Sandro Pintus
Firenze, 16 maggio 2021
“Abbandonare le persone durante un assalto armato semplicemente a causa del colore della loro pelle è razzismo. Viola l’obbligo di proteggere i civili ed è un atto inumano. Questo non può rimanere senza risposta”.
È la denuncia di Amnesty International nelle parole, pesanti come piombo, di Deprose Muchena, direttore regionale di Amnesty per l’Africa orientale e meridionale. L’accusa è riferita ciò che è successo durante l’attacco di Palma, nord di Cabo Delgado, il 24 marzo scorso. Un assedio del gruppo jihadista Al Sunnah wa-Jammà, affiliato allo Stato islamico dell’Africa Centrale (ISCAP), durato una decina di giorni.
Amnesty accusa i mercenari di Dyck Advisory Group (DAG) della decisione di salvare solo i bianchi durante l’assedio. La denuncia, piena di dettagli, è pubblicata in un report che accusa anche le Forza armate mozambicane (FADM) di aver permesso tutto ciò. I mercenari sudafricani di DAG operavano in appoggio aereo alle truppe FADM. I militari mozambicani hanno dovuto ritirarsi per mancanza di munizioni, lasciando i mercenari a proteggere la popolazione con la copertura aerea.
Secondo il rapporto dell’ong per i diritti umani, si stima che durante l’occupazione della città, 220 civili si erano rifugiati nell’hotel Amarula. Di questi, circa 200 erano cittadini neri e una ventina imprenditori bianchi. I piani di evacuazione prevedevano di portare in salvo prima donne, bambini e persone disabili ma non sono stati rispettati.
Sotto: due tweet di Christiaan Triebert e Haley Willis (ambedue al Visual Investigations del New York Times) che mostrano l’evacuazione da Palma
Nei giorni successivi gli elicotteri di DAG, con sei posti a disposizione a viaggio, hanno portato in salvo una ventina di persone. I voli poi stati interrotti per mancanza di carburante e perché è sopraggiunta la notte. Appaltatori bianchi e neri benestanti – tra i quali gli amministratori di Palma – hanno avuto la precedenza nell’essere portati in salvo per via aerea. I cittadini neri sono, invece, rimasti terra.
Amnesty ha intervistato 11 persone che hanno cercato rifugio nell’hotel Amarula, tra cui cinque sopravvissute all’attacco. Tutti hanno confermato che il direttore dell’hotel e gli operatori DAG, “hanno dato la priorità alla sicurezza degli appaltatori bianchi rispetto alla popolazione nera locale”.
“Li abbiamo sentiti parlare del piano di prendere tutti i bianchi e lasciare i neri a terra – ha accusato uno dei sopravvissuti -. Noi non volevamo che tutti i bianchi fossero salvati. Sapevamo che se tutti i bianchi se ne fossero andati, saremmo rimasti lì a morire”.
C’è poi lo scandalo del volo in un elicottero di soccorso del manager dell’hotel Amarula. Secondo diversi testimoni ha approfittato del caos per portare in salvo i suoi due cani lasciando a terra 4 persone.
Davanti alle pesanti accuse di Amnesty, ministero della Difesa mozambicano e DAG fanno a scarica barile. “Siamo responsabili solo delle missioni di salvataggio che hanno visto impegnate le Forze di sicurezza nazionali condotte a Cabo Delgado. Non quelle di DAG”, ha dichiarato il ministero della Difesa. “Accuse infondate”, ha replicato all’agenzia Afp il colonnello Lionel Dyck, fondatore della società sudafricana DAG.
Sandro Pintus
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