Cornelia I. Toelgyes
23 maggio 2024
I mercenari siriani, al soldo di SADAT International Defense Consultancy, società militare privata turca che ha stretti legami con il regime Recep Tayyip Erdogan, sono arrivati in Niger verso settembre, pochi dopo mesi il Colpo di Stato. Dunque ben prima dei contractor russi dell’Africa Corps (ex Wagner), che hanno fatto la loro apparsa nell’ex colonia francese ufficialmente solo a metà aprile.
Finora SADAT non ha rilasciato commenti e il ministero degli Esteri di Ankara ha ovviamente smentito, eppure diverse fonti a Niamey hanno confermato la presenza di uomini della società paramilitare turca SADAT. I mercenari si trovano, ad esempio, nelle miniere gestite da aziende turche nella regione di Tillabéry, nel sud-ovest del Paese. Vengono impiegati anche per la sicurezza in diversi progetti di costruzione di strade. E spesso i nuovi mercenari devono affrontare sul campo anche i jihadisti, che cercano di paralizzare le attività delle aziende straniere.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ma ha ricercatori in tutta la Siria, ha confermato che il reclutamento di combattenti siriani da inviare in Niger è in corso da diversi mesi. I giovani vengono assoldati nelle aree siriane sotto controllo di Ankara e dai gruppi armati sostenuti dalla Turchia, nel nord-ovest del Paese. “Circa 1.100 combattenti siriani sono già stati dispiegati in Niger da settembre dello scorso anno”, ha fatto sapere il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdulrahman a Voice of America (VOA). Anche la ONG Syriens pour la vérité et la justice (STJ), un gruppo per i diritti umani con sede in Francia, ha documentato tale reclutamento. Il direttore esecutivo della ONG, Bassam Allah, ha aggiunto che i combattenti siriani sono stati portati in Niger con aerei militari di Ankara, con una sosta in aeroporti turchi prima di proseguire.
Secondo quanto riportato da AFP, i giovani, prima di “essere buttati nei campi di battaglia” nella ex colonia francese, partecipano a speciali corsi di addestramento. Un combattente ha inoltre dichiarato che nel reclutamento è coinvolto anche la Divisione Sultan Murad, una milizia siriana sostenuta dal regime di Erdogan. Finora sono già attivi due gruppi di mercenari provenienti dalla Siria, un terzo contingente dovrebbe arrivare a breve.
AFP ha chiesto a alcuni siriani perché si sono precipitati a combattere in Niger. Omar, un nome di fantasia, ha detto che nel nord della Siria “non ci sono opportunità di lavoro se non quella di unirsi a una fazione armata e guadagnare non più di 1.500 lire turche (46 dollari) al mese”. Il ragazzo, che deve mantenere la mamma e i suoi tre fratelli in Siria, dice di percepire ora un ottimo salario, 1.500 dollari al mese. Non è chiaro se il soldo che riceve è al netto, in quanto 350 dollari devono essere versati mensilmente alla Divisione Sultan Murad.
Abdulrahman dell’Osservatorio siriano ha poi aggiunto che in caso di ferimento del congiunto, la famiglia riceve un indennizzo di 30.000 dollari e mentre se dovesse morire, 60.000. E, secondo lui, i mercenari siriani sostenuti dalla Turchia sarebbero dislocati nell’area transfrontaliera, la cosiddetta regione delle tre frontiere (Niger, Mali e Burkina Faso).
Mentre Omar ha raccontato ai reporter di AFP che il suo viaggio lo ha portato prima in Turchia, a Gaziante, nella regione dell’Anatolia Sud Orientale, poi a Istanbul, dove si è imbarcato su un aereo militare per il Burkina Faso, prima di essere accompagnato sotto scorta nei campi del vicino Niger. Dopo due settimane di addestramento militare, è stato incaricato di sorvegliare un sito vicino a una miniera. “Io e altri abbiamo lavorato insieme a nigerini in tenuta militare, ma non so se fossero soldati”, ha spiegato il giovane siriano e ha aggiunto: “Ci hanno diviso in diversi gruppi, guardie e combattenti. Altri compagni sono stati mandati a contrastare i Boko Haram (attivi anche in Niger, ndr) e altri ancora a Lomé”, nel vicino Togo. Omar non ha saputo fornire dettagli per quanto riguarda quest’ultima missione.
Altri due mercenari siriani hanno poi specificato di essere stati arruolati dalla Divisione Sultan Murad, fedelissima a Ankara nel nord della Siria. “Abbiamo firmato contratti di sei mesi presso la sede della Divisione con l’azienda privata SADAT International Defense Consultancy. La società è considerata l’arma segreta di Ankara nelle guerre in Nord Africa e Medio Oriente, anche se il suo capo ha negato tale accusa in un’intervista del 2021 all’AFP.
La giunta militare di transizione nigerina nega ovviamente l’impiego di mercenari stranieri, come la maggior parte dei Paesi dove i soldati di ventura sono attivi. RFS ha evidenziato che, secondo le informazioni in loro possesso, un altro Paese del Sahel sarebbe in trattative con SADAT per rafforzare la sicurezza del palazzo presidenziale.
La Turchia sta intensificando le sue iniziative con i regimi militari del Sahel, in particolare in Niger, un Paese chiave al confine meridionale della Libia. Già nel 2020 Washington aveva accusato SADAT di aver inviato migliaia di mercenari.
La presenza di Ankara in Africa è imponente. Basti pensare che le sue rappresentanze diplomatiche sono presenti in 40 Paesi e la sua compagnia aerea, la Turkish Airlines, copre 58 destinazioni nel continente nero. E non per ultimo l’Agenzia di cooperazione e di sviluppo turca (Tika) è attiva in molti Stati africani anche con lo scopo di promuovere investimenti.
Ed è così che Ankara ha aumentato la sua influenza anche in Niger. Il governo di Mohamed Bazoum, deposto dai golpisti lo scorso luglio, ha acquistato 6 droni Bayraktar TB2, consegnati nel novembre 2022. Gli aerei senza pilota vengono prodotti dall’azienda Baykar Technologies di Esenyurt (la società è interamente controllata dalla famiglia Bayraktar; il presidente del consiglio d’amministrazione è Selçuk Bayraktar, genero del presidente turco Recep Tayyp Erdogan avendone sposato la figlia Sümeyye ndr). Altri droni turchi sono stati acquistati recentemente da Burkina Faso e Mali.
Cornelia I. Toelgyes
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