Cornelia I. Toelgyes
18 ottobre2022
Il giovanissimo golpista 34enne Ibrahim Traoré, è stato nominato capo di Stato del Burkina Faso per i prossimi 21 mesi. Subito dopo, nell’luglio 2024, dovrebbero svolgersi elezioni libere e democratiche. Il 30 settembre scorso Traoré ha spodestato Paul-Henri Damiba, ora in esilio in Togo. La sua nomina è avvenuta durante la conferenza nazionale del 14 ottobre, alla quale hanno partecipato 300 delegati,
Alla conferenza nazionale hanno partecipano rappresentanti dell’esercito e della polizia, associazioni di capi tradizionali e religiosi, della società civile, dei sindacati, dei partiti e degli sfollati interni, vittime degli attacchi jihadisti che hanno colpito il Burkina Faso dal 2015.
Appena preso il potere, Traoré aveva precisato che non essere interessato alla carica di presidente. Ma infine ha accettato ugualmente.
Al termine dei lavori della conferenza nazionale, il neo capo di Stato, nonché leader della giunta di transizione Mouvement patriotique pour la sauvegarde et la restauration (MPSR), ha siglato un documento, Charte de transition.
L’articolo 5 stabilisce che “il presidente dell’MPSR assume le funzioni di presidente di transizione, capo di Stato, capo supremo delle forze armate nazionali”. Mentre nell’rticolo 4 viene precisato che Troré non potrà essere candidato alle prossime elezioni.
Subito dopo il putsch, molti giovani si sono radunati nelle strade per sostenere il nuovo golpista, sventolando bandiere russe e cartelloni contro la Francia. Evgueni PrigojineI, fondatore del gruppo Wagner, mercenari al servizio di Vladimir Putin, si è congratulato con il putschista, definendolo: “Un figlio veramente degno e coraggioso del suo Paese”.
Mentre la BBC riporta che Sergei Markov, ex consigliere del Cremlino, è stato più diretto nei suoi commenti: “Il nostro popolo ha aiutato il nuovo leader (del Burkina Faso)” e ha aggiunto: “Un altro Paese africano passerà dalla cooperazione con la Francia all’alleanza con la Russia”.
Secondo l’esperto di geopolitica, Samuel Ramani, in Burkina Faso la Russia sarebbe stata molto più attiva nel suo sostegno all’ultimo colpo di Stato, e non esclude che Mosca abbia svolto un ruolo di coordinamento.
E’ ovvio che si punti il dito sul gruppo Wagner, anche se il Cremlino ha sempre negato qualsiasi legame con i mercenari e non ci sono prove di un diretto coinvolgimento della Russia.
E Traoré, subito dopo il golpe ha anche dichiarato che si sarebbe rivolto a altri partner (non i francesi), pronti ad aiutare il suo Paese nella lotta contro il terrorismo senza citare esplicitamente Mosca.
Malgrado il cambio ai vertici del regime di Ouagadougou, continuano senza sosta le incursioni dei terroristi.
Sabato scorso, mentre Traoré veniva acclamato come nuovo capo di Stato, un gruppo formato da militari e militanti del VDP (Volontari per la Difesa della Patria), è caduto in un’imboscata. Sono morte almeno 11 persone. Tre militari e otto volontari, altre tre sono state ferite, mentre due risultano disperse.
L’attentato è stato organizzato da un gruppo terrorista non ancora identificato a Bouroum, comune nel nord del Paese, nella provincia di Namentenga.
Oltre il 40 per cento del territorio burkinabé è ancora fuori dal controllo dello Stato, soprattutto nella zona delle tre frontiere (Mali, Niger, Burkina Faso).
Anche in Mali, dove Wagner è presente da quasi un anno, continua l’escalation degli attacchi dei terroristi. Ieri sono morti quattro caschi blu della missione di pace delle Nazioni Unite nel Paese (MINUSMA) e altri tre sono stati feriti gravemente durante un’imboscata. La vettura sulla quale viaggiavano ha urtato una bomba artigianale vicino a Tessalit, nella regione di Kidal. La pattuglia era incaricata di ricerca e rilevamento di mine.
MINUSMA è presente nel Paese con oltre 12.000 uomini da allora hanno perso la vita 174 militari.
Durante la riunione del Consiglio di sicurezza del Palazzo di Vetro, che si svolge oggi a New York, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres presenterà l’ultimo rapporto sul Mali, che comprende il periodo da giugno a settembre 2022.
Guterres chiederà con la massima urgenza un aumento delle truppe di MINUSMA, missione rinnovata poche settimane fa fino al 30 settembre 2023.
Sarà una riunione “bollente”, giacché saranno esaminate anche le accuse presentate dal ministro degli Esteri maliano, Abdoulaye Diop, nei confronti della Francia. Il ministro, in una sua lettera del 15 agosto scorso, indirizzata al presidente del Consiglio di sicurezza, sostiene di avere “diverse prove” secondo cui Parigi sta armando i gruppi jihadisti in Mali.
L’occasione di esaminare quanto affermato dalle autorità maliane si presenta oggi, Diop sarà infatti presente alla riunione odierna.
Durante la 77esima assemblea generale dell’ONU, che si è tenuta lo scorso settembre a New York, il primo ministro ad interim del Mali, Abdoulaye Maïga, nel suo intervento ha descritto la Francia come “una giunta al servizio dell’oscurantismo”.
Cornelia I. Toelgyes
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