fermato a 2h02’24”.

La dominatrice della gara femminile, Joyciline Jepkosgei, 31 anni, sempre del Kenya, pur correndo la maratona più veloce dell’anno, ha tagliato il traguardo della Città delle Arti e delle Scienze con il tempo di 2h14’00”.
Non si può dire però che i due trionfatori siano rimasti a mani vuote. A John Korir, che quest’anno era arrivato primo anche nella mitica edizione di Boston, sono andati 75 mila euro. A Joyciline, invece, ben 105 mila euro (l’equivalente di circa 15.818 milioni di scellini kenyani) perché ai 75 mila euro di premio per la medaglia d’oro sono stati aggiunti 30 mila euro per aver stabilito il nuovo crono della gara.
Verrebbe da dire : solita esibizione indiscussa dei runners della Rift Valley in quella che viene considerata la maratona più veloce del mondo perché tutta in pianura.
Moltissimi atleti in gara
Invece, a parte l’altissimo numero di partecipanti (35 mila di 150 nazioni, fra cui 2000 Italiani) lo spettacolo e la sorpresa non sono mancati nelle retrovie: alle spalle dell’imprendibile Korir si sono piazzati ben sei europei e un giapponese.
Intendiamoci: il secondo e il terzo sono europei in quanto rappresentano, uno, Amanal Petros, 30 anni, la Germania, l’altro Awet Nftalem Kibrab, 30, la Norvegia. In realtà sono entrambi nati in Eritrea.

Petros ha alle spalle una storia drammatica: originario della città portuale di Bassan, nel Tigray, per sfuggire alla guerra con Addis Abeba, è stato portato via dalla mamma all’età di 2 anni proprio in Etiopia. Dopo 14 anni, giunse in Germania dove nel 2016 cominciò l’ attività agonistica.
Awet Kibrab ha un passato più “normale”: ha prima corso sotto la bandiera del suo Paese, nel 2013, poi nel 2015 si è trasferito in Norvegia, a Oslo.
Joyciline Jepkosgei, sergente dell’esercito di Nairobi (fu promossa 3 anni fa per meriti sportivi) era estremamente felice: “Sono al settimo cielo per la vittoria, per il record e per il pubblico che mi ha sostenuto con un entusiasmo incredibile”.
Non dice che il massimo della soddisfazione è stato anche lasciarsi alle spalle la connazionale e fortissima rivale Peres Jepchirchir, 32 anni, regina della maratona femminile ai Mondiali di Tokyo nel settembre scorso.
Campionessa olimpica “solo” al 2. posto
A Valencia, la Jepchirchir si è dovuta accontentare della seconda piazza (50 mila euro), ma con l’ ottimo tempo di 2h14’43”. Infatti, come hanno fatto notare gli esperti in materia, non era mai successo che due atlete corressero sotto le 2 ore e 15 minuti nella stessa gara.
John Korir, sul traguardo, dopo essersi fatto tre volte il segno della croce ha ringraziato il Padreterno (è un fervente credente), il fratello Wesley, di cui ha seguito le orme (nel 2012 vinse a Boston poi divenne deputato) e quelli che hanno continuato ad aver fiducia in lui nonostante una défaillance a Chicago quest’anno: “C’è stato chi ha detto che i Korir stanno tramontando. Ma io sono venuto qui e ho dimostrato che i Korir ci sono ancora. E magari l’anno venturo posso mettere nel mirino il milione….”.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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