1° maggio 2021
Il presidente della Somalia, Mohamed Abdullahi Mohamed, chiamato Farmajo, ha rinunciato all’estensione del proprio mandato in un discorso alla Camera bassa del Parlamento (la Somalia ha un Parlamento federale bicamerale, composto da una Camera Alta, 54 senatori, e dalla Camera del Popolo, 275 deputati), auspicando così di poter riaprire il dialogo.
Il 12 giugno scorso la Camera bassa si era espressa favorevolmente per un prolungamento di 2 anni del mandato presidenziale, voto ritenuto incostituzionale dalla Camera alta e contestato aspramente anche dal primo ministro Mohamed Hussein Roble.
L’estensione del mandato aveva poi suscitato forti tensioni tra potere e opposizione e nei giorni seguenti al voto della Camera del Popolo sono scoppiati disordini nella capitale Mogadiscio. Messo sotto pressione, Formajo ha dovuto cedere, chiedendo che venisse riaperta la discussione sull’organizzazione delle elezioni.
Questa mattina, infine, il presidente si è presentato in Parlamento, chiedendo alla Camera bassa di annullare il voto dello scorso 12 aprile, per ripartire dall’accordo firmato il 17 settembre 2020 tra il governo e gli Stati federali. Il trattato prevedeva lo svolgimento delle elezioni prima dell’8 febbraio 2021, termine del mandato di Formajo. Ciononostante disaccordi tra i vari partiti sull’organizzazione dello scrutinio hanno bloccato il processo elettorale. Infine proprio ieri sera i candidati alle presidenziali hanno accusato Formajo di voler frenare la tornata elettorale.
In questo clima di forte tensione, il presidente ha delegato questa mattina il primo ministro Mohamed Hussein Roble come supervisore del processo elettorale, “Affinchè il voto possa svolgersi in un’un atmosfera stabile e di pace”, ha aggiunto Formajo.
In seguito all’intervento del capo dello Stato, i deputati hanno votato all’unanimità l’annullamento della proroga del mandato presidenziale e hanno ristabilito l’accordo dello scorso settembre.
Africa ExPress
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