AFRICA

Silvia Romano, da dieci mesi prigioniera, oggi compie 24 anni

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Speciale per Africa ExPress
Massimo Alberizzi
Milano, 13 settembre 2019

Ciao Silvia,

oggi è il tuo compleanno, compi 24 anni è una bella età che non ti sei goduta perché poco meno di 10 mesi fa qualcuno, otto delinquenti, ti hanno portato via alla tua famiglia, ai tuoi amici e ai piccoli bambini che tu stavi aiutando a Chakama.

Sai, purtroppo le ricerche per capire dove ti hanno portato i tuoi rapitori sono cominciate tardi, perché le autorità keniote non hanno dato il permesso ai nostri investigatori di andare sulla costa per indagare. Solo mercoledì 21 agosto i carabinieri sono potuti arrivare a Chakama. Sono andati nella tua stanzetta, hanno preso il tuo diario di lavoro e hanno cercato se ci fosse ancora qualcosa che appartenesse a te.

Silvia Romano festeggia i suoi 23 anni

Purtroppo in quel diario non c’è scritto niente – mi pare  – che possa far luce sul tuo sequestro. I militari hanno poi interrogato Ronald, il ragazzo che si è preso una bastonata in testa per averti difeso durante il rapimento, hanno visitato la sartoria e poi sono andati al fiume, quello stesso che ti hanno fatto guadare per portarti via.

 

Alcune pagine del diario con gli appunti di Silvia Romano

Sono andato anch’io in quella piccola stanza in quello sperduto villaggio e ho girato un breve video per mostrare a quelli che in Italia pontificano su quel tuo lavoro volontario e ti bollano sentenziando: “Se ne poteva stare a casa”. Gente egoista che non capisce i sentimenti di solidarietà che ti hanno animato quando sei partita per il Kenya.

Vedi? Quanti di loro sarebbero andati a vivere un paio di mesi in quella stanza o avrebbero utilizzato quella toilette non certo invitante (per usare un eufemismo)?

E’ facile pontificare stravaccati su comode poltrone in accoglienti appartamenti magari sorseggiando un bicchiere di whisky. Naturalmente senza mai misurasi con la realtà. Più complicato e difficile decidere di andare a passare un po’ di tempo tra gli ultimi.

Sono mesi che non abbiamo tue notizie e le indagini che sono state bloccate per parecchio tempo, ma alcuni giornalisti caparbiamente e sfidando critiche e insulti hanno continuato a investigare.

Qualche settimana fa si è diffusa la notizia che tu fossi stata portata in Somalia. Abbiamo indagato, abbiamo sentito alcuni somali ad alto livello che potrebbero conoscere qualcosa ma, finora, non è uscito nulla. Nulla di interessante, intendo. A Lamu, il villaggio swahili sull’isola omonima, ai confini tra Kenya e Somalia, qualcuno dice di aver visto una ragazza bianca su una delle isole Bajuni. Ma finora nessuna conferma.

Sappiamo che i kenioti, forse accompagnati anche da qualche investigatore italiano, stanno scandagliando i dintorni di Mombasa. Nel villaggio di Kwale era stata individuata una cellula di Shebab, gli integralisti somali. Qualche giorno fa c’è stato uno scontro a fuoco e la polizia ha ucciso un terrorista, Mohammed Rashid Mwatsumiro, leader di un gruppo armato,  ricercato. Stiamo cercando di capire se c’e una connessione con il tuo rapimento. Alla polizia di Nairobi qualcuno ci ha detto che potresti anche essere stata portata in Tanzania. Discretamente ti stanno cercando anche lá.

Cara Silvia noi non molliamo e ti cercheremo con tignositá. Ci sostengono le tue stupende amiche che ti sono profondamente legate e che non vedono l’ora che tu ritorni. Le ragazze e i ragazzi che hanno lavorato come volontari per Africa Milele, la tua organizzazione, che non si danno pace. E, soprattutto, i tuoi genitori con tua sorella Giulia, distrutti e sconvolti, e tutte le generose persone che con il loro contributo hanno finanziato le nostre indagini.

Noi ti promettiamo che ti troveremo. A tutti costi.

Massimo

 

 

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

View Comments

  • Sono sinceramente dispiaciuto per quanto e' successo a questa ragazza, ma sono anche molto preoccupato per la sua sorte e indignato per la vigliaccheria e la disumanita' dei suoi rapitori. Dire che poteva restarsene a casa e' un commento che manifesta un animo arido e insensibile indubbiamente...ma c'e' un pero'. Ci sono purtroppo moltissimi luoghi al mondo dove e' troppo pericoloso viverci, soprattutto per una ragazza inevitabilmente inerme di fronte a certi delinquenti, in quanto i livelli di sicurezza e di vigilanza sono pressoche inesistenti. Quando si sceglie di fare un atto nobile come il volontariato in certe realta' e' necessario ponderare tutto, e' inevitabile.

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