Cornelia I. Toelgyes
30 gennaio 2022
In base a quanto scritto dallo stringer di Africa Express, Serge Daniel – autorevole e apprezzato giornalista del Benin e che vive in Mali, collaboratore di importanti testate francesi – una organizzazione italiana, in collaborazione con il nostro governo, avrebbe noleggiato due aerei per portare a Roma delegazioni pro governative di ex ribelli del nord del Paese.
Secondo informazioni di Africa ExPress (di cui però non abbiamo potuto trovare conferma) a organizzare la trasferta sarebbe stata Ara Pacis, Initiatives for Peace, che già lo scorso anno aveva promosso un’iniziativa simile, alla quale ha presenziato anche il ministro degli Esteri, Luigi di Maio.
Un primo gruppo sarebbe arrivato già ieri – non è chiaro se accompagnata da autorevoli funzionari del governo maliano – altri componenti della delegazione sarebbero in viaggio con lo scopo di proseguire i colloqui di pace con il sostegno del governo italiano.
Vista la difficile situazione attuale della ex colonia francese, è indispensabile riprendere i dialoghi per ristabilire la pace nel nord Paese, secondo l’accordo di Algeri, siglato nel lontano 2015, ma mai attuato completamente.
Recentemente le truppe francesi di Barkhane hanno abbandonato diverse basi nel nord del Mali, come preannunciato da Emmanuel Macron, presidente della Francia, il 10 giugno, poi confermato durante il G5 Sahel a luglio dell’anno in corso: “Ci avviciniamo alla fine dell’operazione Barkhane, una missione di sostegno, supporto e cooperazione agli eserciti dei Paesi della regione”, aveva precisato in tale occasione il capo di Stato francese.
Ora i rapporti tra Parigi e Bamako sono tesissimi e, secondo quanto affermato proprio ieri dal ministro della Difesa francese, Florence Parly: “La Francia non può restare nel Paese a tutti costi”.
Visto che il governo di Bamako vuole rivedere diversi accordi di difesa, Parigi e i suoi alleati europei si sono dati due settimane per decidere l’evoluzione del loro coinvolgimento militare in Mali e in tutto il Sahel.
Solo qualche giorno fa la giunta militare al governo ha chiesto la partenza immediata dei soldati danesi di Takuba, forza europea sotto commando di Barkhane.
Takuba vede operare congiuntamente i militari di diversi Paesi europei (oltre alla Francia, Belgio, Danimarca, Estonia, Romania, Germania, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Italia), in coordinamento con altri attori internazionali, in particolare US Africom, il comando delle forze armate statunitensi per il continente africano, e MINUSMA, la missione delle Nazioni Unite di stabilizzazione del Mali.
Cornelia I. Toelgyes
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