Università di Harvard, USA
Filippo Senatore
Milano, 19 maggio 2025
L’attacco del Presidente Donald Trump al libero pensiero delle università del suo Paese non ha precedenti. Soprattutto quello sferrato all’Università di Harvard lasciano indignati l’opinione pubblica e il mondo accademico internazionali.
Situata a Cambridge nell’area metropolitana di Boston è stata fondata prima della nascita degli Stati Uniti d’America. Fu istituita infatti il 18 settembre del 1636 a seguito di una delibera della Colonia della Baia del Massachusetts.
Originariamente chiamata the New College, prese il nome di Harvard College il 13 marzo 1639 in onore di John Harvard, il suo principale finanziatore, che le aveva lasciato nel testamento la sua biblioteca (circa 400 libri) che oggi conta oltre 20 milioni di volumi, 400 milioni di manoscritti, 10 milioni di fotografie e un milione di mappe. La più grande biblioteca del mondo.
Durante l’illuminismo lo spirito comunitario e l’opposizione all’autoritarismo, sia politico sia religioso, si affermò nelle élites culturali tra Boston e Filadelfia. Benjamin Franklin, autodidatta che ricevette la laurea honoris causa proprio da questa Università nel 1753, fu uno dei fondatori della Confederazione americana che si dichiarò indipendente nei confronti del Regno Unito il 4 luglio 1776.
Da dove derivava questa apertura dei professori di Harward e di Franklin in un luogo dove dominava il puritanesimo? Durante il soggiorno a Parigi, Franklin intrattenne un lungo rapporto epistolare con Gaetano Filangieri (1752- 1788) il quale continuò anche dopo il ritorno di Franklin a Filadelfia. Filangieri è una figura di primo piano nell’Europa della seconda metà del Settecento.
Il giurista napoletano ricevette a più riprese Goethe e intrattenne rapporti con il fior fiore degli intellettuali europei. La sua opera principale, La scienza della legislazione, è una costruzione intellettuale lucidamente utopica e al contempo tecnicamente raffinata e moderna; tra l’altro mette in rilievo l’interdipendenza delle leggi della politica e dell’economia, delinea un’analisi del sistema economico aperto alla concorrenza e al libero scambio, e individua per l’Europa l’urgenza di una radicale riforma agraria.
Gli scritti di Filangieri, furono presentati a Franklin dall’attaché del Regno di Napoli a Parigi. I due divennero amici sino al punto da considerare un trasferimento dello stesso Filangieri a Filadelfia, cosa che non avvenne a causa della sua prematura scomparsa.
Altre figure che intrecciarono la cultura italiana con Harward furono Lauro De Bosis poeta e traduttore eccellente, eroe della trasvolata su Roma e Gaetano Salvemini esule per non essersi piegato al fascismo. Il primo morì durante la trasvolata serea nel 1931 dopo avere lanciato migliaia di volantini sulla Citta Eterna. In precedenza aveva insegnato letteratura ad Harward per alcuni anni. Dopo la sua morte gli dedicarono la cattedra e una borsa di studio.
Salvemini aveva trovato stabile asilo sin dal 1933 dove ricoprì la cattedra di Storia della civiltà italiana. Nel 1943 pubblicò le sue lezioni di Harward. Le lezioni di Salvemini sulla nascita del fascismo e il pensiero politico di Machiavelli furono il miglior viatico anche per lo studente John Fitzgerald Kennedy, futuro presidente americano e anche per il fratello Bob entrambi laureati nella prestigiosa università.
Sono passati tanti anni e questo attuale presidente degli Stati Uniti sta facendo tornare indietro la politica mondiale con gravi rischi di catastrofi belliche.
