SUDAN

Cinquanta piccoli di un orfanotrofio morti di fame a Khartoum: nessuno li ha nutriti

Africa ExPress
29 maggio 2023

Il Maygoma House, il più grande orfanatrofio di Khartoum, è stato teatro di una agghiacciante tragedia: una cinquantina di piccoli ospiti è morta di fame perché nessuno è riuscito a nutrirli. Un massacro che rappresenta la malvagità di questa assurda guerra che si sta consumando dal 15 aprile in Sudan.

Morti 50 piccoli ospiti in un orfanatrofio di Khartoum, Sudan

Le due fazioni, le truppe paramilitari Rapid Support Forces capeggiate dall’ex vicepresidente del Paese, Mohamed Hamdan Dagalo, meglio conosciuto come Hemetti, da una parte e le forze armate sudanesi comandate da Abdel Fattah al-Burhan, capo del Consiglio sovrano e di fatto capo di Stato dell’ex condominio anglo-egiziano dall’altra, continuano i combattimenti, mettendo in ginocchio la popolazione intera. Oltre 1,3 milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case, cercando rifugio in campi per sfollati o nei Paesi limitrofi. I morti non si contano più; sono centinaia, tra loro anche molti minori, compresi neonati e bambini piccoli.

E nel più grande orfanatrofio del Paese dall’inizio della guerra sono morti almeno cinquanta piccolissime creature, perché nessuno ha più potuto nutrirle. Sì, proprio così.

Il personale non è più riuscito a recarsi sul posto di lavoro a causa dei continui combattimenti e bombardamenti che hanno e stanno tutt’ora insanguinando le strade della capitale sudanese.

Oggi ne ha parlato anche la Reuters, e non solo. Abeer Abdullah, un medico della struttura, ha fatto di tutto appena scoppiata la guerra. Correva da una parte all’altra, insieme al poco personale rimasto per accudire centinaia di piccoli. Il loro pianto disperato si sentivano in tutto l’edificio, malgrado gli spari e i colpi di artiglieria pesante nei dintorni.

Ma senza lo staff necessario, è difficile prendersi cura di tutti i bambini, molti, moltissimi sono morti per grave malnutrizione e disidratazione, ha raccontato la dottoressa Abdullah. Per non parlare dei neonati, creature fragili, deceduti anche a causa di febbri altissime.
“Avrebbero dovuto ricevere il biberon ogni tre ore. Ma non c’era nessuno. Abbiamo tentato con una terapia endovenosa, ma il più delle volte non siamo riusciti a salvare i piccoli”, ha poi aggiunto il medico.

I decessi giornalieri sono saliti di giorno in giorno, ha raccontato il dottore. Almeno 50 bambini – tra questi oltre 20 neonati – sono morti nell’orfanotrofio nelle sei settimane dallo scoppio della guerra. E venerdì, 26 maggio ben 13 bambini sono spirati, scriviamolo anche in lettere: tredici piccoli sono morti in un solo giorno, vittime di questa guerra.

Un funzionario dell’orfanatrofio e un medico volontario che sta prestando servizio nella struttura in questo periodo di guerra, hanno confermato le morti.

Sono indescrivibili le sofferenze di questi piccoli morti soli nelle loro culle, senza cibo e senza la dolce carezza di una mamma o di una persona cara.

La guerra del Sudan è sparita dalle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Ma la morte di questi bimbi indifesi non potrà essere cancellata.

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Redazione Africa ExPress

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