MALI

In Mali è tornata la dittatura: repressione e sciolti tutti partiti politici

Africa ExPress
14 maggio 2025

Era nell’aria da tempo, da ieri è ufficiale. Con decreto presidenziale del 13 maggio, varato durante il Consiglio straordinario dei ministri del governo militare golpista del Mali, è stato disposto lo scioglimento di tutti partiti e organizzazioni politiche sull’intero territorio nazionale.

Assimi Goïta, capo della giunta militare in Mali

Sospeso TV5 Monde

Sempre ieri è stato sospeso fino a nuovo ordine anche il canale televisivo francese TV5 Monde, accusato  di parzialità a proposito di un servizio su una manifestazione dell’opposizione.

Già a metà aprile era chiaro che le autorità militari stavano avviando un processo di dissoluzione dei raggruppamenti politici. E, dopo la sospensione della “Carta dei partiti”, con l’obiettivo di aggiornare il quadro giuridico che la regola, i maggiori esponenti delle varie formazioni all’opposizione avevano indetto un meeting per il 3 maggio scorso.

Proteste senza precedenti

L’assemblea è poi stata vietata dalle autorità, ma non ha intimorito gli oppositori, che, in centinaia hanno protestato davanti al Palazzo della Cultura di Bamako. Una manifestazione senza precedenti dopo la presa del potere dei militari. Nuove dimostrazioni erano state indette dai partiti e da esponenti della società civile per il 9 maggio. Per paura di violenze durante le proteste, gli organizzatori hanno rinviato l’evento.

Bamako: Manifestazioni di protesta contro lo scioglimento dei partiti

E ieri la doccia fredda, anzi gelata: con la dissoluzione dei partiti è ritornata la dittatura in piena regola. Il governo di transizione ha precisato alla TV di Stato che questa nuova misura segue l’abrogazione della Carta dei partiti politici. “Siamo in un processo di riforma”, ha spiegato Mamani Nassiré, responsabile delle riforme politiche e del sostegno al processo elettorale. Ha poi aggiunto che è in fase di preparazione una nuova legge per la gestione della vita politica in Mali.

Alcuni degli obiettivi sono già stati presentati, come la riduzione del numero di partiti autorizzati, l’inasprimento delle regole per la creazione di nuovi raggruppamenti politici e la limitazione o addirittura il divieto del loro finanziamento pubblico.

Misura anticostituzionale

Nelle ultime settimane i partiti non hanno mai smesso di denunciare il loro disappunto per lo scioglimento pre-annunciato. Anzi considerano le misure adottate dal governo come una violazione alla Costituzione. Un sistema multipartitico, la libertà di espressione e di associazione sono stati sanciti dalla legge fondamentale dello Stato nel 1992.

Alcuni esponenti di spicco del movimento di protesta nato all’inizio del mese, sono stati rapiti dai servizi di sicurezza per mettere a tacere gli attivisti pro-democrazia.

Esecuzioni sommarie nel sud-ovest

E mentre nella capitale è caccia all’uomo di politici, l’ONU ha denunciato esecuzioni sommarie nel sud-ovest del Paese. Secondi esperti indipendenti incaricati dall’Organizzazione, l’esercito maliano (FAMA) e i suoi partner di Africa Corps (ex Wagner) hanno arrestato un centinaio di abitanti del villaggio di Sebabougou, nella regione di Kayes. In base a quanto riferito a RFI dall’incaricato del Palazzo di Vetro, Eduardo Gonzalez, specialista sulla situazione dei diritti umani in Mali, le persone, per lo più di etnia peul, sarebbero state fermate durante il giorno di mercato.

Una parte dei civili arrestati sono stati portati al campo militare di Kwala, dove sono stati torturati perché ritenuti terroristi. Vicino alla base sono poi state scoperte 54 salme, vittime di esecuzioni extragiudiziali.

Malgrado ripetute richieste, l’esperto dell’ONU non ha ricevuto alcuna risposta circa i morti ritrovati a Kwala. Solo alcuni cadaveri sono stati identificati, tra loro c’erano anche abitanti Sebabougou.

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Redazione Africa ExPress

La redazione di Africa Express è formata da giornalisti che hanno visitato in lungo e in largo il continente africano e il Medio Oriente

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