Nei primi anni 60, il Dipartimento di Stato americano non era vincolato a un’accettazione o approvazione parziale delle politiche israeliane. Kennedy sostenne la risoluzione 194 delle Nazioni Unite, stabilendo (al paragrafo 11) che “ai rifugiati che desiderano tornare alle loro case e vivere in pace con i loro vicini dovrebbe essere consentito di farlo il prima possibile e che dovrebbe essere pagato un risarcimento per i beni di coloro che scelgono di non tornare e per la perdita o il danneggiamento dei beni che, in base ai principi del diritto internazionale o di equità, dovrebbe essere risarcito dai governi o dalle autorità responsabili”. Questo principio è diventato noto come “diritto al ritorno”.
Il 21 novembre 1963, il giorno prima dell’assassinio di Kennedy, il New York Times pubblicò due articoli che esemplificavano la discordia tra Washington e Tel Aviv.
Un rapporto delle Nazioni Unite è intitolato “Israele dissente mentre un gruppo delle Nazioni Unite sostiene gli Stati Uniti sui rifugiati arabi”. Inizia così: “Una risoluzione degli Stati Uniti che chiede continui sforzi per risolvere la difficile situazione dei rifugiati arabi palestinesi è stata approvata stasera, con 83 voti favorevoli e 1 contrario… ”
Israele ha espresso l’unico voto contrario.
La questione è incentrata su una risoluzione del 1948 che riguarda il futuro degli arabi sfollati dalle loro case a causa della pulizia etnica inflitta da Israele ai palestinesi. Il presidente Kennedy fu un convinto sostenitore della necessità di fermare la proliferazione nucleare.
Dopo la crisi missilistica di Cuba del 1962, si rese conto di quanto sarebbe stato facile scatenare, intenzionalmente o accidentalmente, una guerra nucleare catastrofica. Se si consentisse alle armi nucleari di diffondersi in più Paesi, i rischi di una catastrofe globale sarebbero ancora maggiori. Si prevedeva anche che, se Israele avesse acquisito la capacità di dotarsi di armi nucleari, sarebbe diventato più aggressivo e meno propenso a raggiungere un accordo di compromesso sulla questione dei rifugiati palestinesi.
Quando nel 1962 lo spionaggio americano indicò che Israele (aiutata dalla Francia) avrebbe potuto tentare di costruire un’arma nucleare a Dimona (una località a sud di Israele), Kennedy era determinato a scoprire se ciò fosse vero e, in caso affermativo, a fermare la costruzione.
Ciò causò un intenso scontro diplomatico tra JFK e il primo ministro israeliano David Ben-Gurion. La prova di ciò è stata recentemente rivelata dallo scambio di lettere tra il presidente USA e il primo ministro dello Stato ebraico e il suo successore Levy Eshkol. Sono tutti etichettati come “Top Secret” o “Riservati”.
Le prese di posizione di professori e studenti ad Harvard rispetto alla questione Palestina e al genocidio in atto a Gaza, fondate sui principi liberali di libertà di espressione risalenti ai padri fondatori, danno fastidio a Trump? Sicuramente la posizione di Kennedy stava adeguando gli USA alle leggi internazionali, alle risoluzioni Onu e alla visione realistica di evitare ulteriori conflitti armati soprattutto in Medioriente.
Filippo Senatore
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza ai numeri
+39 345 211 73 43
Ci si può abbonare gratuitamente ad Africa Express sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress
e sul canale Whatsap https://whatsapp.com/channel/0029VagSMO8Id7nLfglkas1R
Africa ExPress Abuja 18 giugno 2025 Uomini pesantemente armati sono entrati nuovamente in azione a…
Speciale per Africa ExPress Fabrizio Cassinelli 17 giugno 2025 Israele chiude l’export di gas dopo…
Dal sito della BBC Tom Bateman State Department Correspondent La strada per Dover, nel Delaware,…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 14 giugno 2025 Il Sudan è ormai dimenticato…
Speciale per Africa ExPress Fabrizio Cassinelli 14 giugno 2025 Proprio alla vigilia del quinto round…
Speciale per Africa ExPress Valerio Giacoia 13 Giugno 2025 Anche il petrolio importato da Israele